COMMERCIO. II COM, BINI ILLUSTRA DDL 181: NESSUN LIMITE SULLE APERTURE
(ACON) Trieste, 17 nov - Nessun limite di orario né di
giornate: le attività commerciali avranno la facoltà di restare
aperte anche sette giorni su sette e per tutte le 24 ore, se lo
ritenessero conveniente. A prevedere la massima liberalizzazione
è il disegno di legge 181, illustrato oggi dall'assessore Sergio
Emidio Bini in II Commissione.
"L'unico obbligo - ha ricordato Bini ai consiglieri radunati in
aula dal presidente Alberto Budai (Lega) - resterà quello di
esporre al pubblico in modo visibile orari e giorni di apertura".
Il ddl abroga dunque tutte le chiusure domenicali o legate alla
festività, sulla base - come ha spiegato ancora l'assessore - "di
una sentenza tombale della Corte Costituzionale".
La deregulation è stata criticata da due gruppi di Opposizione.
Per il Movimento Cinque Stelle, Cristian Sergo ha parlato di
"pianto del cuore", convinto che "si possano trovare le
motivazioni di interesse generale per limitare le aperture, a
tutela degli stessi commercianti e dei consumatori, come peraltro
è avvenuto durante alcune fasi della pandemia". Anche secondo
Sergio Bolzonello (Pd) "è vero che c'è una sentenza, ma nulla è
davvero tombale, se non per un certo periodo di tempo. Io - ha
ricordato l'esponente dem - ci misi la faccia per limitare le
aperture e sono convinto che servano momenti di chiusura".
Ha suscitato dibattito anche un'altra delle previsioni del
disegno di legge, definito dall'esponente di Giunta "un restyling
della lr 29 del 2005, in attesa della nuova norma completa sul
commercio che potrà vedere la luce solo nella prossima
legislatura". Si tratta dell'introduzione della definizione di
home food e home restaurant: "Indichiamo soltanto le fattispecie,
non le normiamo ancora", ha precisato Bini. Ma secondo Bolzonello
"sarebbe meglio aspettare, perché se già lo definiamo è chiaro
che si va verso un riconoscimento dell'home restaurant, una
legittimazione che potrebbe creare problemi a chi fa attività di
ristorazione e ogni giorno è alle prese con i costi della
struttura e dei dipendenti".
Più ottimista Franco Mattiussi (Forza Italia): "Sull'home
restaurant dovrà esserci un regolamento che inquadri gli obblighi
di chi va a preparare pranzi e cene a domicilio. Ma sarebbe
sbagliato proibire". Il consigliere forzista peraltro apprezza
molto il ddl "che sostiene i privati, sburocratizzando, e solleva
da molte incombenze anche i Comuni" e ne auspica il rapido
passaggio in Aula.
Il ddl si occupa di molti altri argomenti, "con tre pilastri
politici", come ha detto ancora Bini: "Il primo è la
semplificazione e l'ammodernamento del corpus normativo, il
secondo l'abrogazione di norme superate da leggi nazionali o
comunitarie, il terzo lo snellimento delle procedure per i Comuni
che potranno gestire autonomamente le loro aree pubbliche
commerciali con maggiore tranquillità".
Tra i provvedimenti specifici, ricordiamo l'eliminazione della
doppia documentazione da presentare a Comune e Camera di
Commercio, la semplificazione nell'utilizzo dell'e-commerce, la
cancellazione dell'obbligo di Scia per spacci e mense aziendali,
la sburocratizzazione urbanistica per chi vuole aprire esercizi
di vicinato, la cancellazione dell'obbligo di comunicazioni per i
distributori automatici di alimenti e bibite.
Per quanto riguarda il commercio su aree pubbliche, il ddl
prevede di valorizzare l'esperienza degli operatori, con punteggi
premiali anche per chi mette in vendita prodotti locali. I Comuni
potranno poi regolamentare più agilmente la sosta delle attività
in forma itinerante. "Molte delle norme - ha specificato ancora
l'assessore alle Attività produttive - sono state richieste in
modo puntuale dalle associazioni di categoria, al termine di
un'efficace concertazione". E la legge non richiederà regolamenti
attuativi: una volta approvata, entrerà subito in vigore.
Di "buon punto di partenza" ha parlato Mauro Capozzella,
capogruppo del M5S, che ha però osservato come "la burocrazia
rimanga un collo di bottiglia per le pubbliche amministrazioni,
come è stato detto anche durante una recente riunione del
Consiglio delle autonomie locali". Furio Honsell (Open Sinistra
Fvg) ha invece chiesto chiarimenti sui bandi per il commercio in
aree pubbliche. "I Comuni che devono fare una nuova gara - gli è
stato risposto dagli uffici - potranno attenersi ai criteri della
legge regionale".
Specificazioni su vendita sottocosto, somministrazione nelle
fiere, vendita di superalcolici, nonché sulla definizione di
"media struttura commerciale", sono state richieste ancora da
Sergo.
ACON/FA
L'assessore alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini (a destra), accanto ad Alberto Budai (Lega), presidente della II Commissione
Sergio Bolzonello (Pd)
Cristian Sergo (M5S)
Franco Mattiussi (Forza Italia)
Alberto Budai, presidente della II Commissione