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CENSURA SCOCCIMARRO. NO AULA A MOZIONE PD SU REVOCA INCARICO IN GIUNTA

22.06.2023
15:04
(ACON) Trieste, 22 giu - Le 27 espressioni di voto contrario pervenute dai banchi della Maggioranza, contrapposte alle 19 posizioni favorevoli manifestate dalle Opposizioni, hanno portato il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, presieduto da Mauro Bordin, a respingere la mozione 2 "Censura nei confronti dell'operato dell'assessore Scoccimarro ai sensi dell'articolo 145 ter del Regolamento interno".

L'istanza era stata presentata dal Gruppo Pd con Roberto Cosolini primo firmatario e aveva trovato il supporto dell'intero schieramento di centrosinistra nella volontà di impegnare la Giunta regionale a censurare l'operato di Scoccimarro "in occasione della commemorazione di Almerigo Grilz, ribadendo il completo rifiuto della comunità regionale di ogni forma di apologia o riabilitazione del fascismo. Inoltre, invitando il presidente della Regione a prendere le distanze da tale comportamento, valutandone la revoca".

Il provvedimento, in considerazione del fatto che "venerdì 19 maggio si è svolta a Trieste una commemorazione di Grilz alla presenza anche dell'assessore regionale a Difesa dell'ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro" e che "durante l'evento molte persone, al grido di 'Presente!', hanno risposto, mettendosi sull'attenti, con il saluto romano, gesto dichiaratamente neo-fascista", riteneva "del tutto incompatibile che un rappresentante dell'Esecutivo regionale partecipi a tali manifestazioni, abilitandone di fatto atteggiamenti, gesti e slogan palesemente identificabili come neofascisti e contrari alla Costituzione repubblicana".

Secondo i promotori, inoltre, dalle dichiarazioni dell'assessore "non vi è stata alcuna presa di distanza dai suddetti gesti e dagli slogan neo-fascisti". Le motivazioni, ha spiegato Cosolini, vanno ricercate "nella necessità di andare a fondo su un periodo che censuriamo. Scoccimarro - ha aggiunto l'esponente dem - era presente e, pur dandogli atto di non aver aderito al triplice invito a fare il saluto romano, è necessario affermare che non ci deve essere alcuna prossimità, neppure simbolica, tra chi è esponente di un'istituzione e manifestazioni, atteggiamenti o gesti che richiamino l'ideologia fascista. Sarebbe bastato che avesse riconosciuto l'errore, perché dire di essere stato lì solo per portare un fiore non costituisce una dissociazione dal taglio di quella manifestazione".

A supporto di questa posizione è intervenuta la consigliera Serena Pellegrino (Alleanza Verdi Sinistra - Avs) che si è focalizzata sulla genesi della Costituzione, aggiungendo che "ogni giorno qualcuno sfida la democrazia. Quando l'assessore si è insediato come consigliere ha prestato giuramento alla carta fondamentale dello Stato, figlia della Resistenza e radicalmente antifascista. Ci saremmo aspettati che Fedriga non prendesse solo le distanze, ma che gli togliesse le deleghe". Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) ha altresì rimarcato che "avrei preferito non vedere un rappresentante istituzionale in una situazione grottesca tra soggetti potenzialmente eversivi dell'ordine democratico. La Giunta è scassata in alcuni suoi componenti e lei, assessore, rappresenta la punta diamante".

Il capogruppo di Fratelli d'Italia, Claudio Giacomelli (FdI), ha parlato invece di un fatto "di opportunità e non di legalità. Le vostre patenti di democrazia non ci interessano e non hanno credibilità, mentre il vostro antifascismo è una finzione cinica ed elettorale. La verità è che non avete niente da dire e chiedete il voto sfruttando un nemico comune". Anche il capogruppo leghista Antonio Calligaris si è schierato dalla parte di Scoccimarro, spiegando che "non può essere ritenuto responsabile degli atti di altri. Cosolini ha detto che avrebbe dovuto riconoscere l'errore e che non si è dissociato abbastanza. Avrebbe forse dovuto venire qui e abiurare davanti a questo tribunale della santa inquisizione?".

