GRANDI OPERE. PELLEGRINO (AVS): NO MAGGIORANZA A MOZIONE LEGITTIMITÀ
(ACON) Trieste, 26 set - "Oggi, in Consiglio regionale,
l'Opposizione ha sollecitato con una mozione il presidente e la
Giunta a sollevare la questione di legittimità costituzionale
dell'articolo13 del decreto legge 104 del 10 agosto scorso,
attualmente all'esame delle Commissioni VII e IX del Senato,
nonché oggetto di innumerevoli emendamenti provenienti da tutto
l'arco costituzionale".
Lo rimarca in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino
(Alleanza Verdi e Sinistra), aggiungendo che "evidentemente il
meccanismo strutturato tra dichiarazione nazionale di
investimento strategico preminente e nomina di un commissario
governativo sostanzialmente plenipotenziario, ai danni dei
territori e delle comunità e a beneficio di potenti imprenditori,
viene percepito come pericolosissimo anche nel resto del Paese. E
non solo nella nostra Regione, dove potrebbe pur sempre essere
attivato per realizzare l'eco mostro siderurgico di San Giorgio
di Nogaro".
"Dispiace - prosegue l'esponente di Avs - che oggi in Consiglio
non sia stata accolta la mozione con cui si proponeva di attivare
il controllo costituzionale di una norma che l'Opposizione
considera lesiva delle competenze legislative primarie della
Regione Friuli Venezia Giulia e produttiva, pertanto, di un
conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato e i poteri
della Regione. Dispiace anche che la Maggioranza non abbia colto
la portata dell'iniziativa, perché la questione riguarda non solo
la sospensione dei procedimenti autorizzativi e delle scelte che
i territori fanno sul proprio sviluppo industriale ed economico,
ma la sospensione della democrazia stessa".
"Il famigerato articolo 13 - precisa Pellegrino - contiene
disposizioni in spregio ai più elementari diritti di
autodeterminazione delle popolazioni e dei territori, senza
margini di ascolto e trattativa, imbavaglia amministrazioni
pubbliche e politica, attribuisce a un individuo, il commissario
straordinario di Governo, un potere inusitato in nome
dell'interesse strategico nazionale relativamente a investimenti
stranieri superiori al miliardo di euro. È così dirompente,
questa piccola norma ficcata in un decreto omnibus, che ha messo
in crisi anche la joint venture tra potentati industriali, Lega e
Fratelli d'Italia. Questi ultimi devono ringraziare l'immensa
contestazione popolare che rappresenta un ottimo alibi per
giustificare le sostanziali divergenze politiche".
"È indispensabile - conclude Pellegrino - che, comunque, ci siano
pressioni energiche da parte della politica regionale nei
confronti dei referenti a livello parlamentare, con azioni
concrete e precise, e non solo con comunicati stampa".
RED