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MIGRANTI: VI COMM A CPR-CARA GRADISCA: NO RIPERCUSSIONI DA GUERRA M.O.

18.10.2023
17:25
(ACON) Gradisca (Go), 18 ott - Mentre lo scenario internazionale cambia in modo drammatico e allarmante, non si segnalano, quantomeno fino a oggi, ripercussioni dirette legate agli ospiti del Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) e del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Gradisca d'Isonzo (Gorizia).

Secondo quanto riferito dal prefetto del capoluogo isontino, Raffaele Ricciardi, e dal questore Paolo Gropuzzo a una delegazione della VI commissione consiliare costituita dal presidente Roberto Novelli (Forza Italia) e dagli eletti nel collegio isontino Antonio Calligaris (Lega), Diego Moretti (Partito democratico) ed Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia - Civica Fvg) non si sono registrate tensioni ulteriori né fibrillazioni anomale in queste settimane.

L'unica modifica riguarda il numero di ospiti del Cara, che in due settimane sono passati da 626 a 648, mentre il Cpr continua a mantenere la quota standard di presenze, ovvero 90 unità, al netto di piccole variazioni provvisorie dovute al rimpatrio di qualche ospite: il turnover, è stato riferito, è costante e, per ogni espulsione arriva un ingresso a strettissimo giro. Questo secondo sopralluogo della VI commissione, che ha fatto seguito alla visita del 5 ottobre scorso, ha aperto le porte del Cpr e del Cara a consiglieri abituati, per provenienza geografica, a confrontarsi in modo sistematico ed approfondito con queste realtà: in particolare, Novelli, Calligaris e Moretti hanno portato la loro esperienza di lungo corso in Regione (e, nel caso di Novelli, in Parlamento) mentre Bullian ha ricordato anche i suoi trascorsi da sindaco di Turiaco, abituato a dialogare sia con gli ospiti che con le figure istituzionali deputate a gestire i flussi migratori.

Il primo atto del sopralluogo, alla presenza del direttore Simone Borile, si è tenuto presso il Cpr, struttura contenitiva finalizzata alle previste espulsioni con conseguente rientro nel Paese d'origine. Nella stragrande maggioranza dei casi trattasi di tunisini e marocchini, impossibilitati a uscire dalla struttura in quanto accusati di reati gravi che vanno da spaccio di sostanze stupefacenti a violenze di ogni genere e grado. La permanenza media è inferiore ai 30 giorni e il rimpatrio è legato ai trattati bilaterali stipulati tra Italia e i singoli Stati di provenienza. I danneggiamenti alle strutture sono frequenti: tra il 2021 e il 2022 sono stati effettuati lavori di ripristino degli immobili e degli arredi per circa 600mila euro, cui si sommano i 10mila euro mensili per l'ordinaria manutenzione.

Secondo passaggio, con la supervisione della direttrice Antonina Cardella, al Cara, che accoglie ospiti privi di documenti, intenzionati a chiedere la protezione internazionale e il cui reddito non consente di reperire un alloggio privato. Gli ospiti possono uscire dalle 8 di mattina alle 20 di sera e, in caso di necessità lavorative, godono della possibilità di non sottostare a questi vincoli orari. La permanenza media è superiore ai due anni, ma può protrarsi anche fino ai 3 o 4 anni. Una percentuale che accarezza la soglia dell'80% arriva dal Pakistan ma sono sempre più numerosi gli arrivi dal Bangladesh mentre sono calati gli afgani, gli unici ad ottenere lo status di rifugiati. Non si ricordano danneggiamenti se non riconducibili all'usura.

Sotto il profilo politico, ancora una volta, unanimità nel riconoscere che il Cara sia sovraffollato, ma diametralmente opposta la lettura e la successiva ipotesi di soluzione: Bullian ha spinto sulla necessità di attuare l'accoglienza diffusa, invitando a esorcizzare "uno scontro permanente tra civiltà" e ricordando che "le crociate sono finite male sia per i cristiani che per i musulmani" e Moretti ha sollecitato a "prendere atto di un fenomeno che viene gestito in modo egregio e sul quale non bisogna fare speculazioni"; sul fronte Maggioranza, invece, Novelli e Calligaris hanno posto l'accento sull'esigenza di combattere i flussi "bloccando gli arrivi ai confini e non certo con l'accoglienza diffusa". Calligaris ha altresì evidenziato come "questa visita ha permesso di sgomberare il campo da accuse e polemiche strumentali e ingiuste verso chi lavora e coordina le attività del Cpr".

Tutti d'accordo, infine, nel ringraziare Novelli per questa seconda esperienza al Cpr e al Cara, rinnovando l'apprezzamento per la scelta di portare la commissione fuori dall'aula e sul territorio. ACON/RED



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