DISABILITÀ. BULLIAN (PAT-CIV): DEFINIRE FUTURO CONSORZI E DIPENDENTI
(ACON) Trieste, 23 ott - Nonostante la recente audizione
dell'assessore Riccardi nella III Commissione regionale, con
l'informativa in merito alle delibere di Giunta (1474 e 14789)
sulla nuova configurazione dei servizi per la disabilità e sulla
transizione collegata alla riforma (Lr 16/2022) votata quasi
all'unanimità dal Consiglio regionale nel 2022, permangono
numerose aree di incertezza.
"Da una parte ci sono i diritti delle persone con disabilità e i
presupposti condivisibili della riforma - afferma in una nota il
consigliere regionale Enrico Bullian (Patto-Civica Fvg) - con la
necessità di garantire equamente gli stessi servizi alle medesime
condizioni sull'intero territorio regionale. Oggi, infatti, la
situazione si presenta disomogenea, anche su questioni molto
impattanti come la compartecipazione alle spese delle famiglie e
dei Comuni. Tutta la parte analitica, illustrata in maniera molto
approfondita dal dottor Zuttion, ha fatto emergere questo quadro
disorganico (per esempio anche sulle diverse scelte verso
strutture residenziali o semiresidenziali), e dunque appare
indispensabile armonizzare la gestione del sistema per garantire
i migliori e uniformi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) alle
persone con disabilità".
"Dall'altra parte, è evidente - continua l'esponente di
Opposizione - ci sia stata da parte regionale una
sottovalutazione della complessità del passaggio riformatore, la
cui entrata in vigore viene di fatto posticipata al 2025, mentre
il 2024 sarà un periodo di transizione preparatorio alla riforma,
durante il quale dovranno essere verificati tutti gli elementi
che consentano la realizzazione del passaggio delle competenze e
il dimensionamento dei nuovi servizi per le disabilità".
"Tuttavia - prosegue Bullian - sono rimaste inevase le domande e
le segnalazioni che avevo portato all'attenzione della
Commissione e dell'assessore Riccardi, e in particolare
riguardano due aspetti".
"Se appare doveroso - spiega Bullian - che il nuovo sistema debba
continuare a definire le quote a carico degli utenti legandole
all'Isee, la compartecipazione in capo agli enti locali dovrà
essere garantita attraverso la 'quota di solidarietà', ovvero con
la contribuzione dei Comuni che non sia solo sulla base dei casi,
ma anche e soprattutto sulla base della popolazione, al fine di
evitare impatti difficilmente sostenibili per piccoli e medi
Comuni che all'improvviso si trovano a sostenere nuovi casi. Non
è però ancora stato definito il quadro regionale di queste future
compartecipazioni di enti locali e famiglie, ma rappresenta un
aspetto che andrebbe chiarito fin da subito".
"L'altra questione macroscopica - sottolinea il consigliere -
riguarda il futuro dei due Consorzi attualmente operanti nel
settore della disabilità (Cisi nell'Isontino e Campp nella Bassa
friulana) e dei loro dipendenti. Su questo permane l'incertezza,
dal momento che, rispetto al progressivo superamento dei Consorzi
nella funzione per la disabilità (la cui legittimazione giuridica
deriva dalla Legge regionale 41/1996 che viene appunto abrogata
con la Riforma del 2022), non è stata esplicitata alcuna
progettualità innovativa che possa subentrare alla precedente
competenza. Il richiamo normativo quindi appare piuttosto fumoso,
fermo restando che l'ultima parola spetterà ai sindaci dei Comuni
soci.
"Ne deriva un'incertezza generale sul futuro dei dipendenti,
considerato anche il fatto che diversi risultano inquadrati come
"insegnante educatore", qualifica che non appartiene al settore
socio-sanitario o sanitario e per la quale non ho ricevuto
risposta puntuale su quali prospettive si prefigurano per questi
lavoratori: l'assorbimento nelle aziende sanitarie che gestiranno
la disabilità, la permanenza nei Consorzi che forse rimarranno
attivi o saranno trasferiti ai Comuni soci del Consorzio? Ne
derivano considerazioni non banali, anche di natura sindacale, a
livello di garanzia contrattuale adeguata al delicato ruolo che
ricoprono, oltre che per le eventuali ricadute per i Comuni e per
i relativi costi".
"Anche posticipando di un anno l'entrata in vigore della riforma
- conclude Baullian - non appare pensabile continuare a rinviare
queste decisioni che, alla lunga, potrebbero inficiare i
presupposti della riforma".
ACON/COM/li