RIORDINO ATER. BERNARDIS: EFFICIENTAMENTO OK. DAL ZOVO: DISCRIMINA
(ACON) Trieste, 13 feb - Il riordino istituzionale e
organizzativo delle aziende territoriali per l'edilizia
residenziale (Ater) nonché le modifiche alla legge regionale in
materia di edilizia residenziale pubblica sono state al centro
della relazione del Comitato per la legislazione, il controllo e
la valutazione. Gli interventi, tenuti dai consiglieri di
maggioranza Diego Bernardis (Lega) e di minoranza Ilaria Dal Zovo
(M5s), riguardavano il triennio 2018-20.
"La fusione dell'Ater Alto Friuli in Ater Udine è una delle
principali innovazioni introdotte dalla legge regionale 14/2019 -
ha spiegato Bernardis. - Grazie a questa norma prosegue l'azione
di efficientamento del sistema rendendo più incisivo l'operato
della Regione in materia di politiche abitative per le fasce più
deboli della popolazione".
"Dall'analisi del quadro normativo di riferimento - ha proseguito
l'esponente del Carroccio - è stato confermato il riconoscimento
del valore primario del diritto all'abitazione quale fattore
fondamentale di inclusione sociale e di qualità della vita. Sono
stati definiti anche gli obiettivi della programmazione regionale
delle politiche abitative e la necessità di uniformare gli
strumenti di attuazione, oltre alle modalità di gestione del
patrimonio immobiliare gestito dalle Ater del sistema regionale
Fvg".
"Ci sono pure - ha aggiunto Bernardis - anche l'indicazione di
criteri di efficienza, efficacia ed economicità per
l'ottimizzazione delle risorse impiegate nel perseguimento delle
finalità istituzionali; il coinvolgimento dei Comuni nei processi
di programmazione del settore, mediante gli strumenti dei Tavoli
territoriali e della Commissione regionale per le politiche
socioabitative e, infine, l'univocità di azione ed organizzazione
delle Ater del Sistema regionale, perseguita anche mediante la
conferma del Collegio unico dei Revisori dei conti".
In conclusione, per Bernardis "nel 2021 è terminata la
riorganizzazione aziendale, ottenendo sia il rafforzamento delle
attività di sportello a favore dell'utenza e del territorio che
il potenziamento della struttura manutentiva, con la possibilità
di sfruttare per entrambi i settori le sinergie dimensionali con
l'organizzazione di Udine".
Un riordino istituzionale e organizzativo che, invece, secondo
Dal Zovo "non ha portato ad un miglioramento degli obiettivi per
efficienza, efficacia ed economicità con politiche abitative che
hanno inteso privilegiare fasce della popolazione appartenenti ai
ceti medi-alti, concentrando risorse sullo strumento del
contributo all'acquisto della prima casa (edilizia agevolata),
piuttosto che su quello dell'edilizia sovvenzionata e del
contributo all'accesso alle locazioni (sostegno alle locazioni)".
"L'ulteriore tassello delle politiche regionali in materia - ha
sottolineato la pentastellata - è stato l'inserimento di
requisiti normativi e amministrativi di accesso agli interventi e
benefici non centrati sul criterio del bisogno abitativo, quanto
su quello del radicamento territoriale (il criterio
dell'anzianità di residenza), fino alla discriminazione dello
straniero in quanto tale, come nel caso della richiesta dei
documenti aggiuntivi per la prova dell'impossidenza di immobili
all'estero. Requisito, quello di anzianità di residenza
quinquennale sul territorio regionale ai fini dell'accesso ai
bandi per l'assegnazione di alloggi di edilizia pubblica
sovvenzionata, giudicato incostituzionale dalla Corte
Costituzionale e che ha provocato una netta flessione nelle
domande".
"Appare, infine, discutibile - conclude Dal Zovo - che si voglia
rappresentare come un successo la riforma organizzativa delle
Ater avviata con la legge del 2019 solo perché attraverso la
fusione dell'azienda Alto Friuli con quella di Udine, si siano
realizzati dei risparmi, per altro assai contenuti, nei costi
relativi alla governance aziendale e, forse, una gestione
maggiormente unitaria dell'utenza. In rapporto ai suoi obiettivi
istituzionali, infatti, poco o nulla è cambiato se non in
negativo".
ACON/LI-fc