SALUTE. ZALUKAR (MISTO): CRISI P. SOCCORSO TS NASCOSTA TROPPO A LUNGO
(ACON) Trieste, 9 nov - "Dopo molti anni di trascuratezza ci si
accorge solo oggi che il Pronto soccorso di Trieste è arrivato
all'ultimissima spiaggia?".
Se lo chiede attraverso una nota il consigliere regionale Walter
Zalukar (Gruppo Misto), aggiungendo che "da tanto tempo le
cronache riportavano situazioni di degrado con tempi di attesa
infiniti al triage, decine di pazienti (molti anziani e fragili)
lasciati in attesa per giorni e un'assistenza a dir poco
precaria, senza privacy, nella completa negazione della dignità
del malato - come denunciano gli operatori del Pronto soccorso
nella lettera alla città. Questa situazione non è di oggi, dura
da anni e nulla di serio è stato fatto per cercare di risalire la
china del degrado".
"Ora si invocano misure da prendere in pochi giorni o settimane,
dopo troppi anni di trascuratezza, complice - continua
l'intervento - la negazione dell'esistenza di problemi da parte
dei vertici politici e tecnici della sanità. Anzi, i medici e gli
infermieri che osavano protestare pubblicamente e, quindi,
disturbare il manovratore, venivano additati come reprobi, e non
pochi addirittura deferiti all'attività disciplinare. Solo perché
dicevano la verità e invocavano rispetto e sicurezza per i
malati. Attenzione, però: ciò vale per tutte le strutture
sanitarie pubbliche triestine, tranne forse qualche isola felice
che, spesso, è tale per buona volontà e sacrificio del singolo
professionista, nonostante l'amministrazione".
"Non è quindi solo una crisi del Pronto soccorso: se così fosse,
sarebbe un problema contingente e risolvibile. La crisi -
prosegue Zalukar - è invece di sistema e riguarda l'intero
servizio sanitario della nostra città. Non stupisce che il Pronto
soccorso, essendo la prima linea del fronte, risulti la struttura
più duramente colpita, quando la sanità non funziona. Il Pronto
soccorso è infatti la prima struttura a subire il
peggioramento/impoverimento del sistema sanitario pubblico: da un
lato, la carenza di letti in ospedale; dall'altra, gli accessi in
aumento, perché i malati trovano sempre meno risposte sul
territorio e, quindi, non sanno dove rivolgersi se non al Pronto
soccorso".
"In questo contesto - conclude la nota - va evitato, come
purtroppo diventato di moda, attribuire la colpa agli accessi
cosiddetti impropri. Sembra infatti un alibi dare la
responsabilità ai cittadini, quando è di chi non sa governare e
gestire, mentre sa e fin troppo bene sottofinanziare. Non
dimentichiamo che, a Trieste, sono stati soppressi dalla riforma
Serracchiani 156 posti letto ospedalieri e chiusi svariati
reparti tra Maggiore e Cattinara, senza che vi fosse alcun
potenziamento contestuale dell'assistenza territoriale. Una
situazione di carenza e disagio mantenuta dall'attuale
Amministrazione regionale, alla quale si aggiunge la mancanza di
adeguate competenze di pianificazione e gestione".
ACON/COM/db