ENTI LOCALI. OK V COMM A REINTRODUZIONE PROVINCE, NO DA OPPOSIZIONI
(ACON) Trieste, 10 gen - Muro contro muro sulla reintroduzione
delle Province: il Centrodestra parla di "impegno rispettato",
mentre le Opposizioni contestano una norma "di sapore
elettoralistico, che arriva a tempo scaduto". E così l'esame
della proposta di legge costituzionale che prevede di modificare
lo Statuto per ridare spazio agli enti elettivi di area vasta
passa con il voto favorevole della Maggioranza e il no di tutti i
gruppi di minoranza.
Nella seduta della V Commissione presieduta da Diego Bernardis
(Lega) è toccato all'assessore alle Autonomie locali Pierpaolo
Roberti spiegare, nell'introduzione e nella replica, il
significato della pdl della Giunta. "Abbiamo provato ad agire
sulle norme di attuazione dello statuto, attraverso la
Commissione paritetica - ha ricordato Roberti - e siamo arrivati
a un primo voto positivo da parte di quell'organismo. Poi però la
caduta del Governo Draghi ha azzerato di nuovo la commissione
Stato-Regione e noi ci siamo visti costretti a cambiare strada,
optando per una proposta di legge costituzionale". L'assessore ha
risposto in questo modo ai tanti consiglieri di Opposizione che
avevano criticato la tempistica di questa pdl, presentata a pochi
mesi dalla scadenza del mandato.
Ma la discussione più accesa si è consumata sui contenuti, e si
può riassumere nella domanda: le Province servono davvero? La
risposta di Roberti è un convinto sì: "Il tema centrale è quello
delle funzioni: non ha senso che un ente di programmazione come
la Regione si occupi anche di minute disposizioni amministrative
come lo sfalcio dell'erba o i permessi per i direttori dei
poligoni di tiro. Credo invece che questo spetti agli enti di
area vasta, e che le Province possano avere un maggior numero di
funzioni gestionali rispetto al passato". Su un piano più
generale, l'assessore è convinto che "la soppressione delle
Province, così come la riduzione del numero dei parlamentari,
fosse il frutto di un momento storico in cui qualcuno voleva a
tutti i costi rincorrere l'anti-politica. E mi stupisco di chi
contesta l'elezione diretta dell'ente: io sono convinto che
chiunque viene chiamato a gestire denaro pubblico per dare
servizi ai cittadini debba risponderne alla gente, in modo che se
sbaglia possa essere mandato a casa".
Un esplicito consenso alla norma è giunto anche dal capogruppo di
Progetto Fvg/Ar, Mauro Di Bert: "Le Province hanno avuto un ruolo
importante come ente intermedio, e noi in Fvg siamo stati gli
unici a cancellarle del tutto quando invece bastava fare un
restyling, rivedendone i contenuti". Di "riscatto dopo le
umiliazioni subite in fase di chiusura delle Province" ha parlato
il capogruppo di Forza Italia, Franco Mattiussi: "Quegli enti si
occupavano di settori importanti, a Udine gestivamo tremila
chilometri di strade. Mentre la Regione dovrebbe legiferare più
che amministrare".
"L'abolizione delle Province - ha aggiunto il leghista Lorenzo
Tosolini - ha lasciato molti problemi, mentre l'introduzione
delle Uti ha creato più confusione che benefici. Tanto è vero che
in tutte le altre regioni le Province esistono ancora, sia pure
come enti di secondo grado". Giuseppe Sibau (Prog Fvg/Ar) ha
ammesso "di aver votato per l'abolizione delle Province nella
scorsa legislatura. Ma allora mi adeguai alle indicazioni del
capogruppo, senza avere sufficienti elementi per giudicare,
mentre poi mi sono accorto che la soppressione di quell'ente ha
peggiorato le cose: gli stessi sindaci ne avvertono la mancanza".
Il variegato fronte del no ha esordito in aula con l'intervento
di Furio Honsell. "È un'operazione superflua, pleonastica,
ridondante - ha detto il consigliere di Open Sinistra Fvg - e in
una regione piccola come la nostra non vedo come 4 enti in più
possano aiutare. Dovremmo prendere esempio dalla Francia che ha
trovato il modo di coordinare in modo efficace i suoi tantissimi
Comuni". Decisamente scettico anche Franco Iacop (Pd): "Siamo a
pochi giorni dalle elezioni, e forse solo alla fine della
prossima legislatura, dopo i vari passaggi parlamentari, si potrà
davvero mettere mano a questi enti. Questa pdl attesta il
fallimento della Giunta sulla reintroduzione delle Province".
Leggermente più sfumata la posizione del capogruppo M5S, Mauro
Capozzella: "Le Province sono riconosciute dalla Costituzione e
non si può dire di no a prescindere, piuttosto ci si può
confrontare sul fatto che debbano essere elettive. Girando il
territorio in questi anni - ha aggiunto il pentastellato - ho
sentito molte richieste dei cittadini in tema di sanità e di
bonus edilizi, tutti temi di cui le Province non si sono mai
occupate".
Giampaolo Bidoli (Patto per l'Autonomia) è convinto che "né le
Province né le Uti fossero la risposta adeguata, avremmo dovuto
fare un ragionamento diverso e noi eravamo disponibili a fornire
idee in vista della riforma. Non mi si dica però che il ritorno
delle Province ridarà a Udine l'identità friulana che abbiamo
smarrito, perché l'identità friulana va riconosciuta a un
territorio molto più ampio".
"Nulla avrebbe impedito a Roberti di anticipare i tempi di questa
proposta - è la convinzione del dem Francesco Russo - visto che
il suo partito è stato al governo per gran parte della
legislatura. Dobbiamo piuttosto domandarci perché in tutto il
Paese nessuno abbia pensato di ripotenziare le Province, ridotte
oggi a ben poca cosa rispetto a un tempo. Io credo che i
territori non ne sentano davvero il bisogno, che cittadini e
imprese non vogliano ulteriori aggravi amministrativi". Russo ha
poi anticipato i contenuti di una sua proposta di riforma su
Trieste ("Chiederemo di costituire una comunità, vedremo se
vorrete fare qualcosa di davvero concreto per i cittadini"),
ricevendo da Roberti una secca replica ("La sua, non la nostra, è
una boutade elettorale propagandistica").
Un no alla pdl è arrivato anche da Tiziano Centis, capogruppo di
Civica Fvg: "Rischiamo di avere una moltitudine di enti che
governano il territorio, specie in montagna dove ci sono anche le
Comunità. I sindaci chiedono soluzioni diverse rispetto a un
nuovo ente intermedio". "Io dovrei rallegrarmi di questa
proposta, perché 5 anni fa la Slovenska Skupnost chiese di
riformare e non di abolire le Province - ha osservato Marko
Pisani - ma in questa pdl non vedo le risposte che chiedono gli
amministratori locali, è solo un po' di marketing pre-elettorale".
Era stato Diego Moretti, capogruppo del Pd, il più puntiglioso
nella ricostruzione storica: "Il superamento delle Province
faceva parte del programma elettorale di Tondo e dei Cinque
Stelle, non solo della Serracchiani. E il provvedimento venne
votato da tutti, chi non era d'accordo uscì dall'aula. Oggi - ha
concluso - arriviamo a questa pdl che avvia un iter molto lungo,
e parla semplicemente di enti di area vasta, mentre a me non
sembra che i cittadini abbiano sentito come un'espropriazione il
venir meno delle Province".
ACON/FA-fc