SALUTE. ZALUKAR (MISTO): SOCCORSI, PAGHIAMO DI PIÙ E ARRIVIAMO TARDI
(ACON) Trieste, 28 nov - "La crisi del sistema di soccorso
della nostra regione pare ormai inarrestabile, ritardi e
disservizi si susseguono, anche se le risorse non mancano, ma il
loro utilizzo non pare seguire sempre criteri di efficienza ed
efficacia". Lo sottolinea, in una nota, il consigliere regionale
del Gruppo Misto, Walter Zalukar.
"Ad una interrogazione dello scorso giugno che chiedeva
chiarimenti sulla nuova convenzione del servizio di elisoccorso
notturno - prosegue il consigliere - era seguita una risposta
assai vaga dell'assessore competente. Alla fine, la convenzione è
stata rinnovata per 5 anni con un costo di oltre 10 milioni di
euro, ma non è noto se ci sia o meno un'analisi del rapporto
costo-efficacia per sostenere una spesa così elevata".
"Concettualmente - si legge ancora nel comunicato - l'impiego
dell'elicottero anche di notte dovrebbe rappresentare un
arricchimento della rete di emergenza, ma lo è solo se utilizzato
in modo appropriato al fine di accorciare i tempi di soccorso
rispetto ai mezzi di terra. Sembra paradossale, ma i tempi sono
risultati sensibilmente più lunghi, in quanto i voli notturni
hanno vincoli di sicurezza che penalizzano la velocità degli
interventi e rallentano di fatto l'azione di soccorso".
"Vista la tendenza ad ignorare il fenomeno - continua Zalukar -ho
ritenuto doveroso, a tutela dei malati e nel rispetto della buona
amministrazione, approfondire questa problematica con uno studio
sull'attività dell'eliambulanza notturna. Per questa analisi ho
esaminato le schede missione dell'elisoccorso notturno dal 1°
gennaio al 30 aprile 2022, tramite accesso agli atti
dall'amministrazione competente".
"Sono in totale 47 - riferisce ancora il consigliere - i voli
effettuati nel quadrimestre preso a campione per valutare
l'efficacia del servizio, ovvero la capacità di produrre
l'effetto e i risultati voluti o sperati, nonché l'efficienza,
ovvero l'abilità di raggiungere l'obiettivo impiegando le risorse
minime indispensabili".
"Sotto il profilo dell'efficacia - sottolinea Zalukar - il
risultato è sconcertante: il tempo di soccorso, ovvero il tempo
che intercorre dal momento della chiamata al momento dell'arrivo
sul paziente, risulta pari a 40-45 minuti, mentre il tempo medio
per il trasporto in ospedale è di 35-40 minuti, quindi il tempo
medio complessivo tra allarme e ospedalizzazione è di 1 ora e 20
minuti, che sembra esageratamente lungo visto che la maggior
parte dei target del campione esaminato si trovano a 30-40 km
dall'ospedale".
"Bisogna ricordare che nelle patologie tempo-dipendenti, come
politrauma, infarto acuto di cuore, ictus, emorragie, il tempo di
ospedalizzazione è determinante quoad vitam et valetudinem.
Nell'infarto acuto di cuore ogni ritardo, anche di pochi minuti -
dichiara ancora il consigliere - significa un pezzo di cuore
salvato in meno, e le stesse considerazioni possono farsi per il
cervello in caso di ictus ischemico, come per il traumatizzato il
cui tempo di arrivo in sala operatoria può fare la differenza tra
vita e morte".
"Ma sono stati registrati anche voli francamente inutili come
quello effettuato la notte del 2 marzo per trasportare un
paziente non urgente da Trieste a Gorizia. I costi per
l'elisoccorso notturno - informa ancora Zalukar - ammontano a
oltre 2.400.000 di euro all'anno, 800mila al quadrimestre;
quindi, la spesa media di ciascuna missione del campione
esaminato ammonta a 17.000 euro, comprese le missioni non
terminate perché inutili (10 voli, pari al 20%) e i trasferimenti
tra ospedali, come quello non urgente tra Trieste e Gorizia (al
costo di 340 euro al chilometro)".
"Piuttosto che avere una rete di automezzi medicalizzati
capillarmente distribuita sul territorio e tale da garantire
tempistiche adeguate, si sono investite tutte queste risorse sul
mezzo aereo. Così l'esiguità del numero di automediche esistenti
nella nostra regione lascia in sofferenza vaste aree, soprattutto
montane come l'Alto Friuli e la Carnia, ma anche costiere, come
Grado e territori limitrofi", si legge ancora nella nota.
"La riforma Serracchiani Telesca prevedeva complessivamente 6
automediche per l'intero territorio del Friuli Venezia Giulia, 1
per ogni 200 mila abitanti, oggi ne sono attive solo 5. Il
Ministero della Salute (DM 70/2015) - continua il consigliere -
indica l'esigenza di avere un mezzo di soccorso avanzato ogni
60.000 abitanti, la nostra regione dovrebbe poter contare su 20
automezzi medicalizzati al posto di 6".
"Ho presentato una mozione alla Giunta regionale perché si
impegni a rivedere il sistema di soccorso al fine di rimediare
finalmente ai disservizi e ritardi di soccorso e ad assicurare un
uso più ragionevole delle risorse disponibili. Credo - conclude
Zalukar - che siamo l'unica regione al mondo che paga tanto di
più per arrivare tanto più tardi".
ACON/COM/fa