FINE VITA. BULLIAN (PAT-CIV): PAESE CIVILE EVITI CULTURA OSCURANTISTA
(ACON) Trieste, 1 ott - "Apprezziamo il dibattito che si è
aperto anche all'interno del mondo cattolico sul Fine vita,
innescato dal recente pronunciamento del Comitato etico di Asugi
su Anna, alla quale viene riconosciuto il diritto di scegliere se
e quando porre termine alla propria esistenza. Posto, ovviamente,
che è stato accertato il rispetto dei precisi requisiti richiesti
dalla sentenza della Corte Costituzionale. Come sappiamo da
recenti sondaggi, infatti, i cattolici praticanti sono
sostanzialmente divisi a metà fra favorevoli e contrari, mentre i
cittadini italiani appaiono in generale largamente propensi a
garantire la possibilità di scelta sul Fine vita".
Lo evidenzia in una nota il consigliere regionale Enrico Bullian
(Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), sottolineando che "è evidente
che il sottoscritto si rispecchi nelle posizioni espresse
recentemente sulla stampa locale dal teologo Vito Mancuso, che si
dichiara favorevole al principio di autodeterminazione per il
Fine vita, affermando che 'Da sempre sostengo che il senso della
vita umana consiste nella libertà. Sento dunque che quello che
sta accadendo a Trieste rappresenta un passo avanti'".
"Viceversa - prosegue l'intervento - meritano qualche
osservazione le prese di posizione del dottor Paolo Pesce e della
Diocesi di Trieste che, altrimenti, potrebbero portare fuori
strada. Quando affermano che 'la questione del suicidio assistito
sia ideologizzata', infatti, posso affermare senza timore di
smentita che lo è solo per chi si esprime in senso contrario,
ostinandosi a non comprendere l'adesione di massa e trasversale
(anche da parte di astensionisti dal voto) alle campagne di legge
di iniziativa popolare, come ho potuto constatare direttamente in
quanto autenticatore. Inoltre, appare del tutto inopportuno e
deviante sostenere che si apre così la via del suicidio 'ai tanti
disabili e ai tantissimi anziani non autosufficienti', categorie
che ovviamente non rientrano nemmeno lontanamente nei requisiti
della sentenza della Corte Costituzionale. In questo modo si
alimenta esclusivamente confusione e si allontanano soluzioni
circoscritte e necessarie. Inoltre, è doveroso che sia il Sistema
sanitario nazionale a fornire il farmaco e l'assistenza
necessaria, che poi, liberamente, la persona deciderà se
autosomministrarsi".
"Non si può nemmeno sostenere, come conclude Pesce, che l'enfasi
attorno al caso favorisce una 'mentalità eutanasica' - illustra
Bullian - che 'porta inevitabilmente a legittimare la possibilità
di sopprimere gli esseri umani che la società ritiene abbiano una
qualità di vita inaccettabile'. È vero l'esatto contrario: chi si
trova in situazioni di insofferenza intollerabili, autonomamente
e in presenza di determinati requisiti verificati da strutture
sanitarie pubbliche, può decidere liberamente di essere
accompagnato verso il Fine vita".
"Sono in dovere di replicare anche all'ex consigliere regionale
Bruno Marini: saremmo tutti più soddisfatti - aggiunge
l'esponente del Patto-Civica - se il Parlamento avesse legiferato
o fosse in procinto di farlo, riconoscendo la libertà di scelta
del cittadino per il Fine vita in condizioni estreme. Prendiamo
atto che non è così e, dunque, è operativa la sentenza della
Corte Costituzionale. Per evitare che persone come Anna debbano
attendere 11 mesi per avere risposte dalle aziende sanitarie
pubbliche (peraltro solo dopo l'intervento d'urgenza di un
giudice) è necessaria una legislazione regionale che, a
differenza di un intervento parlamentare che potrebbe essere
anche più estensivo, deve attenersi a rendere operative le
indicazioni della sentenza della Corte Costituzionale,
sostanzialmente individuando tempi, procedure e modalità certe
nell'accompagnamento al Fine vita".
"Considero fortemente offensivo dichiarare che quelle effettuate
da tanti volontari dell'Associazione Luca Coscioni sono 'campagne
forsennate' che 'ci portano verso una cultura di morte. Si è
cominciato con l'aborto, si va avanti con il suicidio assistito'.
Esasperare i toni e ventilare una stagione di contrazione di
diritti vecchi e nuovi - conclude Bullian - va nella direzione
contraria rispetto a un Paese civile, che cerca di riallineare le
istituzioni alla società, molto più avanzata rispetto a questa
cultura oscurantista".
ACON/COM/db