MIGRANTI. OK AULA PDLN 18, RICONGIUNGIMENTI SOLO CON REDDITI PIÙ ALTI
(ACON) Trieste, 8 nov - Il tema dell'immigrazione è caldo,
caldissimo. E alla fine - tra accuse reciproche di atteggiamento
ideologico - produce il classico muro contro muro, con il
Centrodestra che fa valere i suoi numeri e approva la proposta di
legge nazionale avanzata dalla Lega, con primo firmatario Antonio
Calligaris, a dispetto del voto contrario di tutti i consiglieri
di Opposizione.
La pdln 18 interviene sul Testo unico sull'immigrazione (il
decreto legislativo 286 del 1998) fissando nuovi e più alti
parametri di reddito per consentire i ricongiungimenti familiari
ai lavoratori che soggiornano regolarmente in Italia. Se oggi è
sufficiente un reddito annuo di 8975 euro per far arrivare in
Italia un familiare, la proposta di legge propone di adottare un
nuovo parametro, ovvero il limite reddituale per accedere al
patrocinio a spese dello Stato, che è di circa 17-18mila euro
lordi. Simile meccanismo anche per i successivi eventuali
ricongiungimenti di altri parenti: non più 12mila ma circa 23mila
euro per due familiari, non più 18mila ma circa 35mila per tre
persone in più da inserire nel nucleo familiare.
Il diritto al ricongiungimento potrà poi maturare soltanto dopo
due anni di soggiorno nel nostro Paese (e non più 1 anno come
previsto dal decreto), a prescindere dalla tipologia di
contratto: è stata infatti emendata dallo stesso primo firmatario
l'indicazione della necessità di un rapporto di lavoro a tempo
indeterminato.
L'ampia e accesa discussione generale ha chiamato più volte in
causa la peculiare situazione del Comune di Monfalcone, dove una
fetta cospicua della popolazione proviene dal Bangla Desh grazie
al gran numero di lavoratori stranieri impiegati nei subappalti
di Fincantieri. E ha riproposto la contrapposizione già messa in
evidenza dalle relazioni di maggioranza e minoranza.
Andrea Ussai (M5S) ha parlato di "legge-bandiera, con norme
sproporzionate che hanno l'obiettivo di impedire i
ricongiungimenti. E se è vero che oggi il salario previsto dalla
legge è più basso rispetto ad altri Paesi europei, la vostra
arbitraria proposta lo renderebbe superiore a quello oggi in
vigore in Francia, dove peraltro gli stipendi sono più alti".
"Il problema - ha aggiunto Diego Moretti, capogruppo del Pd - va
gestito senza scorciatoie ideologiche: se è vero che c'è il tema
della dignità del lavoro nei subappalti della cantieristica, non
si risolve certo impedendo il ricongiungimento familiare che è
l'unico elemento di integrazione. Bisogna piuttosto operare come
si fece a Pordenone nel primo decennio del secolo". Tirato in
ballo, Sergio Bolzonello ha ricordato come "nel 2001, quando
diventai sindaco, gli stranieri erano l'1 per cento della
popolazione, ma dieci anni dopo diventarono il 21 per cento. Il
territorio - ha spiegato il consigliere dem - fece un
ragionamento di sistema, chiamando in causa tutti gli attori
sociali, e riuscì ad affrontare il problema. Questa pdln invece
può solo mettere fuoco sotto un pentolone che già bolle, e non ne
abbiamo certo bisogno".
Dall'altra parte della barricata Giuseppe Sibau (Progetto
Fvg/Ar): "Non sono certo contrario ai ricongiungimenti, ma è
innegabile che consentire di portare qui persone con un reddito
familiare inferiore a 9mila euro significa gravare sui servizi di
assistenza dei Comuni. Portare questo reddito da 9mila a 17mila
può anche essere visto - ha aggiunto Sibau - come un incentivo ai
datori di lavoro affinché paghino di più questi lavoratori di cui
evidentemente hanno bisogno". Punto di vista condiviso dal
capogruppo di Prog Fvg/Ar, Mauro Di Bert: "Alzare il reddito può
aiutare a ottenere salari migliori". Di Bert ha anche proposto un
emendamento orale, poi approvato a maggioranza dall'Aula, per
cancellare dal testo del decreto legislativo il riferimento a
redditi "provenienti da fonti lecite", locuzione ritenuta
"offensiva per le persone oneste, perché sottintende che si possa
guadagnare anche in modo illecito".
