REGENI. OK UNANIME A MOZIONE HONSELL (OPEN): STOP ARMI DA TS A EGITTO
(ACON) Trieste, 13 feb - Fermare qualsiasi spedizione di
materiale militare da Trieste all'Egitto e a qualsiasi altro
Paese che violi i diritti umani. È questa la proposta contenuta
nella mozione proposta da Furio Honsell (Open Fvg), realizzata
con il supporto di Tavola per la Pace Fvg, e approvata
all'unanimità dopo un confronto d'Aula che ha portato alla totale
condivisione del documento.
Una questione che secondo il consigliere regionale di Minoranza
va analizzata con attenzione considerando i dati emersi dal sito
internet www.weaponwatch.net e la vicenda Regeni che attende
ancora verità e giustizia: "Dal 2013 al 2020 il Governo italiano,
infatti, ha autorizzato vendite di armamenti militari all'Egitto
per 2 miliardi e 33 milioni di euro, di cui 1.862,9 milioni di
euro (92%) nei soli anni 2019 e 2020 - ha illustrato Honsell. Le
ultime due relazioni governative relative alla legge "Nuove norme
sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei
materiali di armamento" indicano che in effetti l'Egitto è
diventato il primo destinatario di armi di produzione italiana".
Sempre dalla stessa indagine - prosegue l'esponente di Open Fvg
- è emerso che negli ultimi vent'anni il nostro Paese ha
esportato nello stato nordafricano 230 milioni di armi leggere e
munizioni (leggere e pesanti), di cui praticamente la metà nei
soli anni 2020 e 2021 (rilevazione Istat: gennaio 2020-settembre
2021) e che la quasi totalità di materiali non soggetti alla
legge 185/1990 (computer, unità periferiche, strumenti di
misurazione, navigazione e orologi) sono partiti da Trieste".
Sul tema è intervenuto Claudio Giacomelli (FdI), che ha definito
"la vicenda Regeni come una tragedia terribile sotto diversi
punti di vista, analizzando anche il crescendo di vendita di armi
dall'Italia all'Egitto che ha avuto il suo record durante il
governo giallorosso e che con il mandato a Draghi sta,
fortunatamente, diminuendo auspicando che questa inversione
prosegua anche con la premier Meloni".
Pur concorde su questi aspetti Giacomelli ha sollevato alcune
inesattezze presenti nel documento, prima fra tutte la citazione
della "Città di Trieste e del suo porto come zona smilitarizzata
e neutrale per le responsabilità che sull'applicazione del
Trattato di Pace al Governo italiano competono". Una definizione
anacronistica e che, prima della votazione, è stata rimossa con
l'eliminazione del punto B del documento.
Sullo spirito generale della mozione è intervenuta la consigliera
Chiara Da Giau (Pd) che ha ricordato come "se vogliamo una
costruzione seria e duratura della pace, dobbiamo pensare ad
azioni di smilitarizzazione e di cessazione del mercato delle
armi, strumenti di morte dalle conseguenze terrificanti.
Sottolineando, inoltre, come sia intollerabile che l'Italia
guadagni vendendo armi all'Egitto, nazione che si è resa
responsabile di un crimine efferatissimo nei confronti di un
nostro corregionale e che addirittura sta bloccando
pretestuosamente il processo che porta all'attribuzione di queste
colpe".
Infine, secondo Ilaria Dal Zovo (M5S): "Da cittadini di questa
regione dobbiamo mandare un segnale e far sentire la voce e
l'indignazione di questa Aula in merito al caso Regeni, quello
che vogliamo è giustizia".
ACON/LI-fc