PROVINCE. RELATORI TOSOLINI-DI BERT: REINTRODURLE NELLO STATUTO FVG
(ACON) Trieste, 31 gen - Modificare la legge costituzionale
1/1963, ovvero lo Statuto speciale della Regione Friuli Venezia
Giulia, reintroducendo gli enti di area vasta - le Province
elettive - a fianco dei Comuni quali pilastri dell'ordinamento
locale.
Lo scopo della proposta di legge nazionale (pdln) 19 che l'Aula
si appresta ad approvare è stato spiegato da Lorenzo Tosolini
(Lega) e Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) quali relatori per la
maggioranza del provvedimento.
Il fulcro - hanno detto Tosolini e Di Bert - consiste nella
modifica dell'articolo 59 dello Statuto, il quale sancisce che
nella Regione Friuli Venezia Giulia l'ordinamento degli enti
locali si fonda sui Comuni, anche nella forma di città
metropolitane, e sugli enti di area vasta quali enti locali
autonomi obbligatori della Regione, dotati di propri statuti,
poteri e funzioni.
Per l'esponente della Lega, "la precedente legislatura ha
intrapreso una scelta sconsiderata sopprimendo, unica in Italia,
le Province e cancellandole dallo Statuto di autonomia. Ciò ha
comportato la regionalizzazione di tutte le loro funzioni".
Inoltre "le Unioni territoriali intercomunali (Uti) sono state
imposte, senza alcun tipo di consultazione o partecipazione e al
loro interno il funzionamento era pessimo".
"Secondo i proponenti, il fondamento di tale scelta normativa -
ha spigato Di Bert - era razionalizzare la spesa pubblica e
migliorare la qualità dei servizi ai cittadini con un nuovo
modello di governo basato sull'associazionismo tra Comuni, ma con
una imposizione di fatto verticistica che ha visto più enti non
aderire e andare in contrasto con la Regione. Oggi possiamo
affermare che l'abolizione delle Province è stata una scelta non
vincente: molte competenze di tali enti sono state assorbite
dalla Regione insieme a buona parte del personale, con problemi
di ordine contrattuale, organizzativo e logistico. Allo stesso
tempo, la prevista riassegnazione di procedure ad altri enti è
avvenuta solo parzialmente e, in alcuni casi, senza la prevista
copertura finanziaria".
"Gli enti locali - hanno aggiunto all'unisono - chiedono di avere
finalmente un soggetto intermedio che rappresenti un collante tra Regione e Comuni per una serie di funzioni che la Regione fatica
a gestire su ogni singola località. Enti che saranno dotati di
autonomia politica, avendo le funzioni di area vasta già svolte
dalle Province che attualmente sono sotto la competenza regionale
che le esercita tramite gli enti di decentramento regionale
(Edr)".
"Con l'introduzione delle elezioni a suffragio universale diretto
del presidente della Provincia e dei consiglieri provinciali - ha
sottolineato Tosolini -, i cittadini saranno più tutelati in
quanto, quando vengono gestite risorse pubbliche, è sempre meglio
ci sia un eletto a risponderne perché può essere mandato a casa
dopo cinque anni".
Tosolini e Di Bert hanno quindi fatto presenti gli ostacoli
intercorsi negli ultimi anni, tra cui l'avvicendamento di tre
Governi, che hanno rallentato la riforma oggi finalmente proposta
Non ultimo, Di Bert ha aperto una riflessione sul fatto che "la
stessa componente politica di minoranza che in quest'Aula
contrasta il ritorno alle Province, vede suoi esponenti
parlamentari, di cui uno locale, nella veste di firmatari di
proposte di legge a favore dell'elezione diretta delle Province,
così riconoscendo la validità di tale organismo. Nota di colore,
la firma dell'esponente locale sarebbe stata ritirata alcuni
giorni fa".
ACON/RCM-fc