MIGRANTI. BULLIAN (PAT-CIV): CDX SPECIFICHI DOVE VUOLE FARE L'HOTSPOT
(ACON) Trieste, 7 set - "Ho letto con curiosità le ripetute
dichiarazioni degli esponenti del Centrodestra regionale, a
partire da quelle del presidente della Regione, Massimiliano
Fedriga. Quest'ultimo chiede a gran voce la redistribuzione equa
dei richiedenti asilo a livello nazionale e regionale, ma non
vuole applicare lo stesso principio di redistribuzione e
diffusione per piccoli gruppi nel territorio del Friuli Venezia
Giulia, dove può giocare un ruolo da protagonista e dove
insistono grandi strutture di accoglienza che hanno già
manifestato da tempo i propri limiti, come il CARA di Gradisca
d'Isonzo".
Lo afferma, in una nota, Enrico Bullian, consigliere regionale
del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg.
"Al contrario, il suo collega Zaia - prosegue - , con sano
pragmatismo veneto, ha aperto all'accoglienza diffusa perché
l'obiettivo è gestire il fenomeno con miglior beneficio, o minor
impatto se si adotta un'ottica "negativa" ma realista, per i
richiedenti asilo e per le comunità ospitanti, evitando la
contrapposizione ideologica".
"Purtroppo si tratta sempre del solito leitmotiv, un evergreen
della propaganda - aggiunge Bullian - : mantenere alta la
tensione sul tema richiedenti asilo per capitalizzarla in
consenso elettorale. La Lega, pur nelle varie trasformazioni
avvenute del Partito e salvo rare eccezioni come Zaia, continua
ad aver bisogno del nemico esterno".
Il consigliere si spiega: "Tutto è iniziato contro il teron ai
tempi della ventilata Secessione padana, per poi passare all'
extracomunitario, clandestino per definizione, anche quando non
lo era, e infine, negli ultimi tempi, al richiedente asilo
politico, irregolare per definizione, anche quando spesso non lo
è, e alle Ong".
"Non c'è stata - sottolinea ancora - una maturazione
istituzionale nonostante i lunghi anni al potere e quindi le
situazioni complesse non si risolvono, ma si incancreniscono
esasperando gli animi e impedendo pratiche di inclusione e
integrazione".
"Mi è capitato spesso di sentire Fedriga - continua la nota -
discettare sulla lungimiranza degli Statisti che devono
traguardare i tempi contingenti e mantenere l'orizzonte sui tempi
medio-lunghi. Semplice essere d'accordo su frasi ad effetto,
peraltro trite e ritrite, specie sull'Unione Europea, spesso
chiamata in causa solo per le reali falle nel sistema di gestione
dei flussi dei richiedenti asilo politico (dovute per buona parte
proprio a quelle forze conservatrici o reazionare europee a cui
fanno riferimento le destre italiane)".
"Non compaiono invece - fa sapere Bullian - prese di posizione di
maggior visione, che pensino a un'Europa più forte e coesa, un
soggetto politico continentale in grado di trattare a pari
livello con Stati Uniti e paesi emergenti, a partire da Cina e
India, per affrontare le sfide generali della contemporaneità".
Meriterebbe, secondo il consigliere del Patto-Civica Fvg,
"qualche riflessione la necessità di una fase nuova di
armonizzazione dei sistemi fiscali nazionali su scala europea,
propedeutica a un welfare comunitario, a un esercito unico di
difesa, solo per citare alcuni esempi, che siano orientati verso
la realizzazione di un vero Stato federale: gli Stati Uniti
d'Europa".
Altrimenti, insiste Bullian "attaccare l'Unione Europea solo in
riferimento alla mancata redistribuzione dei richiedenti asilo
politico, è la posizione di chi critica una realtà per
allontanare le responsabilità, ma sapendo - in fondo - di essere
corresponsabile di quella situazione mal gestita".
Sull'hotspot "è necessario una specifica da parte delle
istituzioni competenti nella scelta: dicano dove vogliono farlo.
Ricordiamo poi al Presidente Fedriga che l'hotspot non serve
solamente ad allontanare chi è entrato irregolarmente, ma anche e
forse soprattutto a dare continuità di tutela a chi ha diritto
allo status di rifugiato".
Lo status del richiedente asilo politico, "un diritto
costituzionalmente garantito, viene verificato in seconda battuta
e non è dato sapere a priori se la persona riceverà lo status di
rifugiato o se non le sarà riconosciuto: verrà certificato solo
in seguito dalle specifiche Commissioni statali" precisa Bullian.
Inoltre, "quando, sbagliando o mentendo, si dice che
l'accoglienza diffusa ha fallito, si dovrebbe anche dire come si
valutano le alternative oggi esistenti: il Cara di Gradisca
d'Isonzo o la Caserma Cavarzerani di Udine, ovvero strutture con
grandi concentrazioni di richiedenti asilo, hanno funzionato
meglio? Non penso lo si possa affermare secondo scienza e
coscienza".
"Va smentita anche l'affermazione che l'accoglienza diffusa è
priva di controllo - conclude il consigliere - . È vero il
contrario, dal momento che spesso consente di attivare percorsi
di inclusione (lavorativi, di conoscenza della lingua, di
inserimento nella realtà locale ecc.), che creano un clima
migliore sotto la supervisione di cooperative dedicate alle
strutture e delle forze dell'ordine, contribuendo al benessere
socio-economico dei soggetti interessati e del territorio
ospitante".
ACON/COM/mt