FINE VITA. AUDIZIONI IN III COM. ASSOCIAZIONE COSCIONI: LA LEGGE SERVE
(ACON) Trieste, 17 ott - Le ragioni dell'associazione Luca
Coscioni, che spinge per una legge sul suicidio medicalmente
assistito, ma anche le prime schermaglie politiche su un tema che
il presidente della III Commissione, Carlo Bolzonello, ha più
volte definito "delicatissimo", hanno caratterizzato la prima di
una serie di audizioni sul tema del Fine Vita.
Ha seguito questa falsariga la seduta pomeridiana della
commissione Salute, con i consiglieri di Centrosinistra compatti
nel sostenere la necessità di arrivare rapidamente alla norma
invocata a suon di firme da ottomila cittadini del Fvg e il
capogruppo di Fratelli d'Italia, Claudio Giacomelli, a porre
qualche distinguo.
Chiara la posizione dei portatori d'interesse convocati oggi in
aula, tutti dirigenti dell'associazione Coscioni. Con la
precisione propria di un avvocato, la referente nazionale
Francesca Re ha ripercorso i termini della questione
giuridico-politica: la sentenza 242 della Corte Costituzionale,
innescata dalla vicenda del dj Fabo, ha di fatto introdotto il
diritto alla morte assistita già nel 2019, ma i casi successivi,
tra i quali quello di "Anna" in Friuli Venezia Giulia, "hanno
dimostrato che c'è bisogno di una legge, perché in troppi casi i
malati che volevano avviare questa procedura hanno dovuto
attendere anni prima di veder riconosciuto il loro diritto".
E proprio sulle storie umane ha insistito Raffaella Barbieri,
referente della cellula Coscioni di Udine, convinta che "non si
tratti di una battaglia di destra o di sinistra, ma di una
richiesta di migliaia di cittadini che noi abbiamo incontrato
personalmente, una domanda che va al di là della politica e che
viene condivisa trasversalmente da persone delle più diverse
opinioni". Barbieri ha anche letto parte del toccante appello di
"Anna", la cittadina del Fvg "che ha dovuto attendere più di 200
giorni il via libera di Asugi alla sua richiesta".
"Ci troviamo di fronte - ha commentato Furio Honsell (Open)
aprendo la carrellata degli interventi - a una chiarissima
volontà dei cittadini: la richiesta di referendum nazionale venne
firmata da poco meno di 2 milioni di persone. Io condivido
pienamente questa battaglia, tanto che ho certificato molte
firme, e chiedo di calendarizzare al più presto la discussione in
aula della proposta di legge". Sulla stessa linea Massimiliano
Pozzo (Pd), convinto che "su questo tema la società civile è
molto più avanti della politica, che spero non voglia nascondere
la testa". Timore condiviso da Serena Pellegrino (Avs) che ha
lamentato "l'assenza dell'assessore Riccardi, da stigmatizzare, e
del consigliere Cabibbo che in aula nei mesi scorsi non volle
discutere la mozione voluta dalle Opposizioni, sostenendo che il
problema è nazionale e non regionale". "Ma il consigliere da lei
citato non fa parte della III Commissione", le ha poi ricordato
Bolzonello.
Anche Laura Fasiolo (Pd) condivide gli auspici dell'associazione
Coscioni ("Vivere con dignità e morire con dignità è un
diritto"), così come Rosaria Capozzi, che ha ricordato come "il
M5S abbia sempre sostenuto questa causa. La legge non andrebbe a
tutelare il diritto alla morte, come qualcuno dice, ma il diritto
all'autodeterminazione".
Enrico Bullian (Patto per l'autonomia-Civica Fvg), primo
firmatario della mozione che chiede alla Regione "di impegnarsi a
garantire che ogni persona sia libera di scegliere senza
condizionamenti esterni", è convinto che quel testo "resti valido
e vada ripresentato in Aula entro il 30 novembre come era stato
convenuto, perché l'iter legislativo porta con sé incertezza sui
tempi e sull'esito finale". Quanto al merito, il consigliere ha
invitato "a venire incontro a chi ha già fatto questa scelta.
Anche chi è contrario sul principio generale dovrebbe avere
interesse a una legge che fornisca requisiti precisi, dal momento
che la Corte Costituzionale ha già stabilito la legittimità del
fine vita". "C'è chi parla di turismo della morte - ha concluso
Bullian - ma in realtà è quel che già succede oggi in Svizzera,
dove in più c'è una discriminazione di classe perché non tutti
possono permettersi il costo di quella procedura".
Dal Centrodestra è arrivata innanzitutto una richiesta di
chiarimenti da parte di Carlo Grilli (Fp) a proposito delle
persone non autosufficienti che volessero chiedere il suicidio
assistito direttamente o tramite loro tutori. "In caso di persone
incapaci di determinarsi - gli ha risposto in modo netto
l'avvocato Re - decade ogni possibilità di accedere alla morte
assistita".
Più politiche le considerazioni del già citato Giacomelli, che
dopo aver ricordato come "alle ultime elezioni politiche i
partiti del Centrodestra non abbiano messo il fine vita come
priorità", ha posto il tema della tempistica stringente richiesta
dai proponenti dell'associazione Coscioni rispetto alle risposte
da parte delle aziende sanitarie.
"Si chiede di avere un esito entro 20 giorni, e sarebbe un unicum
a livello nazionale se deliberassimo con una legge di dare tempi
certi a chi comprensibilmente ha deciso di morire in un Friuli
Venezia Giulia che non dà tempi altrettanto certi a chi ha deciso
di provare a sopravvivere". Il capogruppo di FdI ha infatti
osservato che i tempi delle liste di attesa per le cure non sono
stabiliti a livello normativo, ma da un atto amministrativo della
Giunta regionale.
ACON/FA-fc
I referenti dell'associazione Luca Coscioni assieme a Carlo Bolzonello (Fp), al centro, ed Enrico Bullian (Patto-Civica), primo da sinistra
Rosaria Capozzi (M5S). Al suo fianco Serena Pellegrino (Avs)
Carlo Bolzonello (Fp), presidente della III Commissione
Claudio Giacomelli, capogruppo di FdI
Enrico Bullian (Patto-Civica)
Laura Fasiolo (Pd)
Carlo Grilli (Fp)
Furio Honsell (Open)