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PROVINCE. RELATORI IACOP-CAPOZZELLA-BIDOLI-CENTIS: NESSUNO LE RIVUOLE

31.01.2023
16:15
(ACON) Trieste, 31 gen - "Rappresenta il poco che la maggioranza regionale di Centrodestra è riuscita a fare su un obiettivo di legislatura". "La reintroduzione delle Province elettive si pone in contraddizione con lo sbandierato ritorno alla piena autonomia dei Comuni". "Un totale ritorno al passato, che serve poco o nulla se non a evidenziare la mancanza di una visione del futuro". "Si inserisce in un contesto di riforme anacronistiche e lontane dalle vere esigenze dei cittadini, che non chiedono ulteriori enti, burocrazia, poltrone e spese".

Così i quattro relatori per la minoranza, Franco Iacop (Pd), Mauro Capozzella (M5S), Tiziano Centis (Civica Fvg) e Giampaolo Bidoli (Patto per l'Autonomia), nel commentare all'Aula la proposta di legge nazionale 19 con cui si intende modificare lo Statuto di autonomia reintroducendo nell'ordinamento locale enti di area vasta. Per tutti, si tratta dunque di enti doppione delle ex Province di cui nessuno sentiva la mancanza.

Per Iacop, la pdln 19 interviene "in maniera pregiudiziale e non organica sulle Unioni territoriali dei Comuni (Uti)". E ha parlato di necessità, quando si decise di abrogare le Province, di "riformare gli enti locali con nuove funzioni di area vasta che non passavano necessariamente per un ente elettivo, ma con le funzioni esercitate dai Comuni e attraverso sistemi aggregativi come le Uti". Oltre ai dubbi sul mantenere un ente elettivo di livello intermedio contro l'esigenza di eliminare sprechi e snellire i processi decisionali, ma anche "la mozione approvata a fine legislatura Tondo (la X) che portò a un progetto di legge per la trasformazione delle Province in enti di secondo livello con funzioni meramente onorifiche, lasciando quelle pratiche alla Regione o agli enti locali".

"Ora assistiamo a una totale marcia indietro del Centrodestra a trazione leghista, che propone la restaurazione di un ente elettivo di livello intermedio tra Regione e Comuni di cui nessuno sente il bisogno", ha detto il relatore, aggiungendo: "Ora ci vorranno ulteriori 5 anni per il nuovo doppio passaggio parlamentare, se ciò avverrà, e nel frattempo si dovranno consolidare le funzioni presso gli enti, agenzie e società della Regione. Poi ricominceranno i trasferimenti e l'assunzione di nuovo personale, con costi aggiuntivi. Per tempi e modi, questa pdln risponde solo ad esigenze elettoralistiche".

E di "perfetta tempestività elettorale" ha parlato, a seguire, anche Capozzella, per il quale servono programmi di sviluppo locale ed economia circolare. Per farlo "bisogna rafforzare i Consigli comunali, gli strumenti di informazione e partecipazione dei cittadini, progetti condivisi attraverso deliberazioni dei Consigli comunali e accordi di programma". Perciò non servono "nuove istituzioni intermedie fra Regione e Comuni. Sciolte le Province, nel 2015, non c'era un progetto alternativo. Le Uti sono sembrate una cosa sbagliata perché non mettevano in discussione il ruolo della Regione e cercavano solamente di riunire i già debolissimi Comuni".

Per il pentastellato, inoltre, anche la previsione voluta dal Centrodestra degli Edr è stata un flop nel percorso di superamento delle Uti e "che la riforma degli enti territoriali sia sostanzialmente fallita, lo rappresenta anche il fatto che le Comunità di montagna non funzionano e quelle di pianura nemmeno sono partite". "Sarebbe meglio che le risorse previste per tali finalità fossero destinate a sanità pubblica, istruzione, ambiente o trasporti, vere priorità del Fvg".

Per Bidoli, al Centrodestra "non è bastato cancellare le Uti colpevolizzandole di tutte le criticità degli enti locali. Chi si è reso artefice di questa soppressione, però, non ha dotato le amministrazioni comunali di strumenti adatti a dare risposte adeguate ai cittadini". Inoltre, "fino alla riforma costituzionale 3/2001, le Province hanno rappresentato la sede di decentramento del potere statale e non un ente autonomo espressione del territorio".

È poi fondamentale "che l'integrazione di enti intermedi sovracomunali parta dalle esigenze dei Comuni e non venga calata dall'alto, senza dare ascolto ai cittadini. Come Patto per l'Autonomia ci eravamo resi disponibili a discutere tutti assieme della miglior riforma possibile, ma la Maggioranza, dopo cinque anni di annunci, non ha ancora trovato soluzione agli accorati appelli dei sindaci che si trovano a gestire criticità crescenti. Ora invece, ribadendo un mantra elettoralistico di tutta la legislatura - conclude Bidoli -, si propone una modifica allo Statuto per reintrodurre le ex Province inutilmente".

"La posizione del nostro Gruppo civico - ha infine affermato Centis, ricordando che l'allora assessore Paolo Panontin dei Cittadini fu tra i protagonisti della cancellazione delle Province - è quella di restare coerenti con quanto l'Aula decise a suo tempo con voto unanime, compreso il Centrodestra che ora fa marcia indietro e si smentisce dopo aver detto per anni di poter rieditare le Province senza ricorrere a una modifica dello Statuto, evitando la riforma con legge costituzionale. Invece il Consiglio regionale è chiamato ad approvare una pdln da inviare al Parlamento. Si prefigura, quindi, una riedizione tale e quale delle quattro Province per una Regione di soli 1.200.000 abitanti, con una tendenza anagrafica negativa".

"Gli esponenti del Centrodestra che parlano di cancellazione-capriccio di chi ha governato questa Regione prima di loro, non ricordano la volontà politica unanime abolizionista e, soprattutto, popolare di allora. In 7 anni, nessuno si è accorto della scomparsa di questi enti, salvo per alcuni deficit nella manutenzione delle strade". Poca cosa per Centis, che poi rammenta anche lui come la riforma Fedriga degli enti locali non sia mai realmente avvenuta e parla di "anacronistica restaurazione dello status quo in un momento in cui le risorse dovrebbero essere concentrate su ciò che realmente serve". ACON/RCM-fc



L'intervento del dem Franco Iacop
L'intervento di Mauro Capozzella (M5S)
L'intervento di Giampaolo Bidoli (Patto)
L'intervento di Tiziano Centis (Civica Fvg)