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FUCILATI. ZANIN A POCENIA: ALPINI, IL TEMPO PORTERÀ GIUSTIZIA E VERITÀ

25.11.2022
12:32
(ACON) Torsa di Pocenia (Udine), 25 nov - A Torsa di Pocenia, sotto un tendone militare allestito in piazza Guglielmo Marconi, si è ricordato che, tutti insieme, i quattro fucilati (fusilâts) di Cercivento il 1 luglio 1916 non raggiungevano i 100 anni di età. Nei loro confronti era stata decisa la pena capitale solo per aver contestato un ordine ottuso e insensato nel corso di sanguinose giornate in prima linea. Da quel momento, molti altri alpini iniziarono ad avere più paura del piombo italiano che di quello nemico: gli austriaci, infatti, potevano anche sbagliare la mira, ma il plotone di esecuzione no.

"Cercivento fu teatro di una sicura ingiustizia. Io sono arrivato fino in cima al monte Cellon perché, per comprendere fino in fondo quella tragedia, bisogna salire lassù. Non erano certo codardi e tutti grandi esperti del territorio. Perché furono fucilati? Solo per dare l'esempio, perché esisteva un pericoloso distacco tra la truppa e una gerarchia che non riusciva a stimolare il senso patrio, costretta perciò a stimolare le azioni con il terrore e non con l'esempio dei veri leader".

Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, ospite della presentazione del volume "Il tempo dell'onore - Il Fvg rivendica il diritto alla memoria" (Edizioni Menabò), a cura del senatore ed ex eurodeputato Franco Corleone.

"Sono sempre stato legato al ritratto antropologico dell'alpino e al suo mondo: questa vicenda - ha aggiunto il vertice dell'Assemblea legislativa regionale, che si è speso personalmente nella realizzazione del libro in cui sono contenute anche alcune sue riflessioni - deriva dall'amicizia con Corleone e da una provincia di Udine dove ci siamo incontrati che, all'epoca, rappresentava i valori autentici del Friuli. Ci sono stati vari tentativi a livello nazionale per approfondire lo studio sui fucilati per l'esempio, ma erano sempre naufragati. Nel 2018 ancora non si sbloccava nulla: quindi, se non era il Paese a fermarsi per una riflessione, allora doveva farlo una Regione a statuto speciale. Così, è arrivata una legge regionale Fvg approvata all'unanimità che sancisce la Giornata di restituzione dell'onore e, cosa più importante, ha attivato un gruppo di lavoro per esplorare tanti altri casi".

L'evento, organizzato dall'Associazione nazionale alpini di Torsa, rientrava nell'ambito delle celebrazioni per il 55° anniversario della fondazione del gruppo Ana locale e anticipava di 48 ore quelle in programma domani, sabato 26 novembre, nella chiesa di Santa Maria Assunta con il concerto del coro sezionale Ana Udine - Gruppo di Codroipo, la deposizione di una corona e la Messa.

"Qualora sia stata fatta un'ingiustizia, un Paese civile ed etico - ha evidenziato Zanin - deve aver il coraggio di riconoscerla. Altrimenti, si uccidono tanti giovani per la seconda volta. Ecco prché sono orgoglioso che del mio Fvg per la legge che, dall'1 luglio 2021, ricorda ufficialmente i quattro alpini, insieme a tutti gli altri militi fucilati. Il Veneto ci ha seguiti, la Sardegna ci sta pensando: solo le Istituzioni centrali arrivano fuori tempo massimo. Grazie, invece, alla popolazione della Carnia che ha tramandato oralmente questa vicenda, facendola diventare patrimonio popolare".

L'appuntamento, patrocinato dall'Assemblea legislativa del Fvg e dal Comune di Pocenia, è stato aperto da un contributo audiovisivo di rievocazione storica (curato da Luciano Santin con regia di Giorgio Gregorio), anticipato dal saluto del vice sindaco di Pocenia, Eva Buttò e del capogruppo pro tempore del gruppo Ana di Torsa, Loris Pallamin.

"Il tempo dell'onore - sottolineano le note di copertina - rappresenta il trionfo della tenacia e della perseveranza per una causa buona e giusta, una tragedia presente nel ricordo e nel sentimento popolare. La fucilazione dei quattro alpini ha assunto la forza del simbolo per denunciare la sorte iniqua delle 750 vittime dell'in-giustizia militare, sottoposte a processi senza prove e senza diritto alla difesa".

"Se un Paese non ha radici e memoria - ha premesso Corleone, stimolato dalle domande del moderatore, Alessandro Pennazzato - vale quello che aveva detto Josef Radetzki dell'Italia: non un Paese, ma una pura espressione geografica. Questa vicenda è esemplare, perché testimonia come una comunità abbia coltivato la memoria, finché si è arrivati a una soluzione. Il percorso di ricordo della popolazione della Carnia si è infine unito con la volontà politica di una Regione a statuto speciale e la specialità del Fvg risiede proprio in questa profondità di storia drammatica che altre Regioni non hanno avuto".

"C'è ancora un notevole lavoro da fare - ha concluso il presidente del Cr Fvg - che affronto partendo da due grandi soddisfazioni. Aver portato a Cercivento gli alpini e le gerarchie, precedentemente restie a omaggiare coloro che a torto venivano ritenuti disertori, secondo un iter di giustizia per ragazzi che non devono aver servito invano una Patria ingrata. Inoltre, ho rappresentato la prima Istituzione politica nazionale ad aver deposto una corona ai confini della Polonia in memoria dei soldati italiani dimenticati, ai quali nessuno ha mai dato un segno di riconoscenza. La guerra è sempre sbagliata ma, se qualcosa ci deve insegnare, è almeno a mantenere l'umanità. Per il resto, come canta Luigi Maieron, il tempo porterà giustizia e verità". ACON/DB-rcm



Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, insieme a Franco Corleone (a destra) e ad Alessandro Pennazzato (a sinistra)
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, insieme a Franco Corleone (a destra) e a Loris Pallamin (a sinistra)
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, durante una fase della discussione a Torsa di Pocenia
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, segue la proiezione
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, sotto il tendone allestito dall'Ana a Torsa di Pocenia