CENSURA SCOCCIMARRO. PELLEGRINO (AVS): GIUNTA EMPATICA AL NEOFASCISMO
(ACON) Trieste, 22 giu - "Quando l'assessore Fabio Scoccimarro
si è insediato come consigliere regionale, ha prestato giuramento
per sancire solennemente la sua fedeltà alla Repubblica e quindi
alla Carta fondamentale dello Stato, che è figlia della
Resistenza e radicalmente antifascista. Quest'ultima proclama una
serie di diritti fondamentali inviolabili, come la libertà di
voto e il pluralismo dei partiti, ma anche il sistema di
divisione e bilanciamento dei poteri dello Stato, tutti elementi
che contrastano con l'idea che era stata del fascismo di partito
unico, di stato gerarchico, di assenza di elezioni e pluralismo".
Così la nota di Serena Pellegrino, consigliera regionale di
Alleanza Verdi e Sinistra, che in Aula è intervenuta sulla
mozione con cui il Gruppo del Pd e componenti del Gruppo Misto
hanno censurato l'operato di Scoccimarro in occasione della
commemorazione di Almerigo Grilz, a Trieste, in via Paduina, a
maggio scorso.
"L'assessore - precisa Pellegrino - ha difeso la sua presenza in
un contesto che era manifestamente apologia di fascismo,
facendone un vanto e rivendicando il fatto che ogni anno agisce
così, senza porsi il seppur minimo dubbio di agire contro la
legge, probabilmente forte della dichiarazione del presidente del
Senato, Ignazio La Russa, che ha detto che la Costituzione non ha
in sé il concetto antifascista".
La consigliera inoltre cita "Vittorio Foa, componente della
Costituente e poi deputato socialista, che disse a Giorgio
Pisanò, ex membro della Repubblica sociale italiana e
parlamentare del Msi che 'i morti sono morti: rispettiamoli
tutti. Ma se si parla di quando erano vivi, erano diversi. Se
aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo
vinto noi, tu sei senatore'".
"I firmatari della mozione - che Pellegrino rammenta essere
Cosolini, Moretti, Carli, Celotti, Conficoni, Fasiolo, Martines,
Mentil, Pisani, Pozzo e Russo - hanno invitato il presidente
Fedriga a revocare la delega all'assessore, ribadendo il completo
rifiuto della comunità regionale di ogni forma di apologia o
riabilitazione del fascismo. Nel dibattito in Aula è stata
utilizzata l'abusata equiparazione di fascismo e comunismo,
dimenticando che nel nostro ordinamento la ricostituzione del
fascismo è un reato, l'esistenza del comunismo non è condizionata
da nessuna norma, tantomeno penale".
"La mozione è stata respinta dal Consiglio regionale: il che
esprime senza retorica, ma con piena efficacia - conclude
l'esponente di Avs - il vero volto politico di questa Giunta
regionale, che guarda con empatia al dilagare del neofascismo".
ACON/COM/rcm