MIGRANTI. HONSELL (OPEN): CPR, NON SOLUZIONE MA SPAZIO DI DISPERAZIONE
(ACON) Trieste, 5 ott - "Non vi è alcun dubbio che le scene che
si presentano nelle cosiddette "vasche" del Cpr, strutture di
plexiglass e sbarre, sono di profonda disperazione e inutile
sofferenza. Le persone qui recluse in attesa di rimpatrio hanno
spesso già ottenuto il fine pena. Ci si chiede quale sia il senso
di mantenere queste strutture che gestiscono il rimpatrio di
pochissimi casi di migranti che hanno ricevuto il diniego".
Così si è espresso in una nota Furio Honsell, consigliere
regionale di Open Sinistra Fvg, che questa mattina ha partecipato
al sopralluogo - organizzato dalla VI Commissione - alle
strutture del Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) e il
Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo (Cara) di Gradisca
d'Isonzo. La richiesta era stata fatta dallo stesso Honsell e
dalla consigliera Giulia Massolino (Patto per l'Autonomia-Civica
Fvg).
"Vengono punite - aggiunge Honsell - una percentuale minima di
persone e a volte anche per alcuni di loro l'esito non è
l'espulsione perché non c'è accordo con il paese d'origine, ma un
mero foglio di via. I Cpr non sono una soluzione, ma una mera
bandierina per fingere di esercitare autorità a spese di una
minoranza di infelici. Andrebbero chiusi. Certamente il Cpr di
Gradisca appare gestito con qualche libertà in più di altre
strutture, penso ad esempio alla concessione dell'uso del
cellulare".
Il Cara, prosegue ancora il consigliere "è invece completamente
diverso perché accoglie i migranti in attesa dell'esito della
richiesta di asilo. È tremendamente sovraffollato, con oltre 600
ospiti su meno di 300 posti. Oltre 300 infatti vivono in tende. È
un serbatoio di manodopera, com'è stato per la vendemmia del
Collio".
"Ci si chiede se ha senso continuare a sfruttare queste persone
facendole vivere miseramente - sottolinea Honsell nell'illusione
che potranno avere un permesso di soggiorno. Le conseguenze del
Decreto Cutro saranno ulteriormente peggiorative per le
condizioni di vita di questi ospiti. Verranno tolti loro i corsi
di italiano e assistenza legale".
"Di fronte al Cara, che vede i migranti al loro ingresso in
Italia, e al Cpr che vede i migranti all'atto della loro
espulsione, è sufficientemente eloquente la risposta ricevuta
alla domanda che ho posto ai due presidi sanitari - conclude il
consigliere -. Al Cara non ci sono migranti con dipendenze,
mentre al Cpr sono la maggioranza. Il soggiorno in Italia e il
suo infernale meccanismo di immigrazione, alla fine trasforma
progetti di speranza in sofferenza e dipendenza da droghe. Fino a
quando vogliamo continuare a non considerare i migranti come
persone?".
ACON/COM/mt