FVG-CROAZIA. CONVEGNO SU ZAGABRIA IN SCHENGEN. ZANIN: ESAME SUPERATO
+++Murkovic: flusso migratorio nei Balcani è inarrestabile+++
(ACON) Trieste, 24 gen - La bandiera a scacchi bianchi e rossi
e il tricolore, due comunità che la storia ha intrecciato e
diviso nel corso dei secoli, si ritrovano più che mai unite sotto
il mantello dell'Unione Europea da 24 giorni. Tanti ne sono
passati dal 1 gennaio, quando la Croazia è entrata ufficialmente
nello spazio Schengen, adottando l'euro come moneta comune e
completando il percorso avviato con l'adesione del 2013.
È questa la grande novità sottoposta al vaglio delle istituzioni,
ma anche di numerosi rappresentanti della società civile di ambo
i Paesi, nel corso del convegno organizzato oggi a Trieste, in
sala Tessitori, dalla Comunità croata giuliana e dal Consiglio
regionale.
"Non siamo più tante piccole isole, stiamo diventando una grande
isola", ha riassunto Damir Murkovic, presidente della Comunità
croata di Trieste, che ha messo in rilievo come "la Croazia sia
sempre stata parte dell'Europa, e ora vi rientrano pienamente
anche le sue istituzioni". Un passaggio che favorirà "conoscenza
e rispetto reciproci, perché entriamo in una grande comunità di
450 milioni di persone, l'area Schengen, dove lingue e culture si
contaminano", non solo grazie al turismo ma anche per il prezioso
apporto fornito "dalla diplomazia culturale, che trasmette
conoscenze e consente progetti collegiali".
Murkovic ha parlato anche dello scottante tema delle migrazioni,
"che affida alla Croazia un ruolo nuovo", definendo
"inarrestabile il flusso migratorio nei Balcani" e invitando a
vedere "chi passa il confine come un'opportunità per frenare la
decrescita e non come una minaccia", senza atteggiamenti
egoistici, pur consapevoli che "il processo va comunque regolato".
Dopo il saluto di Davorka Saric, console della Repubblica di
Croazia a Trieste, è stato il presidente del Consiglio regionale,
Piero Mauro Zanin, a impostare i temi alla base della successiva
discussione.
"L'Europa e l'Unione Europea sono due realtà distinte, non va
fatta confusione tra questi due termini - ha esordito il
presidente -: bisogna infatti ricordare che l'Europa è una realtà
molto più vasta e complicata". Per poi osservare che "la Croazia
è entrata in area Schengen al termine di un percorso serio ed
esigente, senza scorciatoie, superando tutti gli esami. Mentre
altri Paesi sono stati fatti entrare per motivazioni
prevalentemente politiche, con un allargamento attuato a volte in
modo superficiale, più per l'interesse degli Stati che dei
popoli".
E proprio a proposito di Stati e popoli, Zanin ha ribadito il suo
appello "a superare l'idea dell'unanimità in seno all'Unione
Europea e ad affidare un ruolo incisivo alle autonomie locali,
alle città e alle Regioni, che spesso vivono più degli Stati la
fratellanza con i popoli vicini, rendendo effettivo e non solo
consultivo il ruolo del Comitato delle Regioni, che per ora è
chiamato soltanto a dare pareri. Il Friuli Venezia Giulia ha
fatto in questo senso un grande lavoro, fin dall'intuizione di
Alpe Adria, davvero innovativa per i tempi, capace di aggregare
le popolazioni vicine".
Questo processo di conoscenza e collaborazione ha portato a un
modello di integrazione che il presidente considera "davvero
vincente. Oggi non ha senso parlare di rapporti confinari in
termini puramente geografici, del Fvg come ponte o come barriera,
proprio perché le tante minoranze che dall'estero arrivano nei
nostri Paesi modificano il quadro sociologico dei territori,
integrandosi e diventando portavoce degli interessi della
comunità, senza per questo rinnegare le loro origini. Questo è
l'esempio concreto - ne è convinto Zanin - di un'Europa che
funziona, che non crea ripulse e divisioni, razzismo e
discriminazione".
Quanto al tema dei migranti, il presidente della massima
assemblea legislativa ha osservato "che non servono muri, barche
o navi, perché chi non ha speranza per sé o per la sua famiglia
non si ferma per nessun motivo, si muove e basta. La vera
parola-chiave dell'Ue deve essere allora quella della
contaminazione. Pur difendendo la nostra identità e le nostre
radici, perché è necessario sapere chi siamo e da dove veniamo,
serve contaminarsi con i rami dell'albero vicino, dando ragione
al sociologo McLuhan quando scriveva che la contaminazione è solo
la rivelazione di una situazione che cambia ad alta velocità. E
il fatto che questo convegno sia organizzato dalla Comunità
croata di Trieste - ha concluso Zanin - è il segno di questa
contaminazione".
Ha raggiunto i partecipanti al convegno anche Roberto Dipiazza,
sindaco di Trieste, che ha voluto esprimere "tutta l'emozione e
la soddisfazione per aver finalmente potuto varcare il confine
croato senza barriere". Dipiazza ha parlato della possibilità di
organizzare a Trieste "un vertice tra i presidenti degli Stati
del sud-est europeo, con i sindaci del territorio, sulla
falsariga di quello che avvenne con i presidenti di Italia,
Slovenia e Croazia, in modo da poter siglare una sorta di patto
di Trieste".
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