FINE VITA. CABIBBO (FI): SU TEMA COSÌ DELICATO SERVE LEGGE NAZIONALE
(ACON) Trieste, 11 ago - "Sul fine vita, siamo al cospetto,
nella nostra regione, solamente di un adempimento formale a
quanto stabilito dal tribunale di Trieste, che ha dato corso a
quanto affermato dalla Corte Costituzionale, con una pronuncia
che, per stessa ammissione dei promotori dell'iniziativa di legge
regionale, non è automaticamente applicabile, ma necessita di un
intervento legislativo che disciplini il cosiddetto diritto al
suicidio, anticamera della vera e propria eutanasia. Cantare
vittoria perché l'Azienda sanitaria ha dato corso alla procedura
significa avere le idee confuse in ordine al ruolo della politica
e del suo rapporto con gli altri poteri dello Stato. Oppure, e
sarebbe grave, la sinistra sceglie di ingannare l'elettorato
piegando la verità a una propaganda molto pericolosa".
Così in una nota Andrea Cabibbo, capogruppo di Forza Italia,
nell'evidenziare che "su un tema così delicato, complesso e
complicato deve intervenire il legislatore nazionale, non le
singole Regioni o, peggio, i tribunali. Sarebbe oggettivamente
irresponsabile che ogni Regione legiferasse in autonomia, creando
una disciplina che viene applicata a macchia di leopardo. La
profonda importanza della materia non lascia spazio a giochetti
di astuzia: qualcuno tenta di sfondare gli argini regionali per
aggirare il Parlamento, ma su un tema come questo non possono
esserci scorciatoie né ambiguità".
Cabibbo, proprio alla luce dell'obbligo di "approcciarsi con la
massima serietà al tema", puntualizza che "su temi sensibili, ci
possono sempre essere posizioni diverse espresse a titolo
personale. Nessuno si sogna di assumere condotte coercitive, la
libertà di pensiero è un diritto inalienabile. Allo stesso modo,
rivendico che i valori non negoziabili come quello alla vita
siano tutelati dalla politica, sottolineando che sono aspetti
fondanti di uno Stato laico. Faremo valere le nostre idee,
rispecchiando quanto sostenuto dal nostro elettorato: non è per
nulla scontato che in Friuli Venezia Giulia si ripeta quanto
avvenuto in Veneto".
Cabibbo, infine, invita le istituzioni a "concentrare
l'attenzione sull'importanza di curare la sofferenza, anziché
pensare ad accelerare il processo crepuscolare per il sofferente.
L'obiettivo sia tutelare, proteggere e sostenere la persona nel
suo percorso di vita naturale e le famiglie che devono sostenere
il peso delle difficoltà che le malattie comportano, legiferando
anche sul tema delle cure palliative. Evitiamo guerre di
religione o banalizzazioni, ma non indietreggiamo mai sul terreno
del diritto alla vita".
ACON/COM/fa