60 ANNI FVG. POLO LIBERALE: NELLO STATUTO LE RADICI DEL FUTURO
(ACON) Trieste, 31 gen - "Le ragioni storiche che portarono a
conferire la specialità al Friuli Venezia Giulia possono essere
ricondotte a tre: la presenza e la relativa e necessaria tutela
di minoranze linguistiche, la posizione geografica e geopolitica
nell'epoca della Guerra Fredda con la difficile situazione di
Trieste e il sottosviluppo economico di buona parte della
regione, particolarmente martoriata dalla II Guerra Mondiale".
Questa la nota dei consiglieri regionali del Polo Liberale,
Giuseppe Nicoli, Walter Zalukar ed Emanuele Zanon, sulla storia
dello Statuto di autonomia della nostra Regione che compie 60
anni.
"La specialità e l'autonomia - proseguono i tre consiglieri -,
sostanziatesi con ampie competenze legislative e dal metodo di
finanziamento (risorse proprie e compartecipazione ai tributi
erariali), da sole non sarebbero state sufficienti al
raggiungimento degli straordinari risultati sociali ed economici
fin qui raggiunti dalla Regione nel corso di questi
sessant'anni".
"Il principio di responsabilità, inscindibilmente legato
all'autonomia, sembra assumere da subito l'accezione tipicamente
anglosassone di accountability laddove l'oculato uso delle
risorse si unisce all'efficacia delle politiche messe in atto.
Alcuni esempi. L'operosità, la solidarietà e l'accorto uso delle
risorse sono state protagoniste della risposta della Regione al
terremoto del 1976, dopo soli 13 anni di regime speciale. Il
Servizio sanitario regionale, finanziato da risorse proprie per
l'uscita dal Fondo sanitario nazionale, applica, senza
protagonismi e virtuosamente, il modello organizzativo nazionale
sorto negli anni novanta e, con un'offerta quasi totalmente
pubblica, per almeno due decenni si colloca tra i migliori
servizi sanitari del Paese. Benché non legato giuridicamente alle
norme dello Statuto, l'attuale risultato del porto di Trieste si
deve ad un clima che lo Statuto ha favorito. La stessa capacità
di investimento e di fare rete ha contribuito altresì allo
sviluppo della cantieristica Monfalconese con Fincantieri; la
visione sinergica delle politiche nelle attività produttive e di
quelle di ricerca hanno favorito la nascita di diversi poli
scientifici da Trieste a Pordenone che fanno cultura, innovazione
e supporto alle imprese".
"In altri termini, lo Statuto, sorto per le citate ragioni, ha
dato vita ad un modo di essere e di operare che permea anche le
diverse inclinazioni politiche che si susseguono alla guida della
Regione. Si assiste oggi a una spinta autonomista delle Regioni
più ricche e virtuose del Paese - così ancora Nicoli, Zalukar e
Zanon - e ciò innesca da un lato un contrasto con lo Stato
centrale preoccupato di garantire l'unità nazionale attraverso
l'uniformità dei diritti, delle opportunità e dei servizi e
dall'altro, anche involontariamente, rischia
di minare, stemperandole, le ragioni dell'autonomia del Fvg".
"In effetti, le ragioni del 1963 appaiono in parte superate e in
parte mutate. Sebbene con quarant'anni di ritardo - concludono
gli esponenti del Polo Liberale -, la legge di tutela della
minoranza slovena (la 38/2001) è stata approvata, i confini non
sono più quelli fisici e attigui, ma quelli europei e infine, con
un'economia altamente interrelata, questi si spingono ancora più
in là. Eppure le conquiste culturali, sociali e di sviluppo sia
istituzionale che economico sono frutto dello Statuto il cui
valore si palesa nella forma mentis e nel modus operandi
generalmente adottati dalla popolazione del Fvg e che potrebbero
costituire un esempio per declinare le nuove spinte autonomiste
pur entro i paletti dello Stato nazionale".
ACON/COM/rcm