SCUOLA. ROSOLEN IN VI COMM: DIMENSIONAMENTO, NESSUN TAGLIO AI SERVIZI
(ACON) Trieste, 4 ott - Una situazione fortemente compromessa
dal calo demografico, condizionata soprattutto da direttive e
politiche di ispirazione europea e nazionale, pongono la Regione
Friuli Venezia Giulia (pur riconosciuta come particolarmente
virtuosa sotto l'aspetto dell'offerta e dell'organizzazione
scolastica) nella situazione di dover subire scelte altrui.
Far pesare la specialità mostrando ulteriormente i muscoli nei
confronti di Roma, come fatto per la difesa degli istituti di
lingua slovena, è dunque il messaggio (espresso da gran parte
degli intervenuti, sia portatori di interesse che rappresentanti
delle Opposizioni) che esce dai lavori della VI Commissione
consiliare, presieduta dal forzista Roberto Novelli, al termine
di un'audizione dedicata al preoccupante tema del dimensionamento
scolastico per il prossimo triennio.
L'appuntamento era stato sollecitato da Furio Honsell (Open
Sinistra Fvg) che ha ricordato "la preoccupazione emersa tra
maggio e giugno per una negativa direzione di riduzione delle
autonomie scolastiche", ribadendo il suo invito "a battere i
piedi con maggiore determinazione. La nostra specificità dovrebbe
spingerci ad avere una posizione non di mero equilibrio".
Piuttosto approfondita la ricostruzione dell'iter a livello
centrale e delle conseguenze a livello periferico effettuata
dall'assessore regionale all'Istruzione, Alessia Rosolen, che ha
subito precisato come "il percorso che la Regione sta seguendo
non può essere definito poco partecipato, essendo passato
attraverso oltre 50 riunioni con i Comuni e le singole autonomie
scolastiche. Come Giunta - ha specificato - abbiamo il compito di
procedere al dimensionamento e alla programmazione del vissuto
scolastico in virtù di una competenza che ci è stata attribuita e
che condividiamo con tutti gli attori del territorio".
Particolarmente delicato il tema legato alla nomina dei dirigenti
scolastici (Ds) e dei direttori dei Servizi generali e
amministrativi (Dsga).
"L'Amministrazione regionale - ha aggiunto l'esponente
dell'Esecutivo - ha presentato una serie di obiezioni sui
parametri di rivalutazione del numero di dirigenti in presenza di
minoranze linguistiche e sul dimensionamento delle scuole
slovene. Abbiamo anche segnalato al Ministero che non è nostra
competenza procedere al loro dimensionamento".
"La base di partenza - ha concluso Rosolen - è sempre il dato
demografico impietoso, perché le scuole esistono se esistono i
bimbi. Da tre anni interveniamo in maniera strutturale molto
pesante per avere personale per il mantenimento di tutti i plessi
scolastici. Ci sono una norma e due decreti: si interviene in
base al numero delle autonomie e alla definizione di Ds e Dsga.
La Regione Fvg sta attuando niente più e niente meno di quanto
previsto".
Gli interventi degli stakeholders hanno preso il via da Igor
Giacomini, che ha spiegato il ruolo dell'Ufficio scolastico
regionale e ha descritto la situazione in essere fortemente
condizionata dalla mancanza di bambini: "C'è un'interlocuzione
continua con la Regione e abbiamo seguito le linee guida".
Sul fronte sindacale, Ugo Previti (segretario regionale di Uil
Scuola) ha suggerito di "utilizzare in positivo il calo
demografico per salvaguardare la scuola: potremmo darle più
specificità, abbassando il numero di alunni per classe". Mauro
Grisi (Snals Confsal) ha giudicato "molto positivo l'approccio
prudenziale e conservativo della Regione. Le scelte nazionali
sono invece basate solo su criteri numerici. Bisogna evitare il
rischio di accorpamenti e lo spopolamento delle aree più isolate,
magari anche sperimentando il trilinguismo".
Luca Gervasutti, vicepresidente regionale dell'Associazione
nazionale Dirigenti pubblici e Alte professionalità della scuola
(Anp), ha descritto in videoconferenza alcune criticità e
rimarcato che "da tempo il Fvg ha applicato un comportamento
virtuoso non seguito, purtroppo, da altre Regioni". Massimo
Gargiulo (segretario generale della Federazione lavoratori della
conoscenza Cgil), ha ammesso la delicatezza "di scelte da
assumere per il presente e il futuro. Urgono modelli
organizzativi virtuosi e, mentre il Fvg si è distinto per
tempismo e rigore applicativo, altrove si segnala la persistenza
di carenze".
Molto critico, infine, Davide Zotti (Cobas scuola) che si è detto
convinto del fatto che "sarebbe necessario usare il calo
demografico per ridurre il numero degli alunni per classe e le
dimensioni delle istituzioni scolastiche. Creare mega strutture
non porta vantaggi didattici e organizzativi con aumento dei
carichi di lavoro e peggioramento della qualità".
Tra i dirigenti scolastici, in rappresentanza del territorio
udinese, Elena Romano e Stefano Stefanel hanno parlato
rispettivamente di "concertazione indispensabile, senza
accorpamenti, ma con redistribuzione" e di "una Regione virtuosa
che deve battere i piedi. Serve una spinta dal basso e non azioni
calate dall'alto".
Preoccupazione è stata espressa anche dai rappresentanti delle
consulte provinciali degli studenti di Pordenone e Udine. In tal
senso, Beatrice Bertossi si è raccomandata di "evitare un taglio
degli organi collegiali con conseguenze negative per la
partecipazione attiva alla vita scolastica".
Tutti sullo stesso piano i commenti dei consiglieri
dell'Opposizione con Serena Pellegrino (Avs) a fare un parallelo
con quanto accaduto in passato nel comparto della sanità:
"Cambiano gli attori, ma il film è lo stesso. È quindi necessario
fare marcia indietro".
Sul fronte dem, Francesco Russo (Pd) ha sottolineato che "è in
discussione il futuro della scuola italiana, uno dei pilastri
delle politiche pubbliche. La nostra specialità ci permette di
avanzare delle controproposte e la Regione provi ad avere più
coraggio", mentre Laura Fasiolo ha invitato a "guardare anche ai
migranti come risorsa. Con gli accorpamenti si generano mostri".
Il collega Massimiliano Pozzo, quindi, ha raccolto "la
preoccupazione del personale amministrativo, tecnico e ausiliario
(Ata). Non capisco questa timidezza, è necessario mostrare i
muscoli tutti insieme".
Carlo Bolzonello (Fedriga presidente) ha escluso, dal canto suo,
che "Rosolen subisca, insieme a noi tutti: il messaggio è
completamente sbagliato!", mentre il presidente Novelli (FI) ha
rimarcato che "si va in una direzione di dialogo e apertura, non
di chiusura. E non si dica che la Regione Fvg chiude delle
scuole, perché è del tutto sbagliato".
"Non sopprimiamo classi, plessi o scuole e non tagliamo servizi!
Stiamo andando - ha concluso l'assessore Rosolen in fase di
replica - ad applicare una norma e un decreto ministeriale,
cercando correttivi per una situazione condivisa e non subita".
ACON/DB-fa