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PORZÛS. ZANIN: GIOVANI COME ALBERO DA SEMI SENAPE SOTTO CUI RIFLETTERE

12.02.2023
17:10
(ACON) Faedis, 12 feb - Non furono uccisi, ma trucidati. È questa l'affermazione che più è stata spesa davanti alla malga di Porzûs - Topli Uorch, ma prima ancora in piazza Primo Maggio, davanti al monumento che il Comune di Faedis ha dedicato ai caduti di tutte le guerre, e poi nel corso della messa svoltasi nella chiesa parrocchiale della frazione di Canebola, lì in quel cuore della valle del Torre che da un lato guarda al Tarcentino e dall'altro al Cividalese, a una manciata di chilometri dal confine con la Slovenia, lì dove esattamente 78 anni fa 17 partigiani "bianchi" della brigata Osoppo, tra cui una donna, furono assassinati da partigiani "rossi" della brigata Garibaldi.

Una cerimonia, quella sino alla malga, che l'Associazione partigiani osovani (Apo) organizza da diversi anni e che questa volta ha registrato la presenza del Governo tramite il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e i 10 anni dalla morte di don Redento Bello, noto con il nome di battaglia di don Candido, figura fondamentale per la riconciliazione storica nel 2001 tra osovani e garibaldini, ricordata più volte a Faedis negli interventi delle autorità che hanno preso parte all'evento.

Tra queste anche il presidente Piero Mauro Zanin, che ha sottolineato la vicinanza del Consiglio regionale dimostrata dalla presenza dei consiglieri Giovanni Sibau, Mariagrazia Santoro, Edy Morandini, Franco Iacop, Elia Miani, Cristiano Shaurli. Al loro fianco il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi.

"In queste ultime settimane - ha affermato Zanin - abbiamo ripercorso eventi drammatici del 'secolo breve', abbiamo celebrato il Giorno della Memoria, il Giorno del Ricordo, oggi siamo a Faedis per non dimenticare l'eccidio di Porzûs. Queste parole che si ripetono - memoria, ricordo - trovano la sintesi perfetta nel sacrificio dei giovani osovani".

"La memoria è qualcosa che dobbiamo far ripercorrere alla nostra mente - ha proseguito il presidente - perché fatti come quelli della Shoah, ad esempio, non si abbiano più a ripetere. Ma la memoria è anche qualcosa che serve per trovare una giustificazione agli eventi, come è stata l'abbraccio tra don Candido e il garibaldino 'Vanni'. Mentre ricordo significa riportare al cuore. E allora io oggi desidero 'riportare al cuore' il grande lascito etico che i morti di Porzûs ci hanno lasciato".

"Quei ragazzi li paragono alla parabola de piccoli semi di senape, i più piccoli di tutti - ha spiegato la prima carica dell'Assemblea legislativa regionale -, da cui però nascono grandi alberi sotto i cui rami possono ripararsi tutti gli uccelli del cielo. Quei giovani hanno testimoniato che c'è un valore più grande che va al di là della nostra vita e che è quello della libertà. Ecco allora mi piace pensare che tutti noi, ricordandoli con il cuore, possiamo dire responsabilmente, coscientemente, di poter riposare sotto le fronde di quell'albero nato dal loro seme e che ci ha garantito democrazia e libertà, sulle quali dobbiamo essere vigili affinché episodi come quelli non ritornino più".

"Mi approccio a questa cerimonia - ha invece affermato il ministro Ciriani - con grande rispetto e reverenza. Questo luogo è simbolo non solo della nostra storia regionale, ma della storia d'Italia, una storia sottaciuta per moltissimi anni".

Di "cerimonia commossa e commovente" ha, poi, detto, il vicepresidente Riccardi, per il quale l'eccidio di Porzûs è "entrato da decenni nel cuore della gente friulana e da alcuni anni è entrato a far parte anche del bagaglio di conoscenza degli storici e docenti universitari".

Con una lettera, la medaglia d'oro al valore militare Paola Del Din si è augurata che "sia in sede europea sia presso i parlamenti nazionali, si riesca a capire finalmente che è stato un errore cedere sui principi etici della civiltà europea a favore di un completo abbandono ai beni materiali. E che l'Europa capisca la necessità, per se stessa, di creare una difesa unitaria".

Roberto Volpetti, presidente di Apo, ha ricordato i diversi eventi organizzati negli ultimi giorni per commemorare i partigiani osovani, "tutti volti, senza mai alzare i toni o fare polemica, a una seria riflessione sui fatti della storia. Vogliamo scrivere parole indelebili che aiutino oggi e sempre alla memoria e alla riflessione, senza mai tradire gli insegnamenti di chi ci ha preceduto", ha ribadito.

"Le nostre posizioni politiche possono essere diverse - sono state le parole del sindaco di Faedis, Claudio Zani, con cui la cerimonia aveva preso il via in piazza Primo Maggio -, ma ricordiamoci sempre che ci è dato di esprimerle proprio grazie al sacrificio di persone come quelle che oggi ricordiamo". ACON/RCM



Il presidente Volpetti, il dindaco Zani, il ministro Ciriani, il presidente Zanin e la consigliera regionale Santoro alla cerimonia di Faedis
Davanti alla targa ai caduti in guerra, a Canebola
Il presidente Volpetti, il ministro Ciriani, il sindaco Zani e il presidente Zanin davanti alla targa ai caduti in guerra, a Canebola
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, in chiesa, a Canebola
Il ministro Luca Ciriani in chiesa, a Canebola