BULLISMO FEMMINILE. WEBINAR CRPO: PREVENZIONE PASSA DA CASA E SCUOLA
(ACON) Trieste, 1 dic - "È importante imparare a conoscere il
fenomeno del bullismo tra adulti - il mobbing - che, invece di
estinguersi continua a dilagare come la peggior pianta
infestante".
Queste le parole della presidente della Commissione regionale per
le Pari opportunità tra uomo e donna (Crpo), Dusy Marcolin, in
occasione del webinar Bullismo al Femminile, organizzato per
riflettere su questo fenomeno che si manifesta "ovunque: sul
lavoro, in famiglia e tra amiche".
"L'idea di organizzare l'incontro - ha spiegato Paola Carboni,
una delle componenti della Crpo - nasce all'interno del gruppo
Azioni positive della Commissione (che si occupa di esaminare e
valutare i progetti promossi da Comuni e altri Enti locali da
ammettere al finanziamento regionale, ndr) proprio dopo la
pandemia. Da quel periodo, si diceva, ne sarebbero usciti tutti
migliori. L'amara constatazione, emersa soprattutto dalla lettura
dei commenti online, che per tanti, tra cui anche molte donne,
non era stato affatto così, ci ha spinto a riflettere".
Sono entrate più nel dettaglio Nadia Sollazzo, psicologa e
psicoterapeuta, e Antonietta De Vita, ricercatrice e
professoressa aggregata di pedagogia generale e sociale presso il
dipartimento di Scienze umane dell'Università degli Studi di
Verona.
Sollazzo, che è anche volontaria dello sportello d'ascolto
Progetto donna, di Udine, ha esordito spiegando come "il 50% dei
ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 17 anni ha dichiarato di aver
subito bullismo o episodi di prepotenza e - ha proseguito - negli
ultimi anni l'immagine del bullo ha incluso l'universo femminile,
per il quale la cultura occidentale scoraggia i comportamenti
aggressivi e che presenta caratteristiche diverse da quelle
maschili, prediligendo modalità di prevaricazione indirette".
"Le conseguenze del bullismo subìto in giovane età - ha
proseguito la psicologa - sono molteplici e si possono protrarre
anche in età adulta, con conseguenze sulle dinamiche relazionali
femminili, che tendono a sviluppare relazioni amicali e
sentimentali più complesse che possono sfociare nella violenza di
genere o nel mobbing. Efficaci metodi di prevenzione - ha
concluso - possono essere, all'interno della famiglia, l'adozione
di stili educativi adeguati e la creazione di un dialogo aperto e
di un clima di disponibilità e calore".
"C'è un vuoto di dati sul bullismo femminile", ha evidenziato De
Vita, condividendo con la collega relatrice l'idea della sua
natura maggiormente indiretta e, soprattutto, relazionale. "Ci
siamo costruite - ha spiegato - all'interno della sfera delle
relazioni di cura che ci sono state assegnate nel corso della
storia e all'interno di esse abbiamo imparato ad esercitare anche
violenza e rabbia, continuando ad oscillare tra relazioni di
rivalità e solidarietà tra donne".
Lo studio dal titolo Il Bullismo al Femminile, che Sollazzo sta
conducendo e che coinvolge sei atenei italiani e svariate
popolazioni scolastiche, ha evidenziato come "la soluzione che ti
fa uscire dalla sofferenza è la complicità di avere delle amiche,
delle buone relazioni tra ragazze". Questa consapevolezza è utile
alla progettazione delle strategie di contrasto, ferma restante
la necessità per le donne di "decidere da quale parte vogliono
far pendere le proprie relazioni".
"Se a vent'anni sono incline ad avere atteggiamenti da bulla,
posso cambiare?": la domanda di Carboni pone le basi per la
conclusione dell'evento. "Uscire dalla violenza, sia da attore
che da vittima, è possibile se ci sono la consapevolezza e la
motivazione" ha affermato Sollazzo. Opinione condivisa,
quest'ultima, anche da De Vita, la quale ha sottolineato come il
quesito fondamentale è "ci interessa farlo?".
In chiusura di webinar, Marcolin ha ricordato il "ruolo
importantissimo che la famiglia, assieme alla scuola, svolge in
ciò che i bambini acquisiscono e che i ragazzi fanno".
ACON/SP-fc