ACCIAIERIA. PUTTO (PAT-CIV): GESTIONE DISORDINATA CHE NON GIOVA A FVG
(ACON) Trieste, 22 set - "La vicenda dell'acciaieria di San
Giorgio di Nogaro discussa nelle commissioni congiunte dopo
l'esposizione dello studio affidato a università e tecnici mette
in risalto come la Regione abbia gestito in modo disordinato e
rocambolesco questo tema".
Così, in una nota, Marco Putto consigliere di Patto per
l'Autonomia-Civica Fvg che prosegue: "Si è passati dal ritenere
l'opera un volano indispensabile per l'economia e l'occupazione
fino ad arrivare al un "no" su tutta la linea, a fronte degli
investimenti infrastrutturali da impegnare: costi noti da molto
tempo, ma evidentemente il punto non è questo".
"La retromarcia dell'esecutivo - continua il consigliere -
stupisce per tempi e modi: addurre che i costi sono il freno,
davanti a bilanci più che floridi, sembra una toppa per
giustificare la contrarietà dei territori coinvolti che si sono
opposti fermamente. Non penso siano i 250 milioni di euro
necessari per gli impianti ferroviari l'ostacolo, quanto che il
tema è diventato politicamente "scottante".
"Di questa storia - sottolinea il rappresentante dei civici -
resta l'iter confuso di un progetto annunciato senza trasparenza
e coinvolgimento, in primis del Consiglio regionale che ha
discusso di questo solo su richiesta delle Opposizioni. Gli
annunci a mezzo stampa della Giunta, che dal 2021 davano per
scontata l'opera, hanno di fatto alimentato la preoccupazione dei
cittadini e dei comuni interessati, che si sono organizzati in
comitati e attivati presso le istituzioni. Ora si è ritrattato su
tutta la linea, dichiarando che i territori e i portatori di
interesse vanno ascoltati: giusto, ma la prossima volta meglio
farlo prima".
"Ferma restando la contrarietà a forme di sviluppo industriale -
conclude Putto - che non tengano conto della sfida ambientale in
atto, seppure ancora non conclusi gli studi tecnici l'esecutivo
si è affrettato a comunicare lo stop al progetto dell'Aussa
Corno. Rimane una certa incredulità sulla gestione della vicenda
che non trasmette fiducia a eventuali investitori nel nostro
territorio. Nel discorso di insediamento del Fedriga Bis, il
Friuli-Venezia Giulia è stato definito ottimisticamente
locomotiva d'Italia, ma l'ultimo trimestre registra un 40% in più
di aziende in fallimento e liquidazione: credo servano più binari
per farla correre".
ACON/COM/li