AMBIENTE. PELLEGRINO (AVS): NO A TERMOVALORIZZATORE DA 100-120MILA T/A
(ACON) Trieste, 2 nov - "L'assessore regionale alla Difesa
dell'ambiente, Fabio Scoccimarro, in risposta all'interrogazione
sulla temuta localizzazione dell'impianto di incenerimento
previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani,
elude la domanda e passa la responsabilità ai gestori del
servizio integrato dei rifiuti urbani che, seppur coinvolti in un
tavolo tecnico di confronto, non hanno formalizzato quella che
Scoccimarro chiama 'la volontà degli stessi di realizzare
l'impianto (da soli o assieme), né tantomeno individuato un sito
che comunque deve soddisfare i requisiti previsti dai Criteri
localizzativi degli impianti di recupero e smaltimento rifiuti in
corso di revisione'".
Lo rende noto la consigliera regionale di Alleanza Verdi e
Sinistra, Serena Pellegrino, sottolineando che "non è stato
possibile affrontare il tema in Aula perché tutte le
interrogazioni urgenti sono state destinate, per mancanza di
tempo, a ricevere una risposta scritta. L'assessore ha evitato,
così, di esporsi pubblicamente su una questione di discussione
politica lasciando con il fiato sospeso tutte le comunità della
Regione, pronte a reagire quando l'incognita verrà svelata".
"Stupisce l'insufficiente risposta ad un atto di sindacato
ispettivo - fa presente ancora la consigliera di Avs - che
sollecitava una esplicita presa di posizione della Direzione
regionale sulla localizzazione dell'inceneritore. Non ci
aspettavamo certo la disamina se sussista o meno una volontà
degli enti gestori a realizzarlo: i soggetti incaricati del
servizio di gestione sul territorio regionale, fotografando la
situazione al 2022 attraverso il Piano gestione dei rifiuti
urbani, avevano già confermato la necessità di un impianto di
smaltimento e combustione del CSS prodotto dagli impianti di
trattamento meccanico".
Sulle dichiarazioni dell'assessore, la consigliera di Opposizione
incalza: "Scoccimarro quindi dice sì all'inceneritore ma non
intende esporsi, non scopre tutte le carte e scarica sui gestori
la scelta di fare o meno una grande centrale termoelettrica,
alimentata a combustibile solido secondario (Css), che assicurerà
una fonte energetica da cui saremo tutti dipendenti. Va detto con
chiarezza che un termovalorizzatore da 100-120mila tonnellate,
per essere efficiente, ha necessità di carburante quotidiano. Per
tenerlo in vita dobbiamo rinunciare sia alla raccolta
differenziata spinta, sia a mettere in atto politiche di
riduzione e di riciclo dei rifiuti, il che significa anche
mettersi in rotta di collisione con le direttive europee su
Rifiuti Zero".
In merito implicazioni con il settore produttivo, Pellegrino
aggiunge: "È altrettanto certo che i grossi colossi industriali
non hanno la minima intenzione di cedere sulla produzione, né di
affiancare i governi per procedere verso una concreta
riconversione ecologica dell'economia e della società,
continuando a dettare l'agenda di ogni governo".
"Se non ci liberiamo di questa dicotomia ambiente/produzione non
ne usciremo mai, impariamo dal vicino Trentino dove hanno
espresso netta contrarietà alla realizzazione di impianti di
incenerimento e di termovalorizzazione, sostenendo invece consumi
responsabili, riduzione degli sprechi e stabilendo la
tariffazione puntuale sulla base della produzione effettiva di
rifiuti non riciclabili da raccogliere".
ACON/COM/rcm