MIGRANTI. PDLN 18, CALLIGARIS (LEGA): NUOVE REGOLE SU RICONGIUNGIMENTI
(ACON) Trieste, 8 nov - L'applicazione pratica della normativa
nazionale sul ricongiungimento familiare provoca "fenomeni
sociali ed economici devastanti", generando "un incontrollabile
flusso migratorio costituito dai familiari dei lavoratori". Ne è
convinto Antonio Calligaris, il consigliere della Lega primo
firmatario della proposta di legge nazionale 18, che si propone
di modificare la legge italiana in materia.
Nella sua relazione di maggioranza rispetto alla pdln firmata da
tutti e 14 i consiglieri regionali del Carroccio, Calligaris
porta l'esempio del territorio di Monfalcone "dove la
concentrazione di cittadini extracomunitari si sviluppa nel
rapporto di 1:6 tra i lavoratori e i loro familiari non
percettori di reddito, sostanzialmente mogli e figli".
Una situazione che secondo la Lega non è più tollerabile in
quanto comporta "un significativo aumento dei costi sociali, con
risvolti anche nel settore sanitario e in quello scolastico, dove
ci si trova davanti a un'emarginazione della componente italiana.
All'interno della società monfalconese - insiste Calligaris nel
testo che spiega la proposta di legge - circa il 60 per cento dei
servizi e dei contributi erogati vengono usufruiti da stranieri
extracomunitari".
Bisogna dunque, sempre secondo il Carroccio, modificare l'attuale
Testo unico sull'immigrazione (decreto legislativo 25 luglio
1998) nel punto in cui ritiene sufficiente un reddito annuale di
8975,46 euro per ricongiungere un familiare, 11967,28 euro per
ricongiungere due familiari e 17950,92 euro per ricongiungere due
o più figli minori. Cifre che sarebbero troppo basse "per
mantenere il lavoratore e si suoi familiari senza ricorrere al
sistema di assistenza sociale dello Stato membro interessato":
una situazione che andrebbe tra l'altro in contraddizione con lo
spirito della normativa europea a cui la legge italiana si ispira.
La proposta di modifica della Lega prevede dunque di alzare il
tetto di reddito necessario ai ricongiungimenti (utilizzando il
limite reddituale individuato per accedere al patrocinio legale a
spese dello Stato) e imporre requisiti come il contratto di
lavoro a tempo indeterminato, la permanenza minima di due anni in
Italia prima di poter presentare domanda, la registrazione in
Italia dei matrimoni contratti all'estero, la certificazione
dell'idoneità dell'alloggio di residenza.
"Risulta evidente - riassume Calligaris - che una famiglia non
può vivere in Italia con un reddito inferiore ai 9000 euro l'anno
senza usufruire di aiuti pubblici. Il nostro Paese deve dare allo
straniero che viene qui per lavorare il diritto ad avere
un'opportunità, non il diritto a chiedere la carità a spese del
nostro sistema assistenziale e a scapito dei nostri cittadini".
Prima di riassumere in aula la sua relazione, Calligaris ha
voluto censurare pubblicamente una frase scritta da Furio Honsell
(Open Sinistra Fvg) nella sua relazione di minoranza, in cui si
accusa la sindaca di Monfalcone, audita in Commissione, di aver
sostenuto la pdln in modo "fastidiosamente petulante, con
interventi interminabili".
ACON/FA-fc