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PESCA. MASSOLINO (PATTO-CIV): STRUMENTALI POSIZIONI DEL CENTRODESTRA

13.09.2023
14:13
(ACON) Trieste, 13 set - "Mistificare la realtà a fini di propaganda politica va a scapito della cittadinanza, che invece ha diritto di ricevere informazioni chiare, contestualizzate e trasparenti. Anche sul tema della pesca, la Destra di Governo e quella regionale non perdono l'occasione per fare propaganda contro l'Europa a scapito della verità".

Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, commenta in una nota la prossima visita a Trieste del Governo nell'ambito del forum internazionale dedicato alla valorizzazione della "Risorsa Mare", che si terrà il 14 e 15 settembre, al quale parteciperà "e in cui si parlerà anche della pesca, tema su cui in Consiglio regionale è stata da poco depositata una mozione promossa dalla Lega", rammenta l'esponente autonomista.

"La mozione presentata in Regione dal Centrodestra a favore della pesca a strascico - spiega la Massolino - è strumentale per diverse ragioni. In primis perché quello a cui la mozione intende opporsi non è un regolamento, ma un Piano d'azione complessivo proposto dell'Unione europea, che intende decarbonizzare e rendere più sostenibile il settore della pesca con una serie di interventi. Il pacchetto approvato in Commissione europea, al quale solo il nostro Governo ha votato contro, prevede un aumento delle aree marine protette al 30% dei nostri mari entro il 2030 e lo stop totale della pesca a strascico in queste aree. Nel complesso, gli obiettivi che si pone tendono a raggiungere e mantenere gli stock ittici a livelli sostenibili, diminuire l'impatto della pesca sui fondali marini e ridurre al minimo gli impatti della pesca sulle specie sensibili. Quindi nessuno stop indiscriminato della pesca a strascico, come afferma la mozione del Centrodestra, bensì la creazione di zone di protezione e ripopolamento, che permetteranno ai pescatori di pescare di più all'esterno delle aree protette e tutelare al contempo la biodiversità".

"Uno degli obiettivi del Piano di azione europeo prosegue la consigliera regionale - è la decarbonizzazione del settore: ridurre tutto al tema della pesca a strascico è strumentale e populista. Ma non solo, dimostra ignoranza e distanza da quella che è la realtà della pesca in Friuli Venezia Giulia, dove lo strascico è già marginale e non verrebbe limitato dal piano di azione europeo. La vera sfida che la politica dovrebbe fare propria è la gestione delle risorse naturali valorizzando il prodotto locale. Così si combatte l'importazione di pesce da altre nazioni e si valorizza la tradizione marina regionale. Non solo, riprendendo le tradizioni del consumo tradizionale locale si potrebbe evitare la sovrapesca di alcune specie a discapito di altre. Torniamo a privilegiare risorse che abbiamo semi abbandonato (basti pensare a quanto si è ridotta negli ultimi anni la coltura dei mitili tradizionali come le cozze) riscopriamo le cooperative e rendiamo più attrattivi i mestieri legati alla filiera della pesca, in particolare per le e i giovani, e soprattutto studiamo le possibilità di distribuzione dei prodotti marini locali in regione, accorciando le filiere, come già sperimentato in alcuni territori".

"Dovremmo ricordare al Governo in passerella a Trieste e che ha votato contro il Piano della Commissione europea, isolandosi dal resto dei Paesi, che già nel 2006 l'Unione europea ha introdotto nel Mediterraneo il divieto di strascico nei siti marini Natura 2000. Volendo andare ancora più indietro, aggiungiamo una nota di colore per i nostalgici: già nel 1835 l'impero austro-ungarico aveva posto delle limitazioni allo strascico per tutelare la fauna marina. Eppure a diciassette anni di distanza il divieto posto dall'Unione europea non viene pienamente applicato dagli Stati membri e la pesca a strascico - rimarca Giulia Massolino - continua a operare indisturbata in aree che prevedono la massima tutela. Solo nel 2021, su 350 aree mappate e chiuse alla pesca a strascico si sono rilevate ben 178 presunte infrazioni in aree italiane da parte di 305 pescherecci, per un totale di 9.518 giorni di pesca di frodo. Questo è un tema che la politica deve affrontare, il rispetto non soltanto delle leggi, ma del futuro stesso del nostro mare e di conseguenza della sua capacità produttiva".

"Un eccessivo sforzo di pesca causa un drammatico impoverimento della biodiversità marina. Per garantire un futuro al Mediterraneo, in una prospettiva di medio periodo, bisogna proteggere integralmente almeno il 30% delle sue acque. Per questo il Piano d'azione europeo (accolto positivamente da tutti i Paesi dell'area mediterranea tranne l'Italia) è indispensabile. Questo però ci obbliga a ripensare, entro il 2030, molti dei nostri stili di pesca e di consumo: stock ittici, flotte, modalità di pesca e di distribuzione. Un'amministrazione responsabile non soffia sul fuoco, ma si impegna a sostenere questa riconversione nel settore ittico. Per questo - conclude la consigliera - noi intendiamo affrontare il tema con un diverso approccio, pragmatico e non idealistico e strumentale, e costruiremo presto un momento di incontro per immaginare il futuro della pesca sul nostro territorio tutte e tutti insieme". ACON/COM/rcm



Giulia Massolino (Patto - Civica Fvg)