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PROVINCE. DISCUSSIONE AULA DDL 189: MAGGIORANZA E OPPOSIZIONI DISTANTI

31.01.2023
18:09
(ACON) Trieste, 31 gen - Muro contro muro tra Maggioranza e Opposizioni, nonostante qualche timido spiraglio sotto forma di cuscinetto, a conferma delle indicazioni già pervenute dagli scranni consiliari attraverso le parole dei relatori che avevano fatto presagire un'espressione tutt'altro che trasversale in occasione del successivo momento del voto.

La discussione generale dedicata all'esame della proposta di legge costituzionale 19, focalizzata sul tema delle modifiche alla legge costituzionale 1/1963 (Statuto speciale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia) in materia di Enti locali, si è sviluppata attraverso un cospicuo numero di interventi.

Ad aprire la serie, davanti all'Aula presieduta da Piero Mauro Zanin, l'esponente di Fratelli d'Italia, Alessandro Basso, che ha esordito specificando la volontà del Centrodestra di provvedere ad adottare le contromisure ritenute adeguate davanti "alla decisione presa in passato da altri, sbagliando, che aveva portato all'abolizione delle Province e alla generazione delle Uti. Non è un caso che ciò non si sia verificato in altre zone d'Italia e che anche le persone comuni, quelle che votano, abbiano detto che non ne erano contente. Il risultato è stato. meno servizi e investimenti con il fallimento della parte politica che aveva fatto tale scelta. Ora, invece, ci impegniamo a completare l'innovazione preannunciata per far sì che l'ente intermedio risponda a richieste, bisogni e necessità del territorio".

Sul fronte dem, passando dalla parte opposta dell'emiciclo di piazza Oberdan a Trieste, Sergio Bolzonello (Pd) ha anticipato di parlare "con cognizione di causa e coerenza di pensiero, considerato anche il mio pensiero di lunga data contrario alle province e anche alle Uti. Rimetterle in piedi vuol dire che, tra 5-10 anni, saremo di nuovo qui a dire le stesse cose. Si può pensare a un Friuli Venezia Giulia senza province, ma che per l'interlocuzione tra Comuni e Regione sappia comunque trovare un ente che non gravi sui cittadini, sia come costi che come burocrazia".

Categorici i colleghi di partito Francessco Russo ("Questa norma è poco più che propaganda e certifica il fallimento di un tema al centro della scorsa campagna elettorale, rischiando di esserlo anche nella prossima, visto che in questi anni non è stato fatto nulla. Non serve un modello intermedio elettivo ritagliato su modelli del passato ma, piuttosto, si faccia un referendum e si ascoltino i cittadini") e Cristiano Shaurli ("Questa mattina abbiamo festeggiato un compleanno importante - riferendosi al 60° anniversario dello Statuto di Autonomia - e alcuni spunti dovrebbero farci riflettere. Il giovane Piccin ha chiesto lungimiranza e innovazione, senza guardare al passato, ma non vedo nulla di lungimirante e innovativo").

Il capogruppo del Partito democratico, Diego Moretti, ha sottolineato che "non si tratta di un tema ideologico. La reintroduzione delle Province, come le conoscevamo nel 2016-18, non risolve nulla. Inoltre, ci era stato detto che per realizzarla sarebbe bastata una norma statutaria: invece, non era così, visto che siamo ancora qui a discuterne". Anche Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha rimarcato, preannunciando il suo voto negativo, che "il fatto che la pdln 19 arrivi a fine legislatura significa che anche la Maggioranza non ha riflettuto attentamente. Si tratta solo un atto mediatico. Le Uti avrebbero potuto essere affinate, invece di ripartire da zero, rischiando di mettere energie e impegno su qualcosa di inutile e dannoso".

Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia), ricordando "il caldo dibattito del 2018 e che il reinserimento delle Province era stato garantito con una norma di attuazione dello Statuto di autonomia", ha proseguito ribadendo che "ora si accorgono che invece non bastava, chiedendo al Parlamento di apportare una nuova modifica. Non credo che questo passaggio normativo affronti le vere criticità del sistema delle autonomie del Fvg e della crisi del sistema dei piccoli Comuni. È stato demolito il sistema precedente, ma non si è riusciti a costruirne uno nuovo in risposta alle crescenti difficoltà, rischiando di dar vita a uno strumento superato che rispetta la logica della propaganda".

Di parere opposto, dal canto suo, la forzista Mara Piccin che ha assicurato il fatto di non aver "alcun pentimento per quanto votato in passato, proprio in un periodo in cui il clima era pessimo e condizionato dall'antipolitica. Ero però convinta che non fosse sufficiente una norma per l'attuazione dello statuto, anche se sono state comunque percorse tutte le strade utili. Si tratta comunque di una scelta politica, esattamente come quella assunta a suo tempo dalla controparte".

Il capogruppo leghista Mauro Bordin (Lega), infine, ha precisato che "stiamo lavorando su un presente che immagina e vuole le Province. Una scelta che si rivela anche messaggio forte verso quello spirito di antipolitica, già richiamato da Piccin, che aveva dilagato nel Paese, provocando danni irreparabili. La politica responsabile deve, tuttavia, mettere mano alle brutture del passato. Senza copiare, ma immaginando e costruendo qualcosa di nuovo con un ente intermedio che faccia da collante tra regione ed Enti locali, oggi in difficoltà".

L'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, in sede di replica prima dell'avvio dell'esame dell'articolato, ha concluso la discussione facendo riferimento al dibattito archiviato durante i lavori della V Commissione e aggiungendo, rivolgendosi ad alcuni esponenti delle Opposizioni, che "fare un passo indietro non è disdicevole, giacché il clima e la pressione mediatica dei giorni in cui le Province vennero soppresse spingevano a votare in quella prospettiva. Attualmente, però, la situazione è mutata e bisogna prenderne atto, anche alla luce dei percorsi intrapresi a livello nazionale". ACON/DB-fc



Alessandro Basso (FdI)
Sergio Bolzonello (Pd)
Furio Honsell (Open Fvg)
Francesco Russo (Pd)
Cristiano Shaurli (Pd)
Massimo Moretuzzo (Patto)
Diego Moretti (Pd) e i banchi del Centrosinistra
Il governatore Fvg, Massimiliano Fedriga, e l'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti
Mara Piccin (FI)
Mauro Bordin (Lega)