LAVORO. PELLEGRINO (AVS): CAPORALATO SI CONTRASTA CON LA FORMAZIONE
(ACON) Trieste, 26 set - "Sulla mia interrogazione relativa al
progetto interregionale Common Ground per il contrasto al lavoro
irregolare e sommerso, al caporalato e allo sfruttamento
lavorativo in tutti i settori economici oggi, in Consiglio
regionale, a rispondere non c'erano né l'assessore con delega
all'immigrazione né l'assessore con delega al lavoro".
Così la consigliera regionale Serena Pellegrino, di Alleanza
Verdi e Sinistra, commenta la risposta dell'assessore Callari
all'interrogazione sul progetto Common Ground, nel quale cui il
Friuli Venezia Giulia è partner insieme al capofila Piemonte, a
Liguria, Emilia Romagna e Veneto.
"Saranno anche stati impegnati altrove - ha proseguito la
consigliera - per ragioni istituzionali, ma da queste assenze
traspare anche, viste le linee di governo securitarie e
repressive che caratterizzano questa amministrazione, che sia
estremamente fastidioso descrivere nel dettaglio le azioni
intraprese per contrastare concretamente lo sfruttamento
lavorativo e il caporalato. Il fine di realizzare interventi di
supporto all'integrazione sociale, sanitaria, abitativa e
lavorativa di cittadini di Paesi terzi vittime e potenziali
vittime di sfruttamento lavorativo, promuovendo la cultura della
legalità e della sicurezza, si lascia scrivere nella
progettazione esecutiva e utilizzare quale retorica politicamente
corretta ma non abbiamo saputo come la Giunta lo mette in atto".
"Questa Maggioranza - prosegue Pellegrino - teme di intaccare il
consenso elettorale, ma è tempo di uscire dall'ipocrisia e
svelare la contraddizione tutta in capo alla destra, fatta di
propaganda che da un lato vuole gli immigrati chiusi nei centri
per il rimpatrio, mentre dall'altro è costretta ad accettare la
loro presenza in fabbrica, nei campi, nelle cucine, purchè si
smaterializzino una volta finito l'orario di lavoro.
Abbiamo più posti di lavoro che lavoratori, come è stato
denunciato anche in quest'aula dai portatori di interesse, e la
concorrenza troppo spesso induce i datori di lavoro a utilizzare
i caporali per avere forza lavoro in nero e a basso costo".
"Non si può promuovere solo formalmente l'integrazione e
l'inclusione sociale - conclude l'esponente di Avs - che lo
stesso progetto Common Ground individua tra gli strumenti di
contrasto allo sfruttamento lavorativo, che si tratti di
immigrati o di italiani. Invece di disporre generiche iniziative
di sensibilizzazione o altre forme di improbabile interlocuzione
con persone sfruttate ed emarginate, coinvolgendo una sola
cooperativa, con un budget a disposizione di 2.750.000 euro, è
necessario finanziare percorsi formativi, con operatori ed
educatori ben pagati, così da creare una classe di lavoratori,
anche stranieri, consapevole dei propri diritti e degli strumenti
di tutela, qualificata, integrata nelle dinamiche sociali
virtuose: solo così sicuramente si ridurrà la piaga del
capolarato, insieme alle altre distorsioni del mercato del
lavoro".
ACON/COM/li