UNIVERSITÀ. MORETUZZO (PATTO): BENE DA TUTELARE CON INVESTIMENTI SERI
(ACON) Trieste, 30 gen - "Ho partecipato all'inaugurazione
dell'anno accademico dell'Università di Udine, ascoltando con
interesse gli interventi del rettore Pinton e del professor
Giovannini, incentrati sugli obiettivi raggiunti dalla nostra
università e su quelli ancora più ambiziosi raggiungibili grazie
all'alta formazione e alla ricerca per coniugare lo sviluppo
sostenibile e le politiche ambientali".
Lo afferma in una nota Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto
per l'Autonomia in Consiglio regionale, a margine della cerimonia
di inaugurazione dell'anno accademico 2022-2023 dell'ateneo
friulano.
"La strada è quella giusta - prosegue Moratuzzo -, molto rimane
da fare però perché i nostri atenei, nell'esercizio della loro
autonomia, possano esprimere tutto il loro potenziale. Tante
ancora le mancanze, soprattutto da parte dello Stato che non
investe in un settore essenziale per il nostro futuro (l'Italia
con una spesa intorno al 4% si posiziona in fondo alla classifica
Ue) quando ormai da anni è noto che la percentuale di spesa in
istruzione e ricerca è un moltiplicatore formidabile non solo del
Pil ma di tutti gli indicatori. La stessa ministra Bernini da un
lato porta in dote alla campagna elettorale di Fontanini una
manciata di posti in più nell'accesso a medicina, dall'altro
reintroduce, per esempio, lo strumento degli assegni di ricerca,
già abolito dal Governo Draghi su richiesta pressante dei precari
della ricerca".
"Abbiamo bisogno come il pane di nuove professionalità e
investire a tutti i livelli, in formazione è una esigenza
irrinunciabile. Gli effetti però si producono nel medio periodo,
mentre la politica vive di emergenze e propaganda quotidiana -
continua l'autonomista -. Ci auguriamo che i rappresentanti della
Giunta regionale abbiano ascoltato con attenzione la lectio
magistralis del professor Giovannini: non è più tempo di
tergiversare e sprecare risorse pubbliche in opere che vanno in
direzione contraria allo sviluppo sostenibile: consumo di suolo,
nuove industrie inquietanti, sprechi di acqua non possono più
essere tollerati. Speriamo che lo abbiano ascoltato anche alcuni
industriali e rappresentanti delle categorie economiche, ancorati
a un modello di sviluppo ottocentesco che ha fatto ormai il suo
corso".
"Il Friuli Venezia Giulia ha bisogno di cambiare direzione e di
farlo subito nelle sue politiche pubbliche come in quelle
private, assumendo come volano di crescita la salvaguardia del
suo ambiente. Partire dalla qualità della ricerca e dalle persone
che qui si sono formate e si stanno formando - conclude Moretuzzo
- è un passo indispensabile, un'occasione che non possiamo
permetterci di perdere in cambio di qualche mancia
elettoralistica di corto respiro".
ACON/COM/rcm