MIGRANTI. BULLIAN (PAT-CIV): SERVE RETE STRUTTURE PICCOLE DIMENSIONI
(ACON) Trieste, 7 ago - "La tematica è complessa e proprio per
questo va affrontata con razionalità, trasparenza e
ragionevolezza". Così Enrico Bullian, consigliere regionale del
Patto per l'Autonomia - Civica Fvg, in merito alla realizzazione
di un centro di accoglienza per migranti a Jalmicco, frazione di
Palmanova.
"Il dato di partenza - commenta il consigliere in una nota - è
che ci sono stranieri richiedenti asilo politico che chiedono di
beneficiare di un diritto costituzionalmente garantito, secondo
cui lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo
esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione
italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica,
secondo le condizioni stabilite dalla legge".
E dunque, continua Bullian, "spetta alle commissioni statali
verificare l'ammissibilità della richiesta e certificare lo
status di rifugiato e, attraverso le leggi ordinarie, va
impostato il modello di accoglienza più confacente alla
situazione".
Verificata negli anni "l'insostenibilità dei grandi centri di
accoglienza, con le note problematiche di strutture come quelle
di Gradisca d'Isonzo e della Cavarzerani di Udine, riteniamo
errato procedere con una struttura simile da proporre nelle
vecchie caserme di Jalmicco, a Palmanova, perché si otterranno
risultati altrettanto deludenti, peraltro ricadenti su una
frazione di qualche centinaio di persone e su un'area in stato
fatiscente".
Il consigliere del Patto-Civica Fvg ritiene che "sarebbe dunque
doveroso e auspicabile che le Istituzioni riuscissero a impostare
un lavoro in rete per creare una vera di rete di strutture di
medio-piccole dimensioni che possano facilitare percorsi di
inclusione dei richiedenti asilo, in collaborazione con le
comunità ospitanti. I gruppi appartamento avrebbero un impatto
decisamente meno significativo e - al contrario di quanto
affermano alcuni esponenti di destra - si tradurrebbe in un
migliore percorso di accompagnamento e non significherebbe
nessuna assenza di "controllo", peraltro esercitato su persone
che non hanno commesso reati, che altrimenti verrebbero destinati
ad altri percorsi fino al Centri di Permanenza per i Rimpatri".
Nel contesto "più umanizzato" dei gruppi appartamento, dice
ancora Bullian, "ci sarebbe la possibilità di pensare a una
autogestione delle pulizie e dei pasti, anche per rispettare
l'autonomia nelle scelte alimentari, e all'attivazione di lavori
di pubblica utilità, sotto la supervisione del soggetto gestore,
fino a crearsi percorsi di vita indipendente con l'inserimento
nel mondo del lavoro".
Il consigliere prosegue ancora nella sua nota: "Non parlo per
astrazioni, ma per aver applicato da sindaco l'accoglienza
diffusa a Turriaco, che prima non esisteva, e da fine 2016 in poi
siamo arrivati a 5 appartamenti di accoglienza a Turriaco,
accogliendo fino a una trentina di persone contemporaneamente. Se
ogni Comune facesse la sua parte contribuendo a favorire questo
tipo di strutture, di fatto gran parte della questione sarebbe
risolta".
"Anche il presidente della Regione Veneto Zaia - riferisce
Bullian - è arrivato alla conclusione pragmatica che questo
rappresenta il metodo più razionale, ragionevole, funzionale e
applicabile da impostare per l'accoglienza e l'inclusione dei
richiedenti asilo politico".
Il consigliere porta l'esempio di accoglienza delle famiglie
ucraine: "Si sta adottando proprio questo sistema: se è
funzionale per loro, perché non lo può essere in generale? Vanno
studiati i casi di accoglienza che hanno funzionato e stanno
funzionando per meglio riproporli negli altri Comuni e non
ostinarsi a puntare su grandi strutture che hanno dimostrato
innumerevoli volte i propri limiti, sia per le difficoltà nei
confronti della comunità ospitante sia per il processo
disumanizzante nei confronti dei richiedenti asilo".
"Ci aspettiamo che le istituzioni - lo Stato, la Regione, i
Comuni - sappiano formulare una proposta per affrontare
assennatamente la questione, uscendo da schematismi sempre buoni
per le campagne elettorali, ma meno funzionali per la gestione
del fenomeno" conclude Bullian.
ACON/COM/mt