SALUTE. ZALUKAR (MISTO): INQUINAMENTO ACUSTICO A TS, LE LEGGI CI SONO
(ACON) Trieste, 8 nov - "Sull'inquinamento acustico generato
dalla movida triestina ero intervenuto ad ottobre, presentando
un'interrogazione alla Giunta regionale. Non ho ancora avuto
risposta, nonostante il problema sia attuale e urgente. Infatti,
anche i residenti e altresì alcuni ristoratori della zona
cittadina di Ponterosso sono insorti a fronte delle emissioni
sonore da discoteca di diversi locali".
Lo riporta in una nota il consigliere regionale del Gruppo Misto,
Walter Zalukar.
"Il problema è articolato - riconosce Zalukar -, ma non
impossibile da affrontare in maniera risolutiva. Innanzitutto, va
ricordata la prevalenza degli interessi dell'uso residenziale su
quello del divertimento, va altresì garantita la tutela della
salute e dello svolgimento delle attività quotidiane delle
persone; a questo fine vanno ridotti i decibel delle emissioni
sia generata da musica che da avventori".
Il consigliere cita, quindi, i limiti di legge e il codice penale
sul disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone, "oltre
a ciò, esiste una corposa e recente giurisprudenza che supporta
unanimemente le ragioni dei residenti" e il Testo unico delle
leggi sull'ordinamento degli enti locali del 2000 "che demanda al
sindaco la possibilità di intervenire per salvaguardare le
esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti.
Tutto ciò per dire che gli strumenti normativi per intervenire ci
sono. La mia proposta di dotare la polizia locale di fonometri
(con opportuni corsi di formazione) è un passo, ma soprattutto il
Comune dovrebbe rivedere il Piano di zonizzazione acustica e
ridurre le aree miste (che consentono un limite di emissioni più
alto) a favore di aree residenziali".
"Qui non si tratta di limitare il divertimento - evidenzia il
consigliere regionale -, ma di renderlo civile. Il bello di
Trieste è che ha un grande centro vivo e pulsante proprio perché
è abitato, ma allora bisogna tutelare chi vi abita e non solo in
orario serale e notturno perché una persona ha diritto di stare
in pace sempre a casa sua. E' evidente che ci vuole una visione
di città che non è quella legata a una movida ormai passata di
moda; basti pensare che a Barcellona, uno dei simboli della
movida, le scene di Trieste non si vedono, la musica non è certo
per le strade e il controllo di Polizia è costante. Il risultato
è una città molto più vivibile per i residenti, piena di giovani
e di turisti".
ACON/COM/rcm