AMBIENTE. CAPOZZI (M5S): POZZI, REGIONE ASCOLTI SINDACI ED EVITI GUAI
(ACON) Trieste, 8 set - "Un'ordinanza nata malissimo e
presentata ai sindaci con due mesi di ritardo: dovrebbe essere
revocata, anche perché la situazione non è più quella di luglio.
Invece, l'assessore Scoccimarro rilancia l'azione dell'Esecutivo
contro i soli pozzi artesiani utilizzati dalle famiglie per
approvvigionare l'acqua potabile".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale del Movimento 5
Stelle, Rosaria Capozzi, esprimendo la sua "preoccupazione per
quanto accadrà nella bassa friulana da qui ai prossimi mesi".
"Schierandoci al fianco dei sindaci che hanno chiesto la revoca
dell'ordinanza, da loro stessi definita illegittima, aggiungiamo
alcuni particolari di questo provvedimento. La regolamentazione
dei pozzi - dettaglia l'esponente pentastellata - è prevista dal
Piano regionale tutela acque almeno dal 2012 (Giunta Tondo),
quando venne stabilito che non potessero superare il limite di
0,1 l/s. La stessa è stata spesso rinviata per mero calcolo
elettorale, ma è stata rivista soprattutto nel 2015 quando la
Giunta Serracchiani cancellò questo limite e stabilì che la nuova
misura fosse individuata da uno specifico tavolo tecnico. La
Regione non ha mai stabilito limiti di portata".
"Nel 2018 - ricorda Capozzi - l'attuale presidente Bordin firmò
una mozione votata dal Consiglio regionale per chiedere cinque
impegni che non sono diversi da quello che chiedono oggi i
cittadini in merito ai pozzi artesiani. Non si è fatto niente per
censire i pozzi artesiani, così come non è stato progettato un
acquedotto per la zona industriale Aussa Corno. Forse solo un
punto possiamo dire che sia stato mantenuto: far sprecare meno
acqua all'agricoltura".
"Oggi, dopo otto anni, dovremmo avere dati certi. Secondo
Scoccimarro, i pozzi da limitare sono 50 mila, secondo il Piano
37 mila. Tutto ciò che la Regione è riuscita a elaborare -
prosegue l'intervento del M5S - è un atto con cui ordina ai
cittadini di regolare i propri pozzi secondo modalità suggerite,
pertanto nemmeno imposte. Se poi succede quello che gli stessi
tecnici al tavolo hanno previsto, ovvero che su pozzi datati
restringere la portata può comportare l'insabbiamento della
fontana, chi pagherà i danni ai cittadini? Chi garantirà loro
l'approvvigionamento idrico?".
"Nessuno - conclude Capozzi - si è mai voluto assumere questa
responsabilità e neppure quella di bloccare i veri sprechi della
risorsa idrica. Questa è l'ennesima dimostrazione di quanto male
sia stata gestita politicamente questa partita".
ACON/COM/db