FINE VITA. BULLIAN-LIGUORI (PAT-CIV): BENE L'OK A MOZIONE CONSIGLIO UD
(ACON) Trieste, 30 ott - "Esprimiamo viva soddisfazione per
l'approvazione all'unanimità da parte del Consiglio comunale di
Udine della mozione favorevole a normare il fine vita, proposta
dal Centrosinistra".
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali Enrico Bullian e
Simona Liguori (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), aggiungendo
che "l'apporto e la sollecitazione a legiferare che proviene dal
secondo Comune della Regione per numero di abitanti è
evidentemente un passaggio istituzionalmente rilevante, dopo che
altri enti locali hanno già deliberato nella medesima direzione,
anche con maggioranze di Centrodestra".
"L'intervento richiesto al Consiglio regionale del Friuli Venezia
Giulia - aggiungono i due esponenti del Patto-Civica - è
conseguente agli spazi aperti dalla sentenza della Corte
Costituzionale che ha riconosciuto la possibilità di scegliere di
essere accompagnati al fine vita nel caso di circoscritti e
puntuali requisiti, che devono essere presenti tutti
contemporaneamente (patologia irreversibile, fonte di sofferenza
intollerabile con trattamento di sostegno vitale e persona lucida
che autonomamente ha maturato il proposito). Dunque, non appare
in alcun modo estendibile a generiche categorie (disabili,
anziani, depressi, ecc.). Le Regioni non possono legiferare sul
diritto in sé (competenza che spetta al Parlamento), ma possono -
e, noi aggiungiamo, hanno il dovere di - intervenire per rendere
esigibile il diritto sancito dalla Corte Costituzionale,
definendo tempi, procedure e ruoli certi per le Aziende sanitarie
che dovranno affrontare queste richieste, evitando di aggiungere
alla sofferenza, anche il ricorso alla magistratura per rendere
effettivo il diritto".
"La proposta di legge completa l'iter in meno di un mese, mentre
Anna, la signora triestina affetta da sclerosi multipla, ha
atteso il parere di Asugi per 11 mesi. Per questo motivo -
spiegano Bullian e Liguori - viviamo con preoccupazione
interventi fuorvianti e molto ideologici che sono apparsi di
recente sulla stampa. Non possiamo infatti confondere il suicidio
medicalmente assistito (garantito dalla sentenza della Corte
Costituzionale, con il farmaco che viene autosommistrato dalla
persona interessata) con l'eutanasia (ovvero, quando il decesso è
frutto di un'azione diretta del medico che, eventualmente, solo
il Parlamento potrebbe legiferare, trattandosi di un diritto
attualmente non previsto nella legislazione italiana). Infatti,
lo ribadiamo, non è l'eutanasia l'oggetto sul quale si concentra
l'attenzione del legislatore regionale: chi sostiene il
contrario, crea confusione e disinformazione".
"Inoltre, siamo tutti consapevoli esista già dal 2017 una legge
sul consenso informato - concludono Bullian e Liguori - che
permette di rifiutare le cure, che possono portare al decesso, ma
molto lentamente e con un carico di sofferenza aggiuntivo. La
differenza con il suicidio medicalmente assistito è che, in
quest'ultimo caso, attraverso l'autosomministrazione del farmaco
letale si eviterebbero giorni di agonia alla persona interessata
al fine vita e ai suoi famigliari".
ACON/COM/db