"Il ricongiungimento - ha aggiunto dai banchi della Maggioranza
Ivo Moras (Lega) - è un'opportunità per i lavoratori stranieri ma
non deve diventare un peso per la comunità: non dobbiamo e non
possiamo accogliere persone che rischiano di ritrovarsi in una
situazione di povertà, laddove non esiste alcun tipo di
integrazione. Io sono figlio di emigranti all'estero che potevano
portare con sé la famiglia solo se erano in grado di mantenerla".
Un tema che ha stuzzicato la replica di Cristiano Shaurli (Pd),
nelle veci di relatore di minoranza per l'assenza della collega
Chiara Da Giau: "Usciamo dal mito che noi italiani emigravamo
regolarmente - ha detto il consigliere dem - perché fino agli
anni Settanta c'erano più di 20mila bambini italiani fantasma in
Svizzera, visto che quel Paese non permetteva i
ricongiungimenti". "Capisco - ha aggiunto - che si possa pensare
di modificare le soglie di reddito, ma non dobbiamo certo
occuparcene noi a livello di Fvg: ci sia piuttosto una
discussione a livello nazionale".
Sempre nelle repliche, il relatore Furio Honsell (Open Sinistra
Fvg) ha ribadito "che il vero problema è l'utilizzo di lavoratori
costretti a vivere in condizioni così miserabili da non poter
neppure mantenere la famiglia. E tutto questo da parte di imprese
pubbliche come Fincantieri, che costruisce non solo navi da
crociera ma anche navi da guerra. Bisogna condurre una battaglia
per il salario minimo".
L'assessore Pierpaolo Roberti ha provato a stemperare i toni del
dibattito assicurando che "la Maggioranza non ha un approccio
ideologico, ma calmo e pacato. Concentriamoci - ha proposto - sul
tema essenziale, quello del reddito: bisogna stabilire se la
cifra prevista oggi è sufficiente a mantenere se stessi e i
familiari, io credo che questo potesse valere nel 1998 ma non
oggi. I 17mila euro annui sono troppi? Troviamo insieme un altro
parametro. E il problema non è il salario minimo, che noi
peraltro non possiamo stabilire, ma il meccanismo che consente di
portare in Italia molti familiari con un modesto incremento di
reddito".
L'esame dei due articoli della pdln ha generato una coda di
discussione, con l'intervento di altri consiglieri. Emanuele
Zanon (Regione Futura/Gruppo Misto) ha osservato che "lo
sfruttamento dei lavoratori è un tema a se stante che andrebbe
affrontato a parte, ma sul piano pratico per fare integrazione
occorre avere un reddito adeguato, che consenta alle persone di
vivere con dignità".
Antonio Lippolis (Fratelli d'Italia) ha scaldato la temperatura
dell'aula osservando, a proposito del caso-Monfalcone, "che
stiamo parlando di una popolazione che ha invaso quel territorio:
quando ci passo alla domenica faccio fatica a trovare un
italiano. E lì ci sono classi scolastiche con il 90 per cento di
stranieri, dove sono i ragazzi italiani a doversi integrare".
"Non si può parlare di invasione - ha protestato Bolzonello -
quando quel sistema economico si basa su Fincantieri: bisognava
affrontare per tempo il tema del subappalto". "L'intervento di
Lippolis - ha aggiunto Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto
per l'Autonomia - ha dimostrato che questa norma è di bandiera,
con tutto l'afflato ideologico del Centrodestra, a dispetto del
tentativo di Roberti di ricondurre la discussione al dettato
della legge. A questo punto - ha concluso Moretuzzo - abbiate il
coraggio di non prevedere i 20 milioni di euro di investimenti a
San Giorgio di Nogaro, perché lì saranno gli stranieri a
lavorare. E ricordatevi che il punto nascite di Monfalcone oggi
si regge sui parti delle donne bengalesi".
"Per molti anni - ha controbattuto Lorenzo Tosolini (Lega) - sono
state fatte entrare persone in Italia senza garantire loro
condizioni dignitose di vita: il caso Monfalcone, conveniente
solo per Fincantieri, è lampante. Bisogna piuttosto riproporre
l'esperienza degli industriali come Olivetti che negli anni del
boom in Italia accolsero tanti immigrati, assicurando dignità e
alloggi".
ACON/FA-fc