ACCIAIERIA. CAPOZZI (M5S): TROPPI PUNTI PETIZIONE SENZA RISPOSTA
(ACON) Trieste, 17 nov - "Si è arrivati all'epilogo di una
vicenda su cui siamo stati sempre e convintamente contrari. Se
c'è un finale rispetto all'acciaieria, non c'è su altri punti che
per noi restano un presupposto fondamentale per impedire che
Punta sud sia oggetto di insediamenti che vadano a minare
l'equilibrio ambientale, contro il presupposto fondamentale di
rinaturalizzazione. Parliamo di un'area acquistata dal Consorzio
industriale per perseguire tale scopo, non certo per
cementificarla".
Questo il commento, in una nota, della consigliera regionale
Rosaria Capozzi (M5s) che ha proposto al Consiglio regionale di
avviare una discussione su quanto richiesto da 24.173 cittadini
tramite petizione, istanza che di fatto ha portato a non
realizzare l'impianto siderurgico in un'area molto delicata.
"La Maggioranza - spiega la pentastellata - non ha voluto
provocare imbarazzi alla Giunta e ha evitato di portare la
discussione della petizione in Consiglio regionale. Purtroppo,
chi non ha letto la petizione ha ritenuto che nella stessa si
chiedesse solo di non realizzare l'acciaieria in laguna".
"La Commissione non solo ha bocciato questa semplice richiesta -
commenta Capozzi - ma ha deciso di archiviare tutta la petizione,
senza dare risposta anche agli altri punti presenti nel
documento".
"Chi non ha appoggiato questa richiesta, ha lasciato campo libero
alla Regione di approfondire il canale navigabile Aussa Corno
anche oltre le altezze previste dal Piano regionale delle
Infrastrutture e dei Trasporti e dal Piano della gestione della
laguna. In più, non è stata accettata nemmeno la richiesta di
garantire che l'area del Fearul o Punta Sud, come recentemente
battezzata, venga rinaturalizzata".
"C'erano evidenze - continua l'esponente di Opposizione - e ci
sono ancora, anche alla luce degli studi delle università, che
quella scelta non era giusta per Punta sud e per nessuna altra
area della nostra regione, per l'impatto ambientale e per
l'impatto sociale. Alla Giunta, però, per ritornare sui proprio
passi è servita una petizione che ha portato oltre 24mila
cittadini a dire no, difendendo così il proprio territorio".
"Una conclusione - termina Capozzi - indegna di una Commissione
che era partita anche peggio, con le arrampicate sugli specchi
del presidente Maurmair, accusato dai comitati di non averli
voluti convocare nella seduta del 21 settembre quando si sono
discussi gli studi affidati a soggetti privati e alle università
regionali. Approfondimenti che tuttora non sono stati resi
pubblici e che non sono stati consegnati ai Comitati promotori
della petizione e su cui avevamo chiesto, invano, di audire anche
Arpa Fvg".
ACON/COM/li