ELEZIONI FVG23. MARAN: BATTAGLIA COMBATTUTA, MATTONE CAUSA RIFORMISTA
(ACON) Trieste, 3 apr - "Ci sono battaglie perse che vanno
combattute sempre e comunque. Io ho partecipato a quella che
volevo, ricordando anche l'ultimo verso di una poesia dedicata
agli eroi spartani che si sacrificarono alle Termopili. L'onore
più grande, ha scritto il grande autore greco Kostantinos
Kavafis, era infatti dovuto a coloro che si batterono fino
all'ultimo, pur sapendo che avrebbero comunque vinto i persiani".
Alessandro Maran, candidato del Terzo Polo alla presidenza della
Regione Friuli Venezia Giulia, la prende dunque con filosofia e
parte proprio da queste considerazioni preliminari, prima di
proseguire nel commento a caldo successivo al verdetto delle urne
che ha negato al suo schieramento l'attacco alla soglia di
sbarramento per portare i suoi rappresentanti tra gli scranni
dell'Assemblea legislativa.
"L'obiettivo, che aveva costituito anche la nostra scommessa
iniziale, era quello di porre un primo mattone per costruire la
casa dei riformisti. Ora - spiega Maran - ci attendono molte
altre battaglie, dopo aver archiviato una campagna elettorale
dall'esito scontato per la presidenza, perché mettere radici
richiede sempre del tempo".
"Raggiungere la soglia - ammette il candidato che univa le
istanze di Azione, Italia Viva, +Europa e Renew Europe - sarebbe
stato per noi molto importante, giacché volevamo portare un
drappello in Consiglio regionale per condizionare le scelte e
allargare lo spazio fisico a disposizione del bacino liberale e
riformista verso la modernizzazione della regione".
"Del resto, il dato generale conferma che la Regione non era
contendibile e che si è trattato solo di un test all'interno del
Centrodestra per stabilire gli equilibri. Che l'avversario
principale non riuscisse a impensierirlo - rimarca Maran - era un
dato scontato fin dalla vigilia. Così come il nostro obiettivo
era quello di costruire una realtà alternativa all'attuale
bipolarismo. Al punto da aver scelto di puntare su un nuovo
soggetto con realtà che correvano insieme per la prima volta in
Italia con il fine ultimo di creare un partito
liberal-democratico. Il progetto continuerà comunque, ma avrebbe
potuto ricevere una spinta molto forte dalla presenza di un
gruppo di consiglieri".
"Nel corso della campagna elettorale - aggiunge il candidato -
siamo riusciti a mettere sotto i riflettori i temi
dell'innovazione, delle imprese e dei giovani. Vogliamo una
regione più moderna e abbiamo sottolineato il crollo demografico,
l'invecchiamento e le natalità ridotte, insieme alla necessaria
presenza delle donne sul mercato del lavoro, alla fuga di
cervelli e a una bassa crescita. Ecco perché è necessario
scegliere di investire".
Altra certezza riguarda il fatto che "per noi lo sforzo per
costruire l'orizzonte unitario Italia-Europa continuerà. La
prossima scadenza è quella delle elezioni europee e tutte le
nostre formazioni convolte fanno riferimento a Renew Europe: sarà
un'altra occasione per riproporre un progetto a livello
continentale". Per quanto concerne la dicitura Calenda
all'interno del logo "credo che ci saranno dei cambiamenti
perché, se si va verso la costruzione di un partito nuovo e
unitario, bisogna anche trovare simboli diversi e un nome adatto
al conflitto politico e sociale di oggi, non a quello del secolo
scorso. Anche il riferimento alle tradizioni liberali, popolari e
riformiste dovrà trovare una sintesi per definire dove andiamo e
non solo da dove veniamo".
Infine, alcune considerazioni generali. "Pensavamo di attrarre
chi vota questo schieramento in occasione delle elezioni
politiche. Tuttavia, non ha aiutato il tipo di competizione
elettorale molto polarizzata: le regionali sono le più difficili
e il risultato, in questo caso scontato e senza competizione, ha
allontanato dalle urne una fascia di soggetti che è quella dalla
quale attingiamo. Come ripartirà Maran? Ci saranno altri soggetti
su cui investire. Sono sempre pronto a dare una mano quando
serve, ma non devo fare per forza il frontman ogni volta.
Toccherà ad altri".
ACON/DB-fc