LEGGE ELETTORALE. FASIOLO (PD): NUOVE AZIONI PER PREFERENZA DI GENERE
(ACON) Trieste, 9 ott - "Contro l'inerzia della Regione, ostinata
a non dare seguito alla doppia preferenza di genere nella legge
elettorale, più volte chiesta dal Pd attraverso una proposta di
legge, ora si aggiunge anche l'azione giudiziaria promossa dalle
associazioni di donne e calendarizzata per il prossimo 27
novembre". A farlo sapere, in una nota, è la consigliera
regionale Laura Fasiolo (Pd).
"L'appello per l'introduzione della doppia preferenza di genere
nella legge regionale - prosegue la dem - fu inoltrato a Fedriga
e a tutti i consiglieri regionali con una lettera del 14 novembre
2022, sottoscritta da 27 associazioni. La richiesta era di
legiferare per introdurre nella Regione Friuli Venezia Giulia
nella propria legge elettorale la "doppia preferenza di genere",
cioè la facoltà per gli elettori di esprimere la preferenza per
due candidati della medesima lista, purché di genere diverso".
Secondo la consigliera si tratta di "un semplice meccanismo
correttivo per favorire l'elezione del genere meno rappresentato.
Oggi mancano all'appello solo tre regioni, una è il Friuli
Venezia Giulia dove sul totale di 48 consiglieri siedono solo
nove donne, una delle più basse percentuali di presenze femminili
nei Consigli regionali italiani. Il correttivo infatti non fu
deliberato nonostante l'impegno del centrosinistra e un ddl sulla
doppia preferenza di genere di Francesco Russo (Pd), sempre
impegnato sul tema della modifica della legge elettorale,
unitamente al Pd".
"In Aula - ricorda l'esponente di Opposizione - fu richiesto di
adottare un intervento correttivo dell'articolo 25 della legge
regionale 17/2007 per introdurre la doppia preferenza. L'assenza
di un meccanismo che favorisca l'elezione delle persone del
genere meno rappresentato, costituisce perdurante e
ingiustificata violazione di norme sia costituzionali che
ordinarie. Risultano, infatti, non rispettate le disposizioni
dell'articolo 51 comma 1 e 117 comma 7 della Costituzione che
sanciscono, rispettivamente, che "Tutti i cittadini dell'uno e
dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle
cariche elettive in condizioni di uguaglianza, secondo i
requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica
promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra
uomini e donne" (art51 c.1 Cost.) e che "le leggi regionali
rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli
uomini e delle donne nella vita sociale".
"Disattesa - continua la consigliera - pure la previsione
dell'articolo 4 della legge 165 del 2004 (come modificato dalla
legge n. 20 del 2016), che individua proprio nella doppia
preferenza di genere una delle modalità di attuazione
dell'obbligo di promozione delle pari opportunità tra donne e
uomini nell'accesso alle cariche elettive e che alla lettera
c-bis in particolare stabilisce che "qualora la legge elettorale
preveda l'espressione di preferenze, in ciascuna lista i
candidati siano presenti in modo tale che quelli dello stesso
sesso non eccedano il 60% del totale e sia consentita
l'espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un
candidato di sesso diverso, pena l'annullamento delle preferenze
successive alla prima".
"Senza dilungarmi - conclude Fasiolo - nelle violazioni di altre
norme di carattere internazionale (trattati Onu, convenzione
Cedaw 1979), i ripetuti pareri della Commissione regionale per le
Pari opportunità, prendo atto con soddisfazione che l'immobilismo
della Regione e la mancata inclusione del meccanismo correttivo
ha indotto le associazioni a fare un ulteriore passo, un'azione
giudiziaria, già calendarizzata per il 27 novembre. Grazie alle
straordinarie donne del mondo associativo che riusciranno a dare
un segnale forte a un grave vulnus perpetrato nel tempo,
un'omissione illegittima mai sanata che blocca l'effettiva parità
di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive".
ACON/COM/li