LEGGI ELETTORALI. MORETTI (PD): NORME NON SI CAMBIANO PER CONVENIENZA
(ACON) Trieste, 25 apr - "Le dichiarazioni del Centrodestra
sulla legge elettorale regionale e sui ballottaggi danno l'idea
del valore che questi danno alla democrazia. La norma, votata nel
2007 ad ampia maggioranza e applicata dal 2008, salvaguarda i
principi cardine di un'Assemblea legislativa, che costituiscono
la tutela delle minoranze e della rappresentatività territoriale.
Lo stesso vale per il tentativo, oggi di Roberti e qualche giorno
fa di Calderoli, di sminuire e non riconoscere come vera la
vittoria di De Toni a Udine, proponendo l'eliminazione del
ballottaggio per i Comuni sopra i 15mila abitanti. Come Pd
terremo una posizione ferma su questo e sono sicuro che lo stesso
farà il resto dell'Opposizione".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Diego Moretti
(Pd), commentando le affermazioni dell'assessore alle Autonomie
locali, Pierpaolo Roberti, in merito "a possibili modifiche della
legge elettorale regionale e di quella comunale".
"Comprimere i diritti delle minoranze, in Regione come nei
Comuni, attraverso una riduzione della loro rappresentanza,
sarebbe inaccettabile: già nella scorsa legislatura, insieme a
tutte le opposizioni, sventammo un tentativo di modifica in tal
senso. In Regione - auspica il capogruppo dem - va invece
introdotta la preferenza di genere e, per i Comuni più grandi,
confermato il ballottaggio per i sindaci, che nasce proprio nel
1993 con l'elezione diretta per dar modo ai candidati più
attrattivi di raccogliere i voti anche dei cittadini che, al
primo turno, hanno fatto altre scelte. Questo è il senso della
democrazia e della partecipazione".
"Il legislatore, giustamente, ha inteso assicurare alle minoranze
il 40 per cento della rappresentanza - conclude Moretti - proprio
per garantire il ruolo dell'Assemblea legislativa regionale e dei
suoi consiglieri, che non devono essere al servizio del
presidente della Regione di turno, ma della Costituzione, sulla
quale tutti i consiglieri regionali giurano a inizio mandato.
Dopo la sconfitta di Udine, il Centrodestra se ne esce con l'idea
di eliminare il ballottaggio per i Comuni sopra i 15mila
abitanti: pensare che le leggi elettorali si cambino a seconda
delle convenienze del momento o si pieghino alla volontà della
maggioranza del momento, significa sovvertire proprio questo
principio cardine della democrazia italiana nata dalla Resistenza
del 1945".
ACON/COM/db