LAVORO. CAPOZZI (M5S): CITTADINI A ROMA DAL FVG CONTRO IL PRECARIATO
(ACON) Trieste, 14 giu - "Sabato 17 giugno si terrà, a Roma, la
manifestazione voluta e organizzata dal presidente Giuseppe Conte
per dire basta al precariato e ai salari bassi nel nostro Paese.
Anche gli attivisti del Friuli Venezia Giulia sfileranno lungo le
strade della Capitale per manifestare contro le scelte del
Governo Meloni".
Lo anticipa in una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi
(M5S), annunciando la partenza di un pullman dal Fvg alla volta
di Roma.
"Saremo tantissimi in piazza - aggiunge l'esponente pentastellata
- per dire no alle politiche del Centrodestra, che sta favorendo
il ritorno del precariato e non vuole affrontare la questione del
salario minimo. La nota del 24 marzo scorso, diramata dalla
Direzione regionale Lavoro, commentando i numeri del mercato
dell'occupazione, sottolineava come occorresse stare in guardia
sul ritorno a un'eccessiva facilitazione delle assunzioni a tempo
determinato e sul problema dei salari che non crescono in Italia
da oltre 20 anni".
"Pare - prosegue Capozzi - che solo il Governo nazionale non se
ne renda conto. Infatti, con il famoso Decreto Meloni dello
scorso 1 maggio, l'Italia torna a essere la Repubblica
democratica fondata sul lavoro precario. Basti pensare che
l'incremento dell'occupazione in Friuli Venezia Giulia,
registrata nel primo trimestre di quest'anno, già vedeva un
incremento dei contratti a tempo determinato del 4,2% rispetto
allo stesso periodo dell'anno scorso, ma anche delle assunzioni
con il lavoro intermittente (+18%) e con la para-subordinazione
(+33%)".
"Ecco perché scenderemo in piazza per tutelare anche le donne e,
soprattutto, le future generazioni. I dati regionali - conclude
l'intervento del Movimento 5 Stelle - ci dicono infatti che la
retribuzione media lorda annua non supera i 23mila euro, che
nell'Isontino non arriva nemmeno a 21mila, che per le donne
raggiunge di poco i 17mila contro i 26mila degli uomini e che per
gli under 30 è pari a 13.500 euro. In queste condizioni non è
possibile per i giovani pensare a un futuro stabile e, per questo
motivo, continuano ad abbandonare le nostre terre".
ACON/COM/db