GIORNO RICORDO. CUGINA COSSETTO IN AULA. ZANIN: NON DIMENTICARE
+++Erminia Dionis: insultai aguzzino, dovetti fuggire. Minuto di
silenzio in Cr+++
(ACON) Trieste, 13 feb - "Undicesimo comandamento: non
dimenticare". Il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro
Zanin, ha commentato con queste parole la testimonianza in Aula
di Erminia Dionis Bernobi, moglie del cugino di Norma Cossetto e
testimone diretta del pesante clima politico-culturale che si
respirava in Istria al tempo delle foibe.
"Siamo reduci - ha ricordato Zanin aprendo la seduta
antimeridiana proprio con la commemorazione del Giorno del
ricordo - da giornate intense, con le parole di Liliana Segre
lette in Consiglio in occasione della Giornata della memoria, la
testimonianza del maestro Giorgio Celiberti, la cerimonia davanti
alla Foiba di Basovizza, la commemorazione dei caduti di Porzus.
Oggi torniamo a parlare di una tragedia, quella dell'Istria, che
ha ancora bisogno di una condivisione complessiva nel nostro
Paese, come ha sottolineato il ministro Ciriani a Trieste, e deve
entrare nei libri di storia in modo da diventare patrimonio delle
giovani generazioni, che nulla sanno dell'esodo".
Quest'operazione di recupero della memoria trova, sempre secondo
il presidente, un magistrale punto di approdo nello spettacolo di
Simone Cristicchi, Magazzino 18, replicato nei giorni scorsi, di
cui Zanin ha ricordato "l'immagine delle sedie vuote sul palco, a
testimoniare simbolicamente cosa abbia voluto dire per le nostre
terre il periodo successivo al 1943".
Il presidente ha poi introdotto la figura di Erminia Dionis
Bernobi, prossima ai 92 anni ma ancora testimone lucidissima
della tragedia istriana. Con un po' di emozione, ma senza mai
cedere alla commozione, Dionis Bernobi ha raccontato
l'episodio-chiave della sua vita. Siamo nel 1946, a tre anni
dalla barbara uccisione della sua amica Norma Cossetto che venne
torturata, seviziata e gettata in una foiba nell'ottobre del
1943. Erminia, quindicenne, è al lavoro in una sartoria quando
entra nel negozio uno degli aguzzini della Cossetto, dicendo
frasi come "Tutti in foiba, tutti i Cossetto in foiba".
"Io stavo lavorando dietro una tenda, ma l'avevo riconosciuto
subito dalla voce - ha raccontato l'anziana esule - e ho pensato
di colpirlo con le forbici che avevo in mano. Sono andata verso
di lui e l'ho insultato, per poi scappare dal negozio. Fu così
che il sarto convinse mia madre a farmi scappare, perché era
troppo rischioso per me restare in paese. Ero stata mandata via
anche dalla scuola jugoslava perché mi ero rifiutata di scrivere
sul quaderno 'io amo Tito'".
Un viaggio a piedi da Santa Domenica a Buje, e poi da qui a
Sicciole, fino a Trieste, che Erminia ricorda ancora in tutti i
suoi particolari, dal latte con polenta offerto da una donna
nella quale lei e un altro bambino trovarono rifugio per la
notte, fino all'incontro ravvicinato con una guardia di confine
jugoslava che alzò i fili di ferro e li fece passare "dopo che la
signora che ci accompagnava gli diede una busta. E io ho capito
solo più tardi che dentro c'erano dei soldi".
Dionis Bernobi si è poi soffermata sui primi tempi a Trieste,
altrettanto difficili, perché la ragazzina in fuga è costretta a
trovare rifugio da parenti alle prese con la miseria del
Dopoguerra. "Non avevo le carte, ero apolide, e dunque non potevo
andare a scuola né lavorare regolarmente: è stato il periodo più
brutto della mia vita". Finisce male anche il tentativo della
famiglia di fare avere l'agognato certificato a Erminia,
cucendolo all'interno di una pantofola della sorellina: qualcuno
fa la spia e al confine italo-jugoslavo se ne accorgono. Così la
giovane può tornare sui banchi di scuola solo a 20 anni, quando
la madre riesce a raggiungerla a Trieste. Ma da qui inizia il suo
riscatto: nel 1952 si sposa con Livio Bernobi, cugino di Norma
Cossetto, e lavora come sarta fino ad avviare una sua attività
che le varrà numerosi riconoscimenti.
Alle vittime delle foibe è stato dedicato il minuto di silenzio
dell'Aula. Ringraziando Dionis Bernobi per la sua testimonianza,
il presidente Zanin le ha consegnato il sigillo del Consiglio
regionale.
ACON/FA-fc