SALUTE. SANTORO (PD): PROGRAMMA TERRITORIO DIMENTICA TROPPI PROBLEMI
(ACON) Trieste, 19 dic - "Le linee di principio del Programma
dei servizi territoriali sono certamente condivisibili e
auspicabili, peccato che 'messo a terra' dimentichi troppi
elementi che temiamo rimangano senza risposte, sia per le
modalità con i quali si intendono realizzare le azioni e farle
diventare prassi, sia per i tempi che prevedono un'entrata a
regime nel 2026 ponendo dei punti di domanda su cosa si farà
nell'immediato per i problemi che esistono e pesano già oggi.
Attendiamo che l'assessore ci dica cosa intenda fare da qui al
2026".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Mariagrazia
Santoro (Pd), a margine della seduta della III Commissione
consiliare riunita per esprimere il parere sul Programma
assistenza territoriale.
"Oggi ci hanno spiegato che il Programma fotografa la situazione
attuale - prosegue la Santoro -, ma così non pare proprio: troppi
sono i punti interrogativi e diverse le problematiche lasciate
dove sono, tanto da far sembrare questo documento più un atto
dovuto che uno strumento che possa in qualche modo risolvere nodi
strutturali e meno strutturali del sistema di cura territoriale".
"A partire dalla crisi dei medici di famiglia, il ruolo delle
farmacie (che si sono prese funzioni su temi come tamponi e
vaccinazioni), la crisi della guardia medica, i punti di
intervento chiusi dopo la crisi pandemica facendo venire meno il
livello base di prima emergenza. E ancora - elenca la consigliera
dem - le direzioni a scavalco, con i ruoli dei distretti non
chiari rispetto alla nuova organizzazione, poi le cure
territoriali per bambini e adolescenti che sono evidentemente
fondamentali in questo momento, il ruolo dei consultori da
chiarire".
Infine, l'esponente di Centrosinistra esprime una "preoccupazione
per la situazione dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli
Cenetrale (Asufc), dove c'è una disponibilità di posti letto
decisamente inferiore rispetto alle altre Aziende sanitarie e
comunque minore rispetto al fabbisogno. Riteniamo sia dunque
necessario rivedere il potenziamento delle cure intermedie
residenziali previsto nell'orizzonte temporale del 2026".
ACON/COM/rcm