FUCILATI. ZANIN A POCENIA: ALPINI, IL TEMPO PORTERÀ GIUSTIZIA E VERITÀ
(ACON) Torsa di Pocenia (Udine), 25 nov - A Torsa di Pocenia,
sotto un tendone militare allestito in piazza Guglielmo Marconi,
si è ricordato che, tutti insieme, i quattro fucilati (fusilâts)
di Cercivento il 1 luglio 1916 non raggiungevano i 100 anni di
età. Nei loro confronti era stata decisa la pena capitale solo
per aver contestato un ordine ottuso e insensato nel corso di
sanguinose giornate in prima linea. Da quel momento, molti altri
alpini iniziarono ad avere più paura del piombo italiano che di
quello nemico: gli austriaci, infatti, potevano anche sbagliare
la mira, ma il plotone di esecuzione no.
"Cercivento fu teatro di una sicura ingiustizia. Io sono arrivato
fino in cima al monte Cellon perché, per comprendere fino in
fondo quella tragedia, bisogna salire lassù. Non erano certo
codardi e tutti grandi esperti del territorio. Perché furono
fucilati? Solo per dare l'esempio, perché esisteva un pericoloso
distacco tra la truppa e una gerarchia che non riusciva a
stimolare il senso patrio, costretta perciò a stimolare le azioni
con il terrore e non con l'esempio dei veri leader".
Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, ospite della
presentazione del volume "Il tempo dell'onore - Il Fvg rivendica
il diritto alla memoria" (Edizioni Menabò), a cura del senatore
ed ex eurodeputato Franco Corleone.
"Sono sempre stato legato al ritratto antropologico dell'alpino e
al suo mondo: questa vicenda - ha aggiunto il vertice
dell'Assemblea legislativa regionale, che si è speso
personalmente nella realizzazione del libro in cui sono contenute
anche alcune sue riflessioni - deriva dall'amicizia con Corleone
e da una provincia di Udine dove ci siamo incontrati che,
all'epoca, rappresentava i valori autentici del Friuli. Ci sono
stati vari tentativi a livello nazionale per approfondire lo
studio sui fucilati per l'esempio, ma erano sempre naufragati.
Nel 2018 ancora non si sbloccava nulla: quindi, se non era il
Paese a fermarsi per una riflessione, allora doveva farlo una
Regione a statuto speciale. Così, è arrivata una legge regionale
Fvg approvata all'unanimità che sancisce la Giornata di
restituzione dell'onore e, cosa più importante, ha attivato un
gruppo di lavoro per esplorare tanti altri casi".
L'evento, organizzato dall'Associazione nazionale alpini di
Torsa, rientrava nell'ambito delle celebrazioni per il 55°
anniversario della fondazione del gruppo Ana locale e anticipava
di 48 ore quelle in programma domani, sabato 26 novembre, nella
chiesa di Santa Maria Assunta con il concerto del coro sezionale
Ana Udine - Gruppo di Codroipo, la deposizione di una corona e la
Messa.
"Qualora sia stata fatta un'ingiustizia, un Paese civile ed etico
- ha evidenziato Zanin - deve aver il coraggio di riconoscerla.
Altrimenti, si uccidono tanti giovani per la seconda volta. Ecco
prché sono orgoglioso che del mio Fvg per la legge che, dall'1
luglio 2021, ricorda ufficialmente i quattro alpini, insieme a
tutti gli altri militi fucilati. Il Veneto ci ha seguiti, la
Sardegna ci sta pensando: solo le Istituzioni centrali arrivano
fuori tempo massimo. Grazie, invece, alla popolazione della
Carnia che ha tramandato oralmente questa vicenda, facendola
diventare patrimonio popolare".
L'appuntamento, patrocinato dall'Assemblea legislativa del Fvg e
dal Comune di Pocenia, è stato aperto da un contributo
audiovisivo di rievocazione storica (curato da Luciano Santin con
regia di Giorgio Gregorio), anticipato dal saluto del vice
sindaco di Pocenia, Eva Buttò e del capogruppo pro tempore del
gruppo Ana di Torsa, Loris Pallamin.
"Il tempo dell'onore - sottolineano le note di copertina -
rappresenta il trionfo della tenacia e della perseveranza per una
causa buona e giusta, una tragedia presente nel ricordo e nel
sentimento popolare. La fucilazione dei quattro alpini ha assunto
la forza del simbolo per denunciare la sorte iniqua delle 750
vittime dell'in-giustizia militare, sottoposte a processi senza
prove e senza diritto alla difesa".
"Se un Paese non ha radici e memoria - ha premesso Corleone,
stimolato dalle domande del moderatore, Alessandro Pennazzato -
vale quello che aveva detto Josef Radetzki dell'Italia: non un
Paese, ma una pura espressione geografica. Questa vicenda è
esemplare, perché testimonia come una comunità abbia coltivato la
memoria, finché si è arrivati a una soluzione. Il percorso di
ricordo della popolazione della Carnia si è infine unito con la
volontà politica di una Regione a statuto speciale e la
specialità del Fvg risiede proprio in questa profondità di storia
drammatica che altre Regioni non hanno avuto".
"C'è ancora un notevole lavoro da fare - ha concluso il
presidente del Cr Fvg - che affronto partendo da due grandi
soddisfazioni. Aver portato a Cercivento gli alpini e le
gerarchie, precedentemente restie a omaggiare coloro che a torto
venivano ritenuti disertori, secondo un iter di giustizia per
ragazzi che non devono aver servito invano una Patria ingrata.
Inoltre, ho rappresentato la prima Istituzione politica nazionale
ad aver deposto una corona ai confini della Polonia in memoria
dei soldati italiani dimenticati, ai quali nessuno ha mai dato un
segno di riconoscenza. La guerra è sempre sbagliata ma, se
qualcosa ci deve insegnare, è almeno a mantenere l'umanità. Per
il resto, come canta Luigi Maieron, il tempo porterà giustizia e
verità".
ACON/DB-rcm
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, insieme a Franco Corleone (a destra) e ad Alessandro Pennazzato (a sinistra)
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, insieme a Franco Corleone (a destra) e a Loris Pallamin (a sinistra)
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, durante una fase della discussione a Torsa di Pocenia
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, segue la proiezione
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, sotto il tendone allestito dall'Ana a Torsa di Pocenia