IMMIGRAZIONE. DDL 193, DISCUSSIONE: LIPPOLIS-USSAI-MORETTI E REPLICHE
(ACON) Trieste, 14 feb - "Questa norma è ciò che i cittadini
richiedono e, anche se forse non cambierà la storia dei flussi
migratori in Italia e nel mondo, va comunque nella direzione
giusta".
Queste le parole di Antonio Lippolis (FdI), primo consigliere a
intervenire davanti all'Aula nel corso della discussione generale
dedicata all'esame del disegno di legge 193, focalizzato sul tema
del sistema integrato di interventi in materia di immigrazione.
"Queste persone - ha aggiunto Lippolis - fuggono da problematiche
economiche e ambientali, non più dalle guerre come un tempo. Come
si fa, inoltre, a non riconoscere che esiste un problema
sicurezza, quando sulle cronache un caso ogni due riguarda
soggetti stranieri? Sappiamo che tra essi c'è anche brava gente,
ma se il 40-50% dei delitti li riguarda, allora c'è una grave
situazione da risolvere".
Diametralmente opposte le posizioni espresse dagli interventi
successivi, tutte giunte dai banchi delle Opposizioni. A partire
da quella del pentastellato Andrea Ussai (M5S) che ha ribadito
"come già fatto in Commissione che, quando si tratta un tema così
delicato, bisogna avere un approccio pragmatico e non ideologico.
Questa legge va invece nella direzione opposta e viene presentata
soltanto ora per una questione di propaganda elettorale. Fornisce
false risposte, dopo una serie di misure i cui danni sono stati
pagati sia dal soggetto migrante, sia della comunità che lo
ospita. L'approccio è politico, discriminatorio e stigmatizzante,
mettendo a rischio la coesione sociale che è un bene di tutti,
italiani e stranieri".
Anche il capogruppo dem Diego Moretti è partito dall'assunto
secondo il quale "trattandosi di un tema complesso e delicato,
l'ideologia non deve rientrare nelle modalità per affrontarlo.
Vengono tirati in ballo i temi della sicurezza e del degrado
delle città, giocando in maniera propagandistica. Invece, la
visione dovrebbe essere laica e lontana dalla volontà di
sviluppare delle crociate". Quindi, ha citato "i ricongiungimenti
familiari, vero strumento di integrazione per chi è venuto in
Italia in maniera regolare, perché le imprese stesse ne hanno
chiesto il supporto. Può essere che i sistemi di welfare siano in
difficoltà, ma il problema va gestito e non chiuso in maniera
strumentale. Altrimenti, se guadiamo i parametri statistici,
molte scuole sarebbero inutili, alla pari di svariati punti
nascita (il 40% mamme è infatti straniero). La criminalità? In
realtà, quella straniera è molto bassa e i numeri - ha concluso
Moretti - non parlano di emergenza sicurezza. Ciò va sottolineato
per riportare il dibattito sulla concretezza, evitando
l'ideologia".
A tutti loro, relatori iniziali compresi, ha replicato
l'assessore regionale ad Autonomie locali, Funzione pubblica,
Sicurezza e Politiche dell'immigrazione, Pierpaolo Roberti,
ricostruendo alcuni passaggi cronologici che hanno portato alla
presentazione del testo in questa sessione di lavori dell'Aula.
"Di questo tema - ha spiegato - si è parlato tanto, ma si è anche
lavorato tanto. Approda in Consiglio regionale solo ora, perché
fino al 31 dicembre 2022 non era in vigore un regolamento
essenziale per l'approvazione di questa legge: quello sulle
strutture per minori stranieri non accompagnati. Appena è stato
possibile, perciò, abbiamo depositato un testo su cui abbiamo
operato tantissimo".
L'esponente dell'Esecutivo si è quindi focalizzato sul tema
"delle tonnellate di rifiuti rimossi nelle zone dove transitano
gli irregolari lungo la rotta balcanica", citando i finanziamenti
specifici andati ad alcuni Comuni. Per quanto concerne i
ricongiungimenti, invece, Roberti ha evidenziato che "non
centrano e nessuno ha mai detto che bisogna bloccarli ma, anzi,
sono e rimarranno il canale di ingresso legale in Italia. Si
discuteva, invece, sulle condizioni applicate per concedere i
ricongiungimenti".
Riferendosi alla necessità di reperimento della forza lavoro,
l'assessore ha risposto che "è vera la grande richiesta di
manodopera. Qui, infatti, è presente un articolo riferito proprio
all'inserimento nel mondo professionale. C'è, perché si vuole
suddividere un'immigrazione regolabile e accettabile che porti
beneficio tanto alla comunità quanto all'immigrato, giunto
attraverso canali regolari e che può essere integrato, da quello
che arriva in maniera irregolare e che, pertanto, non può essere
collocato".
Prima dell'inizio dell'esame dell'articolato e degli emendamenti,
si sono espressi nuovamente i relatori. Iniziando da Furio
Honsell (Open Sinistra Fvg) che ha contestato alcune statistiche,
rimarcando come "non basta citare un numero per trasformarlo in
verità. La verifica dei fatti, invece, fa scoprire cose ben
diverse. La legge precedente, pur migliorabile, è stata
distrutta, mentre il flusso dei migranti va gestito per rispetto
della nostra umanità". Il capogruppo pentastellato Mauro
Capozzella, dal canto suo, ha evidenziato come "alle richieste
della società civile la politica risponde con un ddl nel quale
vengono evocati mostri".
In materia di illegalità, la dem Chiara Da Giau è andata in senso
contrario "rispetto le cifre citate da Lippolis sull'incidenza
degli stranieri. I veri criminali difficilmente si trovano tra di
loro, ma le condizioni sono tali per cui l'accesso ai diritti e
la conoscenza del sistema giudiziario è inferiore. Perciò,
talvolta, sono costretti all'illegalità. Abbiamo bisogno di leggi
nuove che consentano di arrivare in Italia tranquillamente anche
per motivi economici".
Il leghista Antonio Calligaris, infine, espresso la convinzione
che "gli ingressi economici, legati alla necessità di chi arriva
per lavorare, non centrano nulla con questa norma che non
impedisce e non discrimina. Basta seguire i normali flussi
legali, evitando di gettare i documenti prima dell'ingresso nei
confini di Stato per poi farsi mantenere per anni".
ACON/DB