PORZÛS. ZANIN: GIOVANI COME ALBERO DA SEMI SENAPE SOTTO CUI RIFLETTERE
(ACON) Faedis, 12 feb - Non furono uccisi, ma trucidati. È
questa l'affermazione che più è stata spesa davanti alla malga di
Porzûs - Topli Uorch, ma prima ancora in piazza Primo Maggio,
davanti al monumento che il Comune di Faedis ha dedicato ai
caduti di tutte le guerre, e poi nel corso della messa svoltasi
nella chiesa parrocchiale della frazione di Canebola, lì in quel
cuore della valle del Torre che da un lato guarda al Tarcentino e
dall'altro al Cividalese, a una manciata di chilometri dal
confine con la Slovenia, lì dove esattamente 78 anni fa 17
partigiani "bianchi" della brigata Osoppo, tra cui una donna,
furono assassinati da partigiani "rossi" della brigata Garibaldi.
Una cerimonia, quella sino alla malga, che l'Associazione
partigiani osovani (Apo) organizza da diversi anni e che questa
volta ha registrato la presenza del Governo tramite il ministro
per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e i 10 anni dalla
morte di don Redento Bello, noto con il nome di battaglia di don
Candido, figura fondamentale per la riconciliazione storica nel
2001 tra osovani e garibaldini, ricordata più volte a Faedis
negli interventi delle autorità che hanno preso parte all'evento.
Tra queste anche il presidente Piero Mauro Zanin, che ha
sottolineato la vicinanza del Consiglio regionale dimostrata
dalla presenza dei consiglieri Giovanni Sibau, Mariagrazia
Santoro, Edy Morandini, Franco Iacop, Elia Miani, Cristiano
Shaurli. Al loro fianco il vicepresidente della Regione, Riccardo
Riccardi.
"In queste ultime settimane - ha affermato Zanin - abbiamo
ripercorso eventi drammatici del 'secolo breve', abbiamo
celebrato il Giorno della Memoria, il Giorno del Ricordo, oggi
siamo a Faedis per non dimenticare l'eccidio di Porzûs. Queste
parole che si ripetono - memoria, ricordo - trovano la sintesi
perfetta nel sacrificio dei giovani osovani".
"La memoria è qualcosa che dobbiamo far ripercorrere alla nostra
mente - ha proseguito il presidente - perché fatti come quelli
della Shoah, ad esempio, non si abbiano più a ripetere. Ma la
memoria è anche qualcosa che serve per trovare una
giustificazione agli eventi, come è stata l'abbraccio tra don
Candido e il garibaldino 'Vanni'. Mentre ricordo significa
riportare al cuore. E allora io oggi desidero 'riportare al
cuore' il grande lascito etico che i morti di Porzûs ci hanno
lasciato".
"Quei ragazzi li paragono alla parabola de piccoli semi di
senape, i più piccoli di tutti - ha spiegato la prima carica
dell'Assemblea legislativa regionale -, da cui però nascono
grandi alberi sotto i cui rami possono ripararsi tutti gli
uccelli del cielo. Quei giovani hanno testimoniato che c'è un
valore più grande che va al di là della nostra vita e che è
quello della libertà. Ecco allora mi piace pensare che tutti noi,
ricordandoli con il cuore, possiamo dire responsabilmente,
coscientemente, di poter riposare sotto le fronde di quell'albero
nato dal loro seme e che ci ha garantito democrazia e libertà,
sulle quali dobbiamo essere vigili affinché episodi come quelli
non ritornino più".
"Mi approccio a questa cerimonia - ha invece affermato il
ministro Ciriani - con grande rispetto e reverenza. Questo luogo
è simbolo non solo della nostra storia regionale, ma della storia
d'Italia, una storia sottaciuta per moltissimi anni".
Di "cerimonia commossa e commovente" ha, poi, detto, il
vicepresidente Riccardi, per il quale l'eccidio di Porzûs è
"entrato da decenni nel cuore della gente friulana e da alcuni
anni è entrato a far parte anche del bagaglio di conoscenza degli
storici e docenti universitari".
Con una lettera, la medaglia d'oro al valore militare Paola Del
Din si è augurata che "sia in sede europea sia presso i
parlamenti nazionali, si riesca a capire finalmente che è stato
un errore cedere sui principi etici della civiltà europea a
favore di un completo abbandono ai beni materiali. E che l'Europa
capisca la necessità, per se stessa, di creare una difesa
unitaria".
Roberto Volpetti, presidente di Apo, ha ricordato i diversi
eventi organizzati negli ultimi giorni per commemorare i
partigiani osovani, "tutti volti, senza mai alzare i toni o fare
polemica, a una seria riflessione sui fatti della storia.
Vogliamo scrivere parole indelebili che aiutino oggi e sempre
alla memoria e alla riflessione, senza mai tradire gli
insegnamenti di chi ci ha preceduto", ha ribadito.
"Le nostre posizioni politiche possono essere diverse - sono
state le parole del sindaco di Faedis, Claudio Zani, con cui la
cerimonia aveva preso il via in piazza Primo Maggio -, ma
ricordiamoci sempre che ci è dato di esprimerle proprio grazie al
sacrificio di persone come quelle che oggi ricordiamo".
ACON/RCM
Il presidente Volpetti, il dindaco Zani, il ministro Ciriani, il presidente Zanin e la consigliera regionale Santoro alla cerimonia di Faedis
Davanti alla targa ai caduti in guerra, a Canebola
Il presidente Volpetti, il ministro Ciriani, il sindaco Zani e il presidente Zanin davanti alla targa ai caduti in guerra, a Canebola
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, in chiesa, a Canebola
Il ministro Luca Ciriani in chiesa, a Canebola