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60 ANNI FVG. INTERVENTI. BELLAROSA: AUTONOMIA VINCA SU CENTRALISMO

31.01.2023
13:38
(ACON) Trieste, 31 gen - "Il mio augurio è quello che, in occasione della prossima celebrazione, il confronto tra centralismo e autonomia veda vincere definitivamente l'autonomia. Il Friuli Venezia Giulia se lo merita in qualità di Regione straordinaria: nata tra le difficoltà, ma poi diventata unica. E, soprattutto, senza il famoso trattino che avrebbe potuto essere considerato come una separazione ormai superata".

Accorato e storicamente approfondito l'intervento dell'ex segretario generale della Regione Fvg, Giovanni Bellarosa, avvenuto nel corso della cerimonia dedicata al sessantesimo anniversario dello Statuto di Autonomia, ospitata a Trieste nell'aula dell'Assemblea legislativa.

Introdotto dal presidente Piero Mauro Zanin quale figura deputata a delineare "la prassi e la pratica reale che si concretizzano attraverso gli atti amministrativi e le leggi che la struttura deve poi concretizzare", Bellarosa era chiamato a delineare con chiarezza il passato dell'autonomia speciale regionale.

"Inizierò da lontano, ma non spaventatevi - ha infatti esordito - perché la vita di questo Paese, anche quella precedente all'unità d'Italia, è sempre stata caratterizzata da una situazione costante: ovvero, il conflitto, la contrapposizione e la divisione tra autonomia e centralismo". Da Cavour (interessato al sistema teresiano aperto alle autonomie) a Ricasoli (centralista), fino al prevalere della cultura napoleonica, rappresentata dal Regno di Sardegna.

"Perché il centralismo ha avuto la meglio sull'autonomia? La risposta, assoluta costante radicata nei tempi, sta nella questione meridionale. Nell'ambito dell'Assemblea costituente, Nitti (centralista) discuteva con il sardo Lussu (autonomista e federalista), lasciando poi al decreto 616 del 1977 il titolo di momento più alto per l'autonomia, disciplinata in materia organica in quanto a funzioni, materia e competenza".

"Territorio, confini, multiculturalità e plurilinguismo: i nostri deputati regionali, come gli onorevoli Tessitori e Pecorari, seppero convincere l'Assemblea, un po' alla volta, riguardo la validità dell'operazione dell'aggregazione progressiva della Regione - ha ricordato Bellarosa - fino al colpo di genio della specialità. Non ci fu però alcun regalo, bensì un atto di assunzione di responsabilità dei parlamentari che costituisce le radici della nostra realtà politico-istituzionale. Quindi, la nostra è un'autonomia conquistata".

Gli obiettivi? Superare l'emarginazione e l'emigrazione che, a modo loro, hanno portato "al vertice della capacità di questa Regione di superare il disastro del terremoto: secondo momento di grande assunzione di responsabilità, percorrendo la strada verso il riscatto da situazioni straordinarie".

I punti di forza, secondo Bellarosa, sono stati la stabilità (Alfredo Berzanti, Antonio Comelli e Adriano Biasutti restarono in carica per 10 anni o poco meno), una buona legislazione, la valorizzazione del valore aggiunto dello Statuto e un'unità regionale che si è consolidata progressivamente verso la realizzazione di una sussidiarietà vera e non solo dichiarata.

"A cavallo del nuovo millennio sono giunte modifiche epocali e, chi ha vissuto dall'interno gli anni Novanta, ha percepito una sorta di rivoluzione che ha lasciato comunque intatta la solidità dell'istituzione, grazie anche all'intelligenza politica di chi la guidava e che seppe riconoscere una tradizione ultra decennale di buon governo. Finirono gli esecutivi di lunga durata, ma rimasero i valori forti dell'identità, dell'appartenenza e dello spirto di servizio. Inoltre, se oggi la Conferenza delle Regioni non è più un incontro informale tra presidenti, ma altresì un interlocutore autorevole e riconosciuto del Governo italiano, si deve anche a Comelli che aveva concorso alla sua creazione". "Il momento più difficile - ha concluso Bellarosa - si è palesato tuttavia nel 2001, allorché la storia del regionalismo speciale si è intersecata con quella del regionalismo ordinario. La riforma della legge 3, infatti, fotografa plasticamente la dicotomia tuttora esistente tra centralismo e autonomia, della quale il Paese non sembra in grado di liberarsi. Purtroppo, tema finale e delicato, una responsabilità possiamo individuarla anche nelle sentenze della Corte costituzione dove, troppo spesso, l'ago della bilancia propende verso le ragioni e le competenze statali". ACON/DB-fc



L'intervento in Aula dell'ex segretario generale della Regione, Giovanni Bellarosa, in occasione dei 60 annni Fvg