ENERGIA. M5S FVG: NUCLEARE NON È RISPOSTA A CRISI E CARO BOLLETTE
(ACON) Trieste, 21 nov - "Dopo l'interesse sul ritorno al
nucleare di Centrodestra e Terzo Polo nell'ultima campagna
elettorale, in questi giorni in Friuli Venezia Giulia torna in
auge il dibattito su questa tipologia di impianti, nonostante i
cittadini italiani si siano espressi ben due volte contro questa
tecnologia". Lo rimarcano i consiglieri regionali Mauro
Capozzella, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai
insieme al coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle, Luca
Sut.
"Un dibattito inutile in partenza - spiegano in una nota i
pentastellati - visto che il nucleare in Italia non può
risolvere il problema del caro bollette, ma vogliamo porre delle
domande a chi oggi continua a parlare di questa tecnologia come
fosse la panacea di tutti i problemi energetici".
"In una recente tavola rotonda organizzata dalla Cisl di Trieste
e Monfalcone, più che di transizione energetica si è parlato,
secondo quanto riportato dalla stampa, di transizione verso il
nucleare da sperimentare proprio nella città dei cantieri"
ricordano gli esponenti M5S.
"Dopo lo scontro sulle trivelle, con la contrarietà del
presidente del Veneto Luca Zaia e la posizione favorevole
dell'omologo Fvg Massimiliano Fedriga (contrario ai tempi del
referendum del 2016), ecco una nuova dicotomia nella Lega:
Salvini vuole un impianto nel suo quartiere a Milano. Fedriga fa
la parte del 'non ideologico' e apre al ritorno al nucleare,
mentre la sindaca di Monfalcone Cisint si dissocia dall'idea di
una centrale nel suo Comune. Anche a Udine si torna a parlare di
nucleare: domani sera infatti ci sarà il fisico del Cern Kersevan
al Visionario. Una voce autorevole sul tema da cui ci attendiamo
delle risposte".
"È risaputo che il costo al kWh delle rinnovabili è nettamente
inferiore a quello nucleare, come emerso da un gruppo di
ricercatori indipendenti nel loro World Nuclear Industry Status
Report - aggiunge la nota del Movimento regionale -. Quella
nucleare è risultata la fonte energetica più costosa (16,3
$c/kWh), seguita dal carbone (11,2 $c/kWh) e dal gas (5,9
$c/kWh). Le fonti più sostenibili anche sotto l'aspetto economico
sono il fotovoltaico (3,7 $c/kWh) e l'eolico (4 $c/kWh). Per non
parlare dei tempi di realizzazione di una centrale. L'impianto di
Olkiluoto (Finlandia), struttura di cosiddetta terza generazione
plus, dovrebbe entrare in funzione 17/18 anni dopo l'avvio della
costruzione, con costi più che quadruplicati rispetto a quelli
preventivati. Peggio ancora a Flamanville, in Francia, i cui
costi sono lievitati fino a 19 miliardi di euro dai 5 miliardi
preventivati. Il gestore Edf ha annunciato che l'avvio
dell'attività è stato posticipato a metà del 2023: la costruzione
è iniziata nel 2007 e la previsione iniziale di conclusione era
fissata per il 2014".
"In sostanza - conclude il comunicato - se partissimo ora con il
rilancio del nucleare in Italia, avremo il primo kWh forse tra
vent'anni, ma per quella data dovremmo avere già ridotto in
maniera importante le emissioni di gas serra. Come sostiene il
Nicola Armaroli, dirigente di ricerca al Cnr di Bologna e
direttore della rivista scientifica Sapere, "fra 30 anni le
rinnovabili saranno totalmente dominanti sul mercato elettrico.
Costruire una centrale nucleare fra 30 anni sarà come entrare
oggi in un negozio di elettronica e chiedere un TV a tubo
catodico".
"Siamo in una fase storica - concludono i rappresentanti M5S - in
cui dobbiamo ridurre la dipendenza dal gas metano e ci chiediamo
come aumentare l'indipendenza energetica con il nucleare?
L'uranio che alimenta questi impianti è concentrato in alcuni
Stati e oltre la metà proviene dal Kazakistan, Paese sotto la
sfera di influenza russa. Siamo sicuri che sia questa la strada
per renderci indipendenti energicamente?".
ACON/COM/li