COMMERCIO. II COM: OK A DDL 181, DISCUSSIONE SU REQUISITI CIBO SAGRE
+++La norma proposta da Bini approvata a maggioranza, le
Opposizioni si astengono+++
(ACON) Trieste, 17 gen - Presieduta dal leghista Alberto Budai,
la II Commissione ha approvato a maggioranza - con il voto
favorevole di tutto il Centrodestra e l'astensione dei gruppi di
Opposizione - il ddl 181 in materia di commercio. Il via libera è
giunto al termine di un confronto pacato, che si è acceso solo su
un emendamento di Cristian Sergo (M5S), poi ritirato, relativo
alla somministrazione di alimenti e bevande in occasione di sagre
ed eventi temporanei.
L'assessore di riferimento, Sergio Emidio Bini, ha preannunciato
il parere favorevole ad alcune proposte giunte dai consiglieri di
minoranza, dando fin da subito il via libera a un emendamento di
Sergo sull'equiparazione delle sanzioni tra commercio in sede
fissa e su area pubblica, e anche a una richiesta del dem Enzo
Marsilio relativa alla commercializzazione dei prodotti di malga,
da far rientrare nel bando sul recupero del patrimonio malghivo.
Accolta anche una correzione richiesta da Leonardo Barberio (FdI)
sull'ampliamento del riconoscimento a locale storico per alcuni
settori, tra i quali la lavorazione artistica tradizionale e
l'abbigliamento su misura.
I temi prettamente politici sono emersi nel corso della
discussione generale, introdotta da una sintetica illustrazione
di Bini. "Questo disegno di legge - ha spiegato l'assessore -
attua una manutenzione straordinaria della legge regionale del
2005 con l'obiettivo fondamentale di semplificare e ridurre le
spese burocratiche delle imprese, abrogare le norme in contrasto
con leggi comunitarie e nazionali, nonché riorganizzare il
commercio su aree pubbliche. Viene invece rimandato alla prossima
legislatura un intervento più sostanziale sulla legge".
Una scelta criticata da Sergio Bolzonello. "Ci aspettavamo - ha
replicato il consigliere del Pd - un ddl più strutturato, di
riforma, come era stato annunciato ai tempi di SviluppoImpresa,
mentre il vero approccio al tema viene rimandato: lo metto perciò
nella casella delle cose non fatte in questa legislatura". Pur
ammettendo "di condividere molte delle modifiche proposte",
Bolzonello ha osservato che "resta il tema delle aperture e
chiusure nei giorni di festa: ricordo che, a suo tempo, il
compromesso delle 20 domeniche consentiva ai lavoratori del
comparto di poter stare in famiglia almeno con una certa
ciclicità. Su questo tema presenteremo un emendamento, anche se
so bene - ha aggiunto l'esponente dem - che verrebbe comunque
bocciato a livello nazionale. Ma io sono convinto che in alcune
situazioni bisognerebbe buttare il cuore oltre l'ostacolo".
Protagonista del dibattito anche con la presentazione di numerosi
emendamenti, nella maggior parte dei casi ritirati per
approfondimenti su richiesta della Giunta, il pentastellato Sergo
ha espresso la preoccupazione che "alcune modifiche proposte si
possano trasformare in ulteriore liberalizzazione e non solo in
una semplificazione. Ad esempio quando si prevede la possibilità
di vendere nelle fiere anche a chi non ha l'autorizzazione al
commercio in aree pubbliche. E anche su urbanistica e viabilità,
nonostante l'assessore rimandi a interventi successivi, mi sembra
che venga favorita la nascita di ulteriori strutture commerciali
medio-grandi, di certo non ben viste dai piccoli commercianti".
Tra gli esempi portati da Sergo vi è, come si diceva, la
possibilità di somministrare alimenti e bevande anche in assenza
di requisiti professionali in occasione di attività temporanee
come le sagre. "Allora si abbia il coraggio di aprire a tutti e
sempre - ha osservato il consigliere M5S - perché chi vuole
aprire un ristorante deve avere rigorosi requisiti". "C'è una
norma nazionale che lo stabilisce - ha replicato Bini - e questo
vale solo per alcune attività. E poi facciamo attenzione: le
sagre sono una ricchezza per il Friuli Venezia Giulia".
Parole condivise da Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg-Ar
("Articolo in linea con i tempi, si parla di circostanze
temporanee", ha rimarcato), dal presidente di Commissione, Budai
("Qualcuno si metta nei panni dei presidenti di queste
associazioni, alle prese con tanti oneri e norme"), dallo stesso
Bolzonello ("In Friuli la sagra rientra più nel sacro che nel
profano") e dal leghista Lorenzo Tosolini ("Chi lavora in sagra
partecipa a corsi periodici di aggiornamento, e servono molte
altre autorizzazioni").
È stato invece il capogruppo di Forza Italia, Franco Mattiussi,
pur favorevole alla norma, a portare un po' d'acqua al mulino di
Sergo: "In linea generale dovrei essere d'accordo con lui, perché
sappiamo che chi prepara pranzi e bevande può anche causare danni
alla salute del cliente, ma nella nostra meravigliosa regione
anche chi non ha l'attestato di operatore del settore svolge
questo compito in modo accurato. È bene comunque limitare queste
possibilità a manifestazioni brevi, e sarebbe opportuno che
almeno chi richiede l'autorizzazione avesse l'attestato di
frequenza ai corsi di settore".
Considerazione ripresa da Sergo nella sua replica: prima di
ritirare l'emendamento, l'esponente M5S ha invitato a "non
strumentalizzare le mie parole, dicendo che così si attaccano le
sagre. Se non volete seguire me, almeno seguite la soluzione
proposta da Mattiussi".
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha invece posto, in termini
generali, il problema della tutela "di mercati ambulanti e fiere,
importanti per la coesione sociale, anche con il miglioramento
dei servizi attinenti" e della promozione "dei prodotti agricoli
a chilometro zero, patrimonio da sostenere". Il consigliere è
invece critico "sui distributori automatici, che in molti casi
distribuiscono il cosiddetto cibo spazzatura e bevande ricche di
zuccheri, a lungo andare potenzialmente pericolose per la salute:
in queste strutture andrebbe imposto qualche prodotto sano". "Ci
sono - ha replicato l'assessore - distributori automatici che
vendono prodotti locali come il frico".
Bini ha anche risposto, con l'ausilio dei suoi uffici, a
Bolzonello che gli aveva sottoposto il problema della procedura
aperta sul mercato di Pordenone: "Va chiarito che non può esserci
retroattività nell'applicazione di questo ddl. Tuttavia, visto
che quella procedura è sospesa, nessuno adesso può vietare al
Comune di Pordenone di fare riferimento al testo attuale". È
emerso infatti che il Municipio pordenonese ha chiesto di recente
alla Regione la conferma di questa possibilità.
ACON/FA-db