SALUTE. ZALUKAR (MISTO): IL NUOVO MODELLO SANITÀ È UN SALTO NEL BUIO
(ACON) Trieste, 20 dic - "Cambia la sanità di base, titola oggi
un quotidiano di Trieste dando notizia dei nuovi modelli e
standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale in Friuli
Venezia Giulia. Ma dall'esame dei documenti, al di là delle
affermazioni ideologiche e di principio, non sembra emergere una
vera riforma dell'assistenza sanitaria, bensì una semplice
moltiplicazione di sportelli e strutture (Case della Comunità,
Centrali operative territoriali e ospedali di Comunità), senza
che si possa intravvedere una vision complessiva, né una
programmazione credibile, in termini di analisi dell'esistente,
di definizione degli obiettivi e della loro fattibilità, di un
vero sistema di monitoraggio atto a verificare i risultati".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Walter Zalukar,
del Gruppo Misto.
"Il grosso problema che emerge - è il suo commento - è l'esiguità
del personale che si prevede operi nelle nuove strutture, perché
a fronte delle riduzioni dell'ultimo decennio, per l'assistenza
territoriale si prevedono incrementi che appaiono molto scarsi,
soprattutto se rapportati a servizi che si vorrebbero capillari.
Non è pensabile che dopo le carenze che sono diventate evidenti a
tutti con la pandemia, si progetti di rimettere in sesto il
Servizio sanitario regionale senza rilevanti incrementi di
personale. Né è pensabile concentrare tutti gli sforzi sulla
medicina territoriale, trascurando la rete ospedaliera, che si è
dimostrata anche questa ampiamente insufficiente, e per la quale
in sostanza ci si limita a intervenire sull'edilizia e sulle
tecnologie, a anche qui poco".
"Con l'obiettivo della concretezza piuttosto che dell'ideologia -
fa presente Zalukar -, ho cercato di analizzare nel dettaglio per
far parlare i numeri, per comprendere, al di là delle
enunciazioni teoriche, cosa avverrebbe nella pratica se si
realizzassero questi progetti. Credo basti qui indicare, a titolo
di esempio, come sarà l'assistenza domiciliare, quella di cui c'è
più bisogno per curare a casa i malati anziani ed evitare per
quanto possibile l'ospedale. Il nuovo modello prevede di passare
gradualmente dall'attuale 5,1% al 10 % delle persone over 65
assistite a domicilio. Ebbene, per il 60% di questi pazienti la
cosiddetta presa in carico consisterà in una visita a domicilio
di un operatore sanitario in media una volta al mese.
Un'ulteriore 20% avrebbe una visita a domicilio del medico meno
di una volta ogni due mesi e dell'infermiere, o altro personale
sanitario ogni 12 giorni".
"Del resto il rapporto Ambrosetti, già citato anche
dall'assessore alla Salute, riporta che in Fvg ci sono 62,3
pazienti over 65 su 1.000 in assistenza domiciliare integrata
(Adi) e che ricevono in media 14 ore di assistenza all'anno. Non
sembra che un simile - conclude Zaluakr - approccio possa essere
efficace a far fronte alle necessità della gran parte delle
persone fragili e affette da multiple patologie, e nemmeno che
possa evitare il ricorso al Pronto soccorso o al ricovero
ospedaliero. Sembra invece idoneo ad alimentare statistiche che
faranno apparire quello che non è, perché una visita al mese del
medico di medicina generale non può essere considerata una presa
in carico".
ACON/COM/rcm