MIGRANTI: VI COMM A CPR-CARA GRADISCA: NO RIPERCUSSIONI DA GUERRA M.O.
(ACON) Gradisca (Go), 18 ott - Mentre lo scenario internazionale
cambia in modo drammatico e allarmante, non si segnalano,
quantomeno fino a oggi, ripercussioni dirette legate agli ospiti
del Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) e del Centro di
Accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Gradisca d'Isonzo
(Gorizia).
Secondo quanto riferito dal prefetto del capoluogo isontino,
Raffaele Ricciardi, e dal questore Paolo Gropuzzo a una
delegazione della VI commissione consiliare costituita dal
presidente Roberto Novelli (Forza Italia) e dagli eletti nel
collegio isontino Antonio Calligaris (Lega), Diego Moretti
(Partito democratico) ed Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia -
Civica Fvg) non si sono registrate tensioni ulteriori né
fibrillazioni anomale in queste settimane.
L'unica modifica riguarda il numero di ospiti del Cara, che in
due settimane sono passati da 626 a 648, mentre il Cpr continua a
mantenere la quota standard di presenze, ovvero 90 unità, al
netto di piccole variazioni provvisorie dovute al rimpatrio di
qualche ospite: il turnover, è stato riferito, è costante e, per
ogni espulsione arriva un ingresso a strettissimo giro.
Questo secondo sopralluogo della VI commissione, che ha fatto
seguito alla visita del 5 ottobre scorso, ha aperto le porte del
Cpr e del Cara a consiglieri abituati, per provenienza
geografica, a confrontarsi in modo sistematico ed approfondito
con queste realtà: in particolare, Novelli, Calligaris e Moretti
hanno portato la loro esperienza di lungo corso in Regione (e,
nel caso di Novelli, in Parlamento) mentre Bullian ha ricordato
anche i suoi trascorsi da sindaco di Turiaco, abituato a
dialogare sia con gli ospiti che con le figure istituzionali
deputate a gestire i flussi migratori.
Il primo atto del sopralluogo, alla presenza del direttore Simone
Borile, si è tenuto presso il Cpr, struttura contenitiva
finalizzata alle previste espulsioni con conseguente rientro nel
Paese d'origine. Nella stragrande maggioranza dei casi trattasi
di tunisini e marocchini, impossibilitati a uscire dalla
struttura in quanto accusati di reati gravi che vanno da spaccio
di sostanze stupefacenti a violenze di ogni genere e grado. La
permanenza media è inferiore ai 30 giorni e il rimpatrio è legato
ai trattati bilaterali stipulati tra Italia e i singoli Stati di
provenienza. I danneggiamenti alle strutture sono frequenti: tra
il 2021 e il 2022 sono stati effettuati lavori di ripristino
degli immobili e degli arredi per circa 600mila euro, cui si
sommano i 10mila euro mensili per l'ordinaria manutenzione.
Secondo passaggio, con la supervisione della direttrice Antonina
Cardella, al Cara, che accoglie ospiti privi di documenti,
intenzionati a chiedere la protezione internazionale e il cui
reddito non consente di reperire un alloggio privato. Gli ospiti
possono uscire dalle 8 di mattina alle 20 di sera e, in caso di
necessità lavorative, godono della possibilità di non sottostare
a questi vincoli orari. La permanenza media è superiore ai due
anni, ma può protrarsi anche fino ai 3 o 4 anni. Una percentuale
che accarezza la soglia dell'80% arriva dal Pakistan ma sono
sempre più numerosi gli arrivi dal Bangladesh mentre sono calati
gli afgani, gli unici ad ottenere lo status di rifugiati. Non si
ricordano danneggiamenti se non riconducibili all'usura.
Sotto il profilo politico, ancora una volta, unanimità nel
riconoscere che il Cara sia sovraffollato, ma diametralmente
opposta la lettura e la successiva ipotesi di soluzione: Bullian
ha spinto sulla necessità di attuare l'accoglienza diffusa,
invitando a esorcizzare "uno scontro permanente tra civiltà" e
ricordando che "le crociate sono finite male sia per i cristiani
che per i musulmani" e Moretti ha sollecitato a "prendere atto di
un fenomeno che viene gestito in modo egregio e sul quale non
bisogna fare speculazioni"; sul fronte Maggioranza, invece,
Novelli e Calligaris hanno posto l'accento sull'esigenza di
combattere i flussi "bloccando gli arrivi ai confini e non certo
con l'accoglienza diffusa". Calligaris ha altresì evidenziato
come "questa visita ha permesso di sgomberare il campo da accuse
e polemiche strumentali e ingiuste verso chi lavora e coordina le
attività del Cpr".
Tutti d'accordo, infine, nel ringraziare Novelli per questa
seconda esperienza al Cpr e al Cara, rinnovando l'apprezzamento
per la scelta di portare la commissione fuori dall'aula e sul
territorio.
ACON/RED