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SOCIALE. RUSSO (PD): DONNA MORTA TS, ATTIVARSI PER CONTRASTARE DISAGIO

22.08.2023
17:37
(ACON) Trieste, 22 ago - "La morte solitaria di una donna ancora giovane è un fatto grave che ci deve far interrogare tutti sulle azioni da compiere per contrastare tragedie del genere e non solo. A fronte di questi eventi, che sono la punta di un iceberg di un crescente disagio sociale, non si può restare inattivi e gongolarsi nell'immagine di una "Trieste da bere" che forse non la dice tutta sulla realtà della nostra città".

Lo afferma in una nota il consigliere regionale Francesco Russo (Partito democratico) a margine del rinvenimento del cadavere di una donna avvenuto a Trieste, in via Settefontane, nella serata di ieri, 21 agosto.

"È davvero terribile - prosegue il consigliere - pensare che a Trieste si possa morire da soli senza che nessuno se ne accorga per settimane. Fermo restando che l'intervento dell'amministrazione pubblica non può irrompere nella sfera privata dell'individuo, credo che queste morti solitarie, queste persone "dimenticate" siano un fenomeno, non nuovo a Trieste, che getta una luce su aree di disagio ben presenti in città".

Secondo Russo "ci sono dei bisogni che continuano a sfuggire. Il Servizio sociale del Comune dovrebbe poter stringere le maglie per intercettare il bisogno: serve una raccolta di dati, la possibilità di integrarli con altri al fine di mappare il disagio e, ove possibile prevenire che si trasformi in tragedia o incancrenisca".

E ancora, continua in consigliere dem, "come in sanità esiste la medicina di iniziativa, ci vorrebbe anche il "sociale di iniziativa", mentre, invece, stiamo assistendo allo smantellamento, da parte della Regione, della presenza dei servizi sul territorio, dalla riduzione dei distretti a quella dei consultori che sembrano dettate da una semplice e terribile volontà di risparmio".

Sul tavolo, conclude Russo, "ci sono diverse opzioni concrete da considerare: la raccolta di dati da parte dei Servizi sociali dei Comuni, integrati con altri, per esempio la Polizia locale o l'Ater, e il successivo invio di questi alla Regione per la pianificazione regionale, l'istituzione di un assessorato alla solitudine, come già realizzato in molti Comuni, o di una struttura ad hoc all'interno del Servizio sociale del Comune, magari nelle realtà cittadine in cui il fenomeno è più presente". ACON/COM/mt



Francesco Russo (Pd)