Ancora dal versante Partito democratico, Francesco Russo ha rimarcato il fatto che "nell'occasione è stato ricordato Grilz come orgogliosamente fascista. Non ci sono state dissociazioni da parte di Scoccimarro, altrimenti non saremmo qui. Tuttavia, non dubito riguardo la sua sincera adesione democratica ai valori costituzionali e sono certo che, potendo tornare indietro, sarebbe andato a portare un fiore un'ora prima e che il prossimo anno non sarà presente".

Il capogruppo forzista Andrea Cabibbo ha definito la discussione "strumentale e pretestuosa. Una mozione di censura ridicola con la quale la Sinistra dimostra di essere titolare della cattedra del surreale". Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga presidente, ha invece ammesso che "vorrei anch'io un amico come Scoccimarro, perché chi non dimentica un amico in una situazione difficile è una persona preziosa. La sua presenza gli fa onore e questa discussione costituisce una perdita di tempo".

Scoccimarro, dal canto suo, ha voluto precisare che "Grilz non si collocava nell'alveo di matrice fascista. Ho sempre rispettato e apprezzato il lavoro di chi, pur essendo in minoranza, sceglie di portare il proprio contributo costruttivo, ma oggi non riesco proprio a coglierlo: non perché mi senta sotto processo, ma perché ritenevo esaurita la discussione già un mese fa".

"Ribadisco la mia presenza a titolo personale, e non come rappresentante della Giunta. Come ogni 19 maggio - ha precisato - ero insieme a Laura, fidanzata di Almerigo, per portare un fiore in via Paduina sul portone dove aveva preso il via, ormai quasi 50 anni fa, il mio percorso politico. Grilz non fu solo leader della giovane destra nazionale e parlamentare, ma anche primo giornalista italiano del dopoguerra a morire al fronte. Non considero - ha concluso, prima di citare un intervento di Giorgia Meloni - derive diverse da quelle presenti nell'alveo della Costituzione e della fedeltà alle Istituzioni. Questo è quello che ho dichiarato il 19 maggio e che ripeterò negli anni a venire".

Categorico il sì a favore della mozione, in sede di dichiarazioni di voto, da parte di Rosaria Capozzi (M5S) e di Furio Honsell (Open Sinistra Fvg). Secco il no da parte di Roberto Novelli (FI) e Stefano Mazzolini (Fedriga presidente). Ancora Cosolini, infine, ha chiuso ricordando che "certi orrori portano i germi di un possibile ritorno del fascismo: basta dire chiaramente che non si ha nulla da spartire. È mancata, è in quel caso avremmo ritirato la mozione, una chiara dichiarazione di dissociazione".

Prima dell'espressione di voto finale ha preso la parola anche il governatore Massimiliano Fedriga che ha ribadito come Scoccimarro si sia "dissociato esplicitamente dall'idea di fascismo e lo ha riconfermato anche oggi. Ora - ha aggiunto - state dicendo persino quale frase letterale avrebbe dovuto dire per dissociarsi e questo supera il ridicolo. Anch'io, come Cosolini, sono convinto che i germi dell'intolleranza vadano fermati sul nascere: quelli che possono condurre a un rischio fascista ma anche quelli dell'intolleranza verso idee diverse, verso la censura delle idee diverse e verso la denigrazione delle idee diverse, proprio dove si nascondono i germi del comunismo". ACON/DB-fc



L'assesore regionale Fabio Scoccimarro durante ilsuo intervento di replica
Roberto Cosolini (Pd) mentre illustra la mozione di censura
L'intervento del governatore Fvg, Massimiliano Fedriga
Claudio Giacomelli (FdI) difende la posizione di Scoccimarro in Aula
Serena Pellegrino (Avs) durante la discussione della mozione
Enrico Bullian (Patto-Civica) propone la sua valutazione pro-censura
Antonio Calligaris (Lega)