SALUTE. OK UNANIME III COMM A PDLN DEFICIT ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ
+++Moras (Lega): ne soffre il 5 per cento degli alunni. Ussai
(M5S): fare in fretta+++
(ACON) Trieste, 12 gen - Parte dal Friuli Venezia Giulia in
maniera convinta e trasversale una nuova iniziativa legislativa
che mira a rafforzare le azioni e i provvedimenti legati alle
necessità sanitarie, educative e sociali dei sempre più numerosi
soggetti alle prese con un disturbo da deficit di attenzione e
iperattività.
La III Commissione presieduta da Ivo Moras (Lega), riunita a
Trieste nell'aula consiliare, ha infatti espresso parere
favorevole all'unanimità alla proposta di legge nazionale 17 che
contiene disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione
delle persone affette da Ddai e/o Adhd.
Il documento, del quale Moras era stato promotore e primo
firmatario (affiancato dagli altri esponenti del Carroccio, ai
quali si era successivamente unito anche il collega Edy Morandini
di Progetto Fvg/Ar), vedrà lo stesso presidente anche in qualità
di relatore unico in sede di esame conclusivo da parte
dell'Assemblea legislativa. Solo allora potrà essere avviata la
seconda fase di un iter che prevede il successivo approdo della
norma anche a livello di ministero della Salute, per uniformare
il modo di affrontare la patologia attraverso una legge nazionale
di riferimento.
I 10 articoli della pdln 17 mirano a tutelare chi deve affrontare
una patologia che, se diagnosticata per tempo, permette a chi ne
è affetto e alla sua famiglia di condurre una vita dignitosa. Si
tratta di un disturbo del neurosviluppo che si presenta
precocemente e ha pesanti ricadute sul funzionamento individuale,
socio-emozionale e accademico, includendo difficoltà di
attenzione e di concentrazione, di controllo degli impulsi e del
livello di attività, agendo diversamente su bambini di sesso
maschile e femminile. Se non adeguatamente individuato, può
portare a esiti drammatici per l'individuo, la famiglia e anche
la scuola.
L'ottica di intervento, tuttavia, non si limita alla presa in
carico del bambino, ma vuole altresì accompagnarlo in un percorso
di vita che lo faccia sentire il più possibile accettato dalla
società e non emarginato perché ritenuto ingestibile. Oltre al
riconoscimento del disturbo come patologia invalidante,
l'articolato prevede misure di supporto volte a garantire
l'integrazione sociale, scolastica e lavorativa, l'adozione di
uno specifico Piano nazionale, l'istituzione di appositi centri
regionali, la creazione di una rete dei servizi e di un comitato
tecnico-scientifico volto al monitoraggio e alla verifica. Tutto
questo attraverso la collaborazione e l'integrazione dei settori
pubblici della sanità e dell'assistenza sociale con la
cooperazione sociale e il terzo settore.
Il pronunciamento è arrivato dopo l'intervento del consigliere
Andrea Ussai (M5S) che ha auspicato, grazie anche all'unanimità
di giornata, sviluppi celeri "prima davanti al Consiglio
regionale Fvg e poi a livello nazionale. Sarà comunque necessario
vigilare su entrambi i fronti in prospettiva di una reale
applicazione dei contenuti inseriti nella delicata proposta di
legge".
Visibilmente soddisfatto, a fine lavori, il leghista Moras che,
annunciando la disponibilità da parte dell'onorevole Massimiliano
Panizzut a farsi carico della promozione del provvedimento a
livello ministeriale, ha ricordato le audizioni già archiviate
con associazioni e operatori del settore.
"Nel corso dei numerosi incontri, compresi quelli con i docenti
delle scuole primarie, è emerso - ha evidenziato - che almeno un
alunno per classe ha questo tipo di disturbo, per un 5%
complessivo. Sono quindi evidenti i problemi per l'allievo che ha
difficoltà a essere ricompreso nel gruppo e, in mancanza di
persone adeguatamente formate, anche per gli insegnanti nel
proseguire l'attività didattica".
"Senza dimenticare - ha concluso Moras - le ricerche più recenti
che associano alla popolazione delle carceri un bacino di
soggetti colpiti tra il 25 e il 45%. È quindi necessario
intervenire in maniera omogenea a livello nazionale: questa è una
norma generale e astratta, ma costituisce comunque un punto di
partenza per procedere verso una presa in carico delle persone,
necessaria e propedeutica all'inclusione, nonché al miglioramento
della loro qualità di vita".
ACON/DB-